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La tragedia della guerra
Verso il conflitto
La politica di espansione della Germania nazista portò in pochi anni allo scoppio di un secondo conflitto mondiale, al quale Hitler si era già preparato creando attorno a se una rete di alleanze (la quale venne cementificata nel 1936 con la stipulazione del patto anti-Comintern con il Giappone). era stato dunque riavviato il riarmo tedesco ed era assicurato l’appoggio di Mussolini. Il primo obiettivo dell’espansione nazista fu l’annessione dell’Austria, successivamente minacciò i Sudati (Cecoslovacchia), davanti ad essa i rappresentanti di Francia, Inghilterra e Italia si unirono a Monaco di Baviera per risolvere pacificamente la questione: i Sudati venivano ceduti alla Germania ma essa doveva rinunciare ad ulteriori annessioni. La guerra sembrava evitata, ma era solo questione di tempo: nel 1939 le truppe naziste entrarono in Cecoslovacchia ed occuparono militarmente Memel (Lituania). Mussolini intanto tentava di compensare il potere nazista invadendo l’Albania, ormai la politica estera Italiana dipendeva dall’alleanza nazista attraverso il “Patto d’Acciaio”. Hitler inoltre tentò di prendersi il “corridoio di Danzica” ma Francia e Inghilterra si opposero all’invasione della Polonia. Ma alla fine i Ministri degli esteri sovietici e tedeschi firmarono un patto di non aggressione per 10 anni, esso comprendeva anche un protocollo segreto: URSS e Germania si accordavano per la spartizione della Polonia.
La “guerra lampo” (1939-1940)
1. L’1 settembre 1939 i carri armati tedeschi entrarono in Polonia da occidente, mentre l’Armata rossa entrava da oriente il paese venne occupato applicando con successo una guerra di movimento con una grossa copertura aerea e l’utilizzi dei mezzi corazzati (“guerra lampo”). Questa invasione scatenò la reazione di Francia e Inghilterra ed il 3 settembre dichiararono guerra alla Germania, Mussolini con il consenso della Germania preferì per il momento rimanere neutrale. Secondo il patto segreto tra URSS e Germania alcune aree vennero occupate dall’URSS e successivamente lanciarono un attacco contro la Finlandia, il quale scontro finì con una pace che assegnava a Mosca l’istmo di Camelia.
2. Sul fronte francese non avvenne praticamente nulla: aspettarono l’attacco tedesco dietro la linea fortificata “Maginot” ma le cose non andarono come previsto. Nel 1940 Hitler occupò Danimarca e Norvegia e successivamente Belgio, Lussemburgo e Olanda aggirarono la linea “Maginot” ed attaccarono la Francia da norde sulle Alpi (Mussolini). La controffensiva francese non servì a niente: le truppe tedesche portarono le truppe anglofrancesi a ritirarsi via mare dal porto di Dunkerque (fuggendo a Londra), lasciando a Hitler il campo. Il Paese passò direttamente sotto il controllo tedesco con un governo collaborazionista; il governo francese divenne un satellite nell’orbita nazista.
3. Hitler decise di avviare una massiccia offensiva aerea contro la Gran Bretagna, nel 1940 si svolse la “battaglia d’Inghilterra” dove entrambi gli schieramenti subirono perdite. Churchill dichiarò che la Gran Bretagna non si sarebbe mai piegata a costo di qualunque sacrificio. Il Fuhrer abbandonò l’idea dell’invasione dell’Inghilterra e allargò il suo sistema di alleanze attraverso il patto tripartito tra Germania, Italia e Giappone per creare un nuovo ordine in Europa e in Asia.
La “guerra parallela” dell’Italia
Mussolini nel frattempo diede inizio alla “guerra parallela”: il Duce tentò di espandersi in Africa e nei Balcani (pur essendo l’esercito italiano inadeguato). Nel 1940 attaccarono:
• Domini inglesi in Africa: causò una violenta controffensiva inglese contro tutti i domini italiani. Gli inglesi entrarono in Cirenaica ma vennero fermati dagli Africa Korps, conquistarono Addis Abeba (Etiopia) decretando la fine del controllo coloniale italiano in Africa orientale.
• Grecia: si rilevò subito insuccesso poiché dovettero intervenire le truppe tedesche per evitare che la controffensiva tedesca conquistasse l’Albania.
• Balcani: dimostrando nuovamente la loro inaffidabilità ed il bisogno dell’intervento tedesco.
Il conflitto si allarga
1. Nel 1941 di fatto i tedeschi controllavano l’intera Europa occidentale (a parte l’Inghilterra), ora Hitler valutò l’idea di invadere l’URSS per esigenze strategiche e ideologiche (Europa orientale – grano – materie prime come metallo e petrolio). Prima di attaccarla occupò la Bulgaria e la Jugoslavia. Poteva dunque iniziare la “operazione Barbarossa”, il 22 giugno 1941 senza dichiarazione di guerra le truppe avanzarono lungo un fronte di 1600 km puntando verso 3 obiettivi: Leningrado, Mosca ed il Mar Nero. L’esercito nazista inflisse ai Russi perdite terribili, non solo con l’intento militare solito: voleva annientare il nemico bolscevico e sottomettere la popolazione slava. Stalin allora chiamò il suo popolo a difesa del suolo nazionale e cambiò strategia nei confronti delle forze occidentali contro il nazifascismo. Riuscirono ad organizzare le forze armate sovietiche al comando del generale Georgij Zukov. I nazisti dovevano arrivare al loro obiettivo prima che l’inverno russo arrivasse, ma i fattori climatici, ambientali, le difficoltà di rifornimento e la continua controffensiva Russa rallentarono l’avanzata. Leningrado venne assediata per 28 mesi e l’avanzata verso Mosca portò all’arresto dell’offensiva nazista. Il piano di “guerra lampo” era fallito.
2. Gli Stati Uniti, non ancora intervenuti ma sempre dalla parte della resistenza anglofrancese, nel 1941 vararono la legge detta “Affissi e prestiti”: concedere all’Inghilterra prestiti agevolati e la possibilità di acquistare armamenti, per resistere ai tedeschi.
3. Sempre nel 1941 Churchill e Roosevelt firmarono la Carta Atlantica principi per la ricostruzione di un mondo liberato dalla minaccia nazista. Ad essa aderì anche l’URSS.
• I popoli hanno diritto a scegliersi la forma di governo. I diritti sovrani di autogoverno vanno restituiti a coloro che ne sono stati privati con la forza.
• Tutti i Paesi devono avere libero accesso ai commerci e alle risorse mondiali. Per il conseguimento del progresso economico e sociale.
• La tirannia tedesca va distrutta per una coesistenza pacifica. Tutte le nazioni del mondo devono abbandonare l’impiego della forza.
4. Nel frattempo nel Pacifico il Giappone occupò l’Indocina francese ma USA e Inghilterra intimarono il ritiro delle truppe di occupazione dalle loro vicine colonie. Nel 1940 aderì al patto tripartio e nel 1941 firmò un patto di non belligeranza con l’URSS, poiché i suoi interessi erano rivolti al sud ciò voleva dire andare contro agli Stati Uniti, i quali avevano il controllo delle Filippine e di altri arcipelaghi.
Nel 1941 senza dichiarazione di guerra le truppe giapponesi attaccarono via aerea la flotta americana nel porto di Pearl Harbor. Usa e Inghilterra dichiararono guerra al Giappone e successivamente Germania e Italia dichiararono guerra agli Stati Uniti. Il conflitto divenne di dimensioni mondiali.
La crisi dell’asse e la riscossa degli alleati (1942-1943)
A metà del 1942 le truppe dell’Asse stavano vincendo:
• la Germania controllava l‘Europa continentale e gran parte dell’Africa settentrionale con una organizzazione poliziesca. Anche la Francia settentrionale era sotto al controllo tedesco, mentre in Francia meridionale i nazisti avevano posto al potere dei regimi collaborazionisti; inoltre vi erano gli stati indipendenti di Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia con al potere regimi filonazisti alleati con la Germania.
• I Giapponesi portarono avanti il loro attacco verso il sud e conquistarono svariati territori, annientando le forze inglesi e mettendo in grande difficoltà quelle degli USA. Il Giappone pur non avendo un piano razziale furono autori di atroci violenze e tentativi di pulizia etnica “Stupro di Nanchino”: dopo la conquista della città i giapponesi si abbandonarono a violenze di ogni sorta ai danni della popolazione, provocando un gran numero di morti e feriti.
Nella seconda metà del 1942 però quelli dell’Alleanza presero l’iniziativa ed in sole 3 battaglie segnarono la svolta dell’andamento del conflitto:
• Midway nel Pacifico: le forze americane sconfissero la flotta giapponese in una battaglia aeronavale. Con la riconquista dell’arcipelago di Salomone si diede inizio al contrattacco statunitense.
• El Alamein in Africa: le truppe di Rommel avevano raggiunto El Alamein ma furono fermate e respinte dall’VII Armata del generale inglese Montgomery. Intanto gli statunitensi occupavano Marocco e Algeria. Nel 1943 Rommel dichiarò la resa
• Stalingrado in Russia: i tedeschi avevano assediato Stalingrado nel 1942 ma nel 1943 l’esercito russo creo una controffensiva accerchiando gli insediamenti tedeschi e obbligandoli quindi alla resa nel 1943.
Nel 1943 si tenne a Teheran una conferenza dei capi di stato alleati (Stalin, Roosevelt, Churchill) per concordare le strategie del conflitto e per organizzare l’assetto postbellico.
Gli alleati in Italia e la caduta del fascismo (1943)
Il Regime Fascista aveva perso gran parte del sostegno popolare successivamente all’entrata in guerra, a causa delle numerose sconfitte e della sua sudditanza rispetto all’alleato tedesco. Nel 1943 gli operai iniziarono scioperi nelle fabbriche del nord, intanto la conquista della Tunisia da parte delle forze alleate costituì la premessa per lo sbarco in Italia gli angloamericani sbarcarono in Sicilia, la rapida avanzata degli alleati accelerò il crollo del Regime. Tra il 24-25 Luglio il Gran Consiglio del Fascismo votò la sfiducia al Duce, il re Vittorio Emanuele III lo fece arrestare e affidò l’incarico di formare un novo governo a Badoglio. La caduta di Mussolini venne festeggiata con manifestazioni di giubilo ma i primi 45 giorni del nuovo governo delusero coloro che avevano sperato in un rinnovamento democratico, a causa del comportamento incerto di Badoglio e dell’impedimento di ricostituire partiti democratici. Inoltre mentre confermava l’alleanza con i tedeschi firmò un armistizio con le forze alleate, il re ed il governo successivamente fuggirono senza dare alcuna indicazione chiara all’esercito, il quale si trovò allo sbando.
Le truppe tedesche insediate in Italia occuparono le principali città italiane, liberarono Mussolini e fermarono l’avanzata degli Alleati lungo la “linea Gustav” fino al 1944.Nell’Italia centro-.settentrionale Mussolini instaurò la Repubblica sociale in Italia, con capitale Salò; coloro che aderirono all’esercito di Salò vennero liberati (forze repubblichine), se no venivano catturati e deportati. Queste forze repubblichine iniziarono a collaborare con i nazisti, ma nello stesso periodo nacquero formazioni partigiane contro i nazisti ed i fascisti. Badoglio dichiarò guerra alla Germania, trasformando l’Italia in un paese “cobelligerante” con gli Alleati (ambiguità dell’Italia prima nemica e poi Alleata … il nuovo governo non verrà riconosciuto e alla fine della guerra essa verrà ritenuta ancora nemica).
La resistenza in Europa (1943-1944)
Opposizioni nazifasciste si registrarono in diversi Paesi europei, la Resistenza ebbe caratteristiche differenti da Paese a Paese ma con l’unico scopo della liberazione nazionale dall’invasore e dai governi collaborazionisti, cercando di riportare la situazione a come era prima dell’arrivo tedesco oppure creando un nuovo ordine politico da zero. Questi movimenti nascono già nel 1940 in Europa settentrionale negli stati occupati dai tedeschi attraverso sabotaggi, guerriglie, scioperi e stampe antinaziste clandestine.
1. In Francia De Grulle diede vita nel 1943 d un Comitato Francese di liberazione nazionale ad Algeri organismo di organizzazione dell’azione partigiana, evitando che i comunisti monopolizzassero la Resistenza. Nel 1944 divenne il governo provvisorio e si instaurò a Parigi alla fine del conflitto.
2. In Germania non nacquero movimenti di Resistenza ma solo prese di posizione antiHitleriane senza mai sviluppare un’opposizione attiva. Nel 1944 venne organizzato un attentato contro Hitler, esso fallì e venne represso da parte del Regime.
3. In Jugoslavia la resistenza era organizzata dal generale Tito, il cui gruppo di ideologia comunista aveva una composizione multietnici, e dai nazionalisti serbi. I due gruppi finirono per farsi guerra tra loro, allora i nazionalisti serbi si allearono col partito nazifascista contro il generale Tito. Quest’ultimo ottenne l’appoggio degli Alleati e divenne il punto di riferimento della Resistenza nei Balcani. Le foibe, cavità naturali, vennero utilizzate come fossi comuni in cui gettavano le vittime (Eccidio delle foibe).
La sconfitta del nazismo e la fine della guerra (1944-1945)
La “linea Gustav” sulla quale si erano arrestati i tedeschi in Italia venne sfondata nel 1944, Cassino fu conquistata lo stesso anno. In seguito gli Alleati andarono verso Roma e Firenze occupandole. I tedeschi intanto fermarono l’avanzata angloamericana sull’Appennino tosco-emiliano creando una linea gotica. Dove resistettero fino all’anno successivo. Il rallentamento delle forze angloamericane fu dovuto dalla strenua resistenza tedesca e dallo spostamento d’interesse strategico militare verso l’Europa settentrionale. Nel rispetto degli accordi di Teheran le forze Alleate effettuarono uno sbarco in Normandia con grande dispiegamento di mezzi. I tedeschi si trovavano dunque stretti in una morsa:
• Ovest: angloamericani verso Parigi.
• Est: l’Armata rossa invadeva la Polonia.
Mentre si avvicinavano le truppe alleate nel 1944 Parigi si liberò con un’insurrezione popolare, De Grulle entrò trionfante nella capitale ed organizzò il nuovo governo della Francia liberata. A oriente le forze hitleriane erano in rotta lungo tutto il fronte, l’esercito russo dopo Stalingrado costrinse i nazisti ad una ritirata; Leningrado nel 1944 ruppe l’assedio tedesco. A giugno le truppe sovietiche entrarono in Polonia. Il 9 ottobre 1944 Stalin e Roosevelt si incontrarono a Mosca per decidere l’assetto dell’Europa sud-orientale le forze armate sovietiche occuparono Bulgaria, Romania e Ungheria, gli inglesi penetrarono in Grecia. Tra il 4 e l’11 febbraio 1945 si tenne la conferenza di Yalta (Crimea): Roosevelt, Churchill e Stalin si riunirono per decidere l’assetto postbellico dell’Europa, i principali accordi furono:
1. L’URSS dichiara guerra al Giappone.
2. La Germania si suddivise in 4 zone: Gran Bretagna, USA, Francia, URSS.
3. Nei Paesi liberati si tenevano libere elezioni.
4. Istituzione dell’Organizzazione delle nazioni unite.
L’offensiva antinazista giunse al termine, l’avanzata sovietica occupò Vienna e Berlino, Praga liberata. Gli angloamericani avanzarono su Amburgo e si congiunsero con l’avanzata sovietica presso l’Elba. La linea gotica Italiana venne sfondata, il Comitato di Liberazione nazionale proclamò l’insurrezione popolare, Mussolini tentò di fuggire in Svizzera ma venne arrestato dai partigiani e fucilato. Il 29 aprile le truppe nazifasciste chiesero la resa e Hitler il 30 aprile si suicidò.
La conclusione del conflitto nel Pacifico
Alla fine della primavera nel 1945 il Giappone era l’unico ormai a contrastare disperatamente l’offensiva americana e si preparava ad una lunga e drammatica resistenza. Fin dal 1943 gli USA avevano riaffermato la supremazia sul Pacifico. Il Giappone era ormai sull’orlo del collasso a causa dello sforzo economico sostenuto, l’avanzata americana era inarrestabile l’aviazione statunitense aveva iniziato ad attaccare il Giappone e la captale Tokyo. I giapponesi iniziarono attacchi di kamikaze. La conquista comunque del Giappone non si sapeva quanto fosse andata avanti, a causa del gran numero di uomini ancora a disposizione!! Il successore di Roosevelt, Truman, decise di lanciare due bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki per piegare la resistenza nipponica. L’URSS dichiarò successivamente guerra al Giappone, il quale si ritirò definitivamente. La guerra era davvero finita.
La shoah
Durante la guerra i nazisti avevano posto sotto il proprio controllo l’intera Europa continentale. In quei mesi fu sul punto di realizzarsi il “nuovo ordine”, vagheggiato da Hitler nel Mein Kampf. Era basato sulle idee cardine della concezione politica hitleriana:
• Superiorità della razza ariana.
• Sottomissione dei popoli slavi.
• Occupazione a est dello spazio vitale.
• Sistemare la questione ebraica sterminio. Le leggi antisemite furono estese a tutti i territori occupati dai tedeschi, gli ebrei furono schedati e obbligati a portare sugli abiti una stella gialla che li rendesse riconoscibili. Essi nell’Europa orientale vennero chiusi nei ghetti dai quali non potevano uscire (ad esclusione del lavoro), le condizioni di vita erano disumane, i sopravvissuti venivano deportati in campi di concentramento e di sterminio (lager) nei quali furono annullati come esseri viventi. A lungo si discusse la modalità per arrivare ad una Europa judenfrei (senza ebrei): inizialmente si era pensato di deportarli in un’area ma era troppo dispendioso, nel 1941 si diede via al rallestramento e alla fucilazione di massa degli ebrei. Nel 1942 si tenne a Berlino una riunione nella quale venne redatto un protocollo: la soluzione finale era lo sterminio. Nacquero così i lager con camere a gas e muri del pianto.
La conferenza di potsdam e l’assetto postbellico
I leader delle tre potenze vincitrici (USA, URSS e Inghilterra) si incontrarono a Postdam presso Berlino nel 1945. L’unico presente degli statisti che avevano partecipato al conflitto fu Stalin (Roosevelt Truman / Churchill elezioni Attlee). Le condizioni di pacifica collaborazione vennero meno, la logica della suddivisione dell’Europa in sfere d’influenza finì per prevalere sul principio di autodeterminazione dei popoli, causando così una frattura fra gli ex alleati. I trattati di pace furono stilati a Parigi e firmati a New York nel 1947 (ratifiche delle conferenze di Teheran, Yalta, Postdam). La “denazificazione” della Germania avvenne a vari livelli: i membri delle SS furono imprigionati e processati a Norimberga condannati per crimini contro l’umanità. La situazione tornò identica a quella prima del conflitto, ad eccezione dell’Italia che venne trattata come paese vinto e subì dunque molte clausole:
• Abbandonare le colonie africane.
• Assegnare le isole del Dodecaneso e Rodi alla Grecia.
• Briga e Tenda a Francia.
• Istria e parte del Venezia Giulia alla Jugoslavia.
• Trieste venne divisa in zona A (angloamericana) e zona B (jugoslava).
Il fallimento della Società delle Nazioni portò a creare un organismo internazionale per scongiurare i nuovi conflitti: Organizzazione delle nazioni unite (ONU). I paesi vincitori della seconda guerra mondiale (USA, URSS, Francia, Inghilterra, Cina) entrarono a far parte dell’organo decisionale dell’ONU Consiglio di sicurezza. Importante fu la conferenza di Bretton Woods che regolò i rapporti economici e finanziari, prevedendo anche l’istituzione di un fondo monetario internazionale e di una banca mondiale, entrambe controllate dagli USA.
Le due guerre: un confronto ed un bilancio
Il periodo che va tra il 1914 ed il 1915 alcuni storici lo definiscono “La seconda guerra dei 30 anni” per dare una continuità tra le due guerre e mettere in luce il fatto che la Seconda scoppiò a causa delle questioni lasciate irrisolte della prima. Anche nei sistemi di alleanze vengono riscontrate analogie: da un lato democrazie occidentali e dall’altro regimi autoritari.
Tra le due guerre vi furono differenze:
1. Quantitative: la seconda è stata da questo punto di vista la più grande sia per espansione sia per le tecnologie impiegate ed il contributo dell’industria (bomba atomica) ed il numero delle vittime.
2. Qualitative: la prima guerra mondiale è stata definita totale ma solo la seconda ha visto il coinvolgimento della popolazione in modo diretto. La prima venne combattuta principalmente in trincea, la seconda si allargava ad ogni ambito della vita. L’idea della guerra era diversa: nel secondo conflitto mondiale la popolazione civile era elemento del conflitto per forza di cose lotta partigiana resistenza. Il fatto della bomba atomica colpì poi eticamente la popolazione. Inoltre la faccenda della deportazione e dello sterminio, la schiavizzazione, i lager e i ghetti.
L’Italia dalla caduta del fascismo alla liberazione
L’Italia divisa
L’arrivo di Badoglio nel 1943 portò l’Italia allo sbando: confermò l’alleanza con la Germania e strette un armistizio con le forze alleate; inoltre il trasferimento della corte a Brindisi (città alleata) portò un abbandono della popolazione:
• L’esercito non sapeva cosa e come fare: nell’isola greca Cefalonia la divisione Acqui resistette alla richiesta tedesca di resa incondizionata i tedeschi furono spinti alla resa e 5000 di loro vennero fucilati sul campo (“martiri di Cefalonia”), i fuggitivi si unirono ai partigiani greci.
• La popolazione si sentiva abbandonata: il 9 settembre a Roma civili e militari tennero testa ai tedeschi a San Paolo, Napoli insorse e si liberò dopo 4 giorni anticipando l’arrivo degli angloamericani.
Finalmente Badoglio dichiarò guerra alla Germania Italia divisa:
• Regno del Sud: occupato dagli angloamericani e amministrato dal governo promissorio di Badoglio.
• Nord: occupato dai tedeschi e governato dalla Repubblica sociale italiana.
Il regno del sud fra il 1943 ed il 1944
Inizialmente come primo ministro rimase Badoglio, al re e al governo importava solo il garantire la continuità istituzionale (superando il ventennio fascista ritenuto un grande incidente ormai concluso). La liberazione dell’Italia meridionale avvenne allo sbarco degli Alleati ad Anzio il 22 Gennaio del 1944, Salerno divenne capitale; inoltre a Marzo rientrò dall’esilio il leader del Partito Comunista italiano Togliatti “La svolta di Salerno” indica la strategia dal leader ideata, la quale portava un cambiamento di orientamento politico dei comunisti: riconoscendo la priorità della lotta di liberazione dagli invasori tedeschi e proponendo una collaborazione fra partiti democratici e la monarchia. Dunque ci fu una tregua fra i vari partiti per la lotta contro gli avversari e il re.
Nel 1944 nacque il primo governo di unità nazionale formato da: Partito comunista italiano, Democrazia Cristiana, Partito socialista di unità proletaria, Partito d’Azione, Partito liberale, Democrazia del lavoro CNL. La proposta era una lotta contro fascisti e nazisti, malgrado le differenze di pensiero sul futuro dell’Italia. Con la liberazione di Roma del 1944 si costituì un nuovo governo con sede a Roma e presieduto da Bonomi, Vittorio Emanuele III abdicò in favore del figlio Umberto.
Il centro nord: l’occupazione nazifascista e la resistenza
La Repubblica sociale nata all’occupazione tedesca presentò subito le sue debolezze, a partire dai confini: definiti al Nord dalle Alpi ed al Sud dalla “linea Gotica”. Tuttavia i tedeschi avevano assunto il controllo diretto di Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia (incorporati dalla Germania).
La Repubblica di Salò appariva non distinguibile dall’occupazione nazista, anche se i Repubblichini avessero un loro progetto politico (più teorizzato che praticato):
• Antiplutocratici ed anticapitalisti.
• Politica razziale.
• Rifiuto compromessi con la vecchia classe dirigente liberale ed aristocratica.
• Svolta istituzionale in senso Repubblicano.
Il fascismo di Salò cercò dunque di proporsi come conseguimento dell’incompiuta “rivoluzione fascista” e tentò di assumere caratteristiche differenti dal quelle del Regime.
Nacquero le prime formazioni partigiane, per opporsi alla Repubblica di Salò ed all’occupazione nazista, principalmente in montagna, dove era più semplice sfuggire alla repressione nazifascista, ma presenti anche in pianura e nei centri urbani (esempio GAP e SAP a protezione della popolazione civile) non erano ideologicamente omogenee:
1. Autunno 1943 nacque il Comitato di Liberazione nazionale dell’Alta Italia (CLNAI): organizzò la resistenza militare antifascista al comando di Cadorna (monarchico), Parri (partito d’Azione) e Longo (partito comunista).
2. Brigate Garibaldi (comuniste).
3. Brigate Matteotti (socialiste).
4. Brigate Giustizia e Libertà (partito d’Azione).
La maggioranza comunque rimase quella comunista.
La collaborazione fra gruppi partigiani, monarchia e angloamericani era nettamente difficile il 7 Dicembre 1944 il comando alleato decise di aiutare la lotta partigiana; successivamente il 26 Dicembre Bonomi firmò un accordo con il CLNAI. I partigiani allora instaurarono in alcune aree repubbliche democratiche ad ispirazione egualitaria (non durevoli ma che rendevano esplicito l’indirizzo partigiano). La Resistenza determinò la nascita della Repubblica democratica italiana.
L’azione delle forze nazifasciste fu violenta contro quelle partigiane, i quali non erano gli unici bersagli della loro ferocia: ad essi bisogna aggiungere la popolazione civile:
• Eccidi delle Fosse Ardeatine a Roma: voluto da Hitler, vennero fucilati e seppelliti 335 italiani.
• Eccidio di Marzabotto a Bologna: Reder massacrò 1836 persone.
L’Italia liberata
Allo sfondamento della “linea Gotica” da parte degli Alleati e alla liberazione di molte città da parte dei partigiani il Nord passò al controllo della CLN ed ai partiti che lo costituivano. Gli angloamericani si occuparono di fascisti e repubblichini, i partigiani vennero disarmati per raggiungere l’obiettivo di pacificare il Paese.
Nel Centro-Sud non si era combattuta la Resistenza. Nacque il movimento “Uomo qualunque” di Giannini: il quale rappresentava il disimpegno e disprezzo da parte della piccola e media borghesia meridoonale per la rinascita politica e morale del Paese. Al contrario nel Nord le istanze della Resistenza vennero deluse e molti considerarono incompiuta la propria lotta.
L’Italia riunita appariva divisa tra molte anime:
1. Comunisti e socialisti aspettavano l’arrivo di un rinnovamento.
2. La chiesa fu perplessa sull’idea egualitaria e radicalmente democratica.
3. Il governo Bonomi era in difficoltà poiché non riusciva a coordinare le diverse tendenze e indirizzi politici Nasce il governo Parri, il quale propose un piano radicale di epurazione dei residui di Fascismo. Fu costretto però alle dimissioni ben presto a causa dell’opposizione dei moderati, guidati da De Gasperi.
LA TRAGEDIA DELLA GUERRA
VERSO IL CONFLITTO
La politica di espansione della Germania nazista portò in pochi anni allo scoppio di un secondo conflitto mondiale, al
quale Hitler si era già preparato creando attorno a se una rete di alleanze (la quale venne cementificata nel 1936 con la
stipulazione del patto anti-Comintern con il Giappone). era stato dunque riavviato il riarmo tedesco ed era assicurato
l’appoggio di Mussolini. Il primo obiettivo dell’espansione nazista fu l’annessione dell’Austria, successivamente
minacciò i Sudati (Cecoslovacchia), davanti ad essa i rappresentanti di Francia, Inghilterra e Italia si unirono a Monaco
di Baviera per risolvere pacificamente la questione: i Sudati venivano ceduti alla Germania ma essa doveva rinunciare
ad ulteriori annessioni. La guerra sembrava evitata, ma era solo questione di tempo: nel 1939 le truppe naziste entrarono
in Cecoslovacchia ed occuparono militarmente Memel (Lituania). Mussolini intanto tentava di compensare il potere
nazista invadendo l’Albania, ormai la politica estera Italiana dipendeva dall’alleanza nazista attraverso il “Patto
d’Acciaio”. Hitler inoltre tentò di prendersi il “corridoio di Danzica” ma Francia e Inghilterra si opposero all’invasione
della Polonia. Ma alla fine i Ministri degli esteri sovietici e tedeschi firmarono un patto di non aggressione per 10 anni,
esso comprendeva anche un protocollo segreto: URSS e Germania si accordavano per la spartizione della Polonia.
LA “GUERRA LAMPO” (1939-1940)
1. L’1 settembre 1939 i carri armati tedeschi entrarono in Polonia da occidente, mentre l’Armata rossa entrava da
oriente il paese venne occupato applicando con successo una guerra di movimento con una grossa copertura
aerea e l’utilizzi dei mezzi corazzati (“guerra lampo”). Questa invasione scatenò la reazione di Francia e
Inghilterra ed il 3 settembre dichiararono guerra alla Germania, Mussolini con il consenso della Germania
preferì per il momento rimanere neutrale. Secondo il patto segreto tra URSS e Germania alcune aree vennero
occupate dall’URSS e successivamente lanciarono un attacco contro la Finlandia, il quale scontro finì con una
pace che assegnava a Mosca l’istmo di Camelia.
2. Sul fronte francese non avvenne praticamente nulla: aspettarono l’attacco tedesco dietro la linea fortificata
“Maginot” ma le cose non andarono come previsto. Nel 1940 Hitler occupò Danimarca e Norvegia e
successivamente Belgio, Lussemburgo e Olanda aggirarono la linea “Maginot” ed attaccarono la Francia da
norde sulle Alpi (Mussolini). La controffensiva francese non servì a niente: le truppe tedesche portarono le
truppe anglofrancesi a ritirarsi via mare dal porto di Dunkerque (fuggendo a Londra), lasciando a Hitler il
campo. Il Paese passò direttamente sotto il controllo tedesco con un governo collaborazionista; il governo
francese divenne un satellite nell’orbita nazista.
3. Hitler decise di avviare una massiccia offensiva aerea contro la Gran Bretagna, nel 1940 si svolse la “battaglia
d’Inghilterra” dove entrambi gli schieramenti subirono perdite. Churchill dichiarò che la Gran Bretagna non si
sarebbe mai piegata a costo di qualunque sacrificio. Il Fuhrer abbandonò l’idea dell’invasione dell’Inghilterra e
allargò il suo sistema di alleanze attraverso il patto tripartito tra Germania, Italia e Giappone per creare un
nuovo ordine in Europa e in Asia.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA
Mussolini nel frattempo diede inizio alla “guerra parallela”: il Duce tentò di espandersi in Africa e nei Balcani (pur
essendo l’esercito italiano inadeguato). Nel 1940 attaccarono:
Domini inglesi in Africa: causò una violenta controffensiva inglese contro tutti i domini italiani. Gli inglesi
entrarono in Cirenaica ma vennero fermati dagli Africa Korps, conquistarono Addis Abeba (Etiopia)
decretando la fine del controllo coloniale italiano in Africa orientale.
Grecia: si rilevò subito insuccesso poiché dovettero intervenire le truppe tedesche per evitare che la
controffensiva tedesca conquistasse l’Albania.
Balcani: dimostrando nuovamente la loro inaffidabilità ed il bisogno dell’intervento tedesco.
IL CONFLITTO SI ALLARGA
1. Nel 1941 di fatto i tedeschi controllavano l’intera Europa occidentale (a parte l’Inghilterra), ora Hitler valutò
l’idea di invadere l’URSS per esigenze strategiche e ideologiche (Europa orientale – grano – materie prime
come metallo e petrolio). Prima di attaccarla occupò la Bulgaria e la Jugoslavia. Poteva dunque iniziare la
“operazione Barbarossa”, il 22 giugno 1941 senza dichiarazione di guerra le truppe avanzarono lungo un
fronte di 1600 km puntando verso 3 obiettivi: Leningrado, Mosca ed il Mar Nero. L’esercito nazista inflisse ai
Russi perdite terribili, non solo con l’intento militare solito: voleva annientare il nemico bolscevico e
sottomettere la popolazione slava. Stalin allora chiamò il suo popolo a difesa del suolo nazionale e cambiò
strategia nei confronti delle forze occidentali contro il nazifascismo. Riuscirono ad organizzare le forze armate
sovietiche al comando del generale Georgij Zukov. I nazisti dovevano arrivare al loro obiettivo prima che
l’inverno russo arrivasse, ma i fattori climatici, ambientali, le difficoltà di rifornimento e la continua
controffensiva Russa rallentarono l’avanzata. Leningrado venne assediata per 28 mesi e l’avanzata verso
Mosca portò all’arresto dell’offensiva nazista. Il piano di “guerra lampo” era fallito.
2. Gli Stati Uniti, non ancora intervenuti ma sempre dalla parte della resistenza anglofrancese, nel 1941 vararono
la legge detta “Affissi e prestiti”: concedere all’Inghilterra prestiti agevolati e la possibilità di acquistare
armamenti, per resistere ai tedeschi.
3. Sempre nel 1941 Churchill e Roosevelt firmarono la Carta Atlantica principi per la ricostruzione di un
mondo liberato dalla minaccia nazista. Ad essa aderì anche l’URSS.
I diritti sovrani di autogoverno vanno restituiti a coloro
I popoli hanno diritto a scegliersi che ne sono stati privati con la forza.
la forma di governo.
Per il conseguimento del progresso economico e sociale.
Tutti i Paesi devono avere libero
accesso ai commerci e alle risorse mondiali.
Tutte le nazioni del mondo devono abbandonare
La tirannia tedesca va distrutta l’impiego della forza.
per una coesistenza pacifica.
4. Nel frattempo nel Pacifico il Giappone occupò l’Indocina francese ma USA e Inghilterra intimarono il ritiro
delle truppe di occupazione dalle loro vicine colonie. Nel 1940 aderì al patto tripartio e nel 1941 firmò un patto
di non belligeranza con l’URSS, poiché i suoi interessi erano rivolti al sud ciò voleva dire andare contro
agli Stati Uniti, i quali avevano il controllo delle Filippine e di altri arcipelaghi.
Nel 1941 senza dichiarazione di guerra le truppe giapponesi attaccarono via aerea la flotta americana nel porto
di Pearl Harbor. Usa e Inghilterra dichiararono guerra al Giappone e successivamente Germania e Italia
dichiararono guerra agli Stati Uniti. Il conflitto divenne di dimensioni mondiali.
LA CRISI DELL’ASSE E LA RISCOSSA DEGLI ALLEATI (1942-1943)
A metà del 1942 le truppe dell’Asse stavano vincendo:
la Germania controllava l‘Europa continentale e gran parte dell’Africa settentrionale con una organizzazione
poliziesca. Anche la Francia settentrionale era sotto al controllo tedesco, mentre in Francia meridionale i
nazisti avevano posto al potere dei regimi collaborazionisti; inoltre vi erano gli stati indipendenti di Italia,
Ungheria, Romania e Slovacchia con al potere regimi filonazisti alleati con la Germania.
I Giapponesi portarono avanti il loro attacco verso il sud e conquistarono svariati territori, annientando le forze
inglesi e mettendo in grande difficoltà quelle degli USA. Il Giappone pur non avendo un piano razziale furono
autori di atroci violenze e tentativi di pulizia etnica “Stupro di Nanchino”: dopo la conquista della città i
giapponesi si abbandonarono a violenze di ogni sorta ai danni della popolazione, provocando un gran numero
di morti e feriti.
Nella seconda metà del 1942 però quelli dell’Alleanza presero l’iniziativa ed in sole 3 battaglie segnarono la svolta
dell’andamento del conflitto:
Midway nel Pacifico: le forze americane sconfissero la flotta giapponese in una battaglia aeronavale. Con la
riconquista dell’arcipelago di Salomone si diede inizio al contrattacco statunitense.
El Alamein in Africa: le truppe di Rommel avevano raggiunto El Alamein ma furono fermate e respinte
dall’VII Armata del generale inglese Montgomery. Intanto gli statunitensi occupavano Marocco e Algeria. Nel
1943 Rommel dichiarò la resa
Stalingrado in Russia: i tedeschi avevano assediato Stalingrado nel 1942 ma nel 1943 l’esercito russo creo una
controffensiva accerchiando gli insediamenti tedeschi e obbligandoli quindi alla resa nel 1943.
Nel 1943 si tenne a Teheran una conferenza dei capi di stato alleati (Stalin, Roosevelt, Churchill) per concordare le
strategie del conflitto e per organizzare l’assetto postbellico.
GLI ALLEATI IN ITALIA E LA CADUTA DEL FASCISMO (1943)
Il Regime Fascista aveva perso gran parte del sostegno popolare successivamente all’entrata in guerra, a causa delle
numerose sconfitte e della sua sudditanza rispetto all’alleato tedesco. Nel 1943 gli operai iniziarono scioperi nelle
fabbriche del nord, intanto la conquista della Tunisia da parte delle forze alleate costituì la premessa per lo sbarco in
Italia gli angloamericani sbarcarono in Sicilia, la rapida avanzata degli alleati accelerò il crollo del Regime. Tra il 24-
25 Luglio il Gran Consiglio del Fascismo votò la sfiducia al Duce, il re Vittorio Emanuele III lo fece arrestare e affidò
l’incarico di formare un novo governo a Badoglio. La caduta di Mussolini venne festeggiata con manifestazioni di
giubilo ma i primi 45 giorni del nuovo governo delusero coloro che avevano sperato in un rinnovamento democratico, a
causa del comportamento incerto di Badoglio e dell’impedimento di ricostituire partiti democratici. Inoltre mentre
confermava l’alleanza con i tedeschi firmò un armistizio con le forze alleate, il re ed il governo successivamente
fuggirono senza dare alcuna indicazione chiara all’esercito, il quale si trovò allo sbando.
Le truppe tedesche insediate in Italia occuparono le principali città italiane, liberarono Mussolini e fermarono l’avanzata
degli Alleati lungo la “linea Gustav” fino al 1944.Nell’Italia centro-.settentrionale Mussolini instaurò la Repubblica
sociale in Italia, con capitale Salò; coloro che aderirono all’esercito di Salò vennero liberati (forze repubblichine), se no
venivano catturati e deportati. Queste forze repubblichine iniziarono a collaborare con i nazisti, ma nello stesso periodo
nacquero formazioni partigiane contro i nazisti ed i fascisti. Badoglio dichiarò guerra alla Germania, trasformando
l’Italia in un paese “cobelligerante” con gli Alleati (ambiguità dell’Italia prima nemica e poi Alleata … il nuovo
governo non verrà riconosciuto e alla fine della guerra essa verrà ritenuta ancora nemica).
LA RESISTENZA IN EUROPA (1943-1944)
Opposizioni nazifasciste si registrarono in diversi Paesi europei, la Resistenza ebbe caratteristiche differenti da Paese a
Paese ma con l’unico scopo della liberazione nazionale dall’invasore e dai governi collaborazionisti, cercando di
riportare la situazione a come era prima dell’arrivo tedesco oppure creando un nuovo ordine politico da zero. Questi
movimenti nascono già nel 1940 in Europa settentrionale negli stati occupati dai tedeschi attraverso sabotaggi,
guerriglie, scioperi e stampe antinaziste clandestine.
1. In Francia De Grulle diede vita nel 1943 d un Comitato Francese di liberazione nazionale ad Algeri
organismo di organizzazione dell’azione partigiana, evitando che i comunisti monopolizzassero la Resistenza.