vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Risorgimento italiano
1. Risorgimento e storia d’Italia:
Risorgimento = inizi ’800 riscoperta e rivendicazione identità nazionale in Italia (porterà alla conquista dell’indipendenza). Rinascita culturale e politica, riscatto dalla servitù e decadenza morale, ritorno a un passato glorioso.
L’Italia non era mai stata un paese unitario (unita politicamente sotto l’impero Romano, ma con un’entità statale sovranazionale e universalistica) e con sovranità straniere.
Eppure sin dall’epoca dei comuni esisteva un’idea di Italia (comunità linguistica, culturale, religiosa,economica), viva nel pensiero degli intellettuali italiani (Petrarca, Machiavelli, Alfieri). Col diffondersi della cultura illuminista questa idea si era fatta più viva insieme all’aspirazione a una rinascita, rinnovamento culturale e morale del popolo italiano.
Nel movimento giacobino erano emerse voci unitarie e indipendentiste ma erano rimaste soffocate dalla contraddizione del giacobinismo italiano: portatore di idee rivoluzionarie legate alle sorti di una potenza straniera. Con la restaurazione (stabilizzazione egemonia austriaca) la situazione in Italia peggiorò. Per i patrioti i problemi si risolsero: lotta per gli ideali liberali e democratici = liberazione dal dominio straniero.
Moti ‘20-’21: questione nazionale assente ma rivendicazioni di ordine costituzionale e mutamenti politici nei singoli Stati.
2. I moti del 1831:
Insurrezioni (conseguenza rivoluzione in Francia 1830)(risultato di una trama settari a Modena che giovava dell’ambiguo appoggio di Francesco IV che voleva diventare il sovrano del Regno dell’Italia centro-settentrionale): ducati di Modena e Parma e parte dello Stato Pontificio.
Francesco IV con alcuni esponenti delle società segrete di Modena tra cui Ciro Menotti (imprenditore e commerciante, voleva allargare la cospirazione allo Stato Pontificio e alla Toscana per creare un’Italia unita con una monarchia costituzionale). Ma dopo lo scoppio della rivoluzione in Francia Francesco abbandonò l’idea di cospirazione (ma tenne i contatti con i liberali per poterli controllare) perché capì che l’Austria si sarebbe opposta a qualsiasi mutazione. Il 3 febbraio fece arrestare i capi della congiura in casa Menotti.
La rivolta, ormai partita, scoppiò a Bologna (4 febbraio) e si estese a tutte le legazioni Pontificie, Parma, Modena (fuga Francesco IV e Maria Luisa).
Rispetto alle insurrezioni del ’20-21 hanno alcune novità: a muoversi furono i borghesi (non militari) appoggiati dall’aristocrazia liberale e il popolo (soprattutto nelle legazioni VS malgoverno pontificio). Bologna e Ducati = mobilitazione (in piazza) sufficiente VS governo debole e poco preparato. Stato Pontificio = scoppio dei moti coincise col conclave (Gregorio XVI). Si cercò di unire le varie insurrezioni cittadine: Legazioni = Governo delle Province Unite (sede a Bologna) e corpo di volontari(marcia verso Roma).
La persistenza delle divisioni municipaliste e il riproporsi del contrasto tra democratici (portare la lotta nel cuore dello Stato Pontificio) e moderati (tattica attendista, speravano nell’aiuto della Francia vs intervento Austria) condizionarono negativamente l’esito del moto. La Francia non intervenne e l’Austria intervenne militarmente.
L’Austria riuscì a ristabilire l’ordine e ci furono varie repressioni: Ciro Menotti fu impiccato. Anche Gregorio XVI condannò emiliani e romagnoli a lunghe pene detentive. Ci fu un’emigrazione politica italiana all’estero.
3. Mazzini e la Giovine Italia.
Il fallimento delle insurrezioni nell’Italia centro-settentrionale mostrò la crisi della Carboneria e mise in evidenza i motivi del fallimento delle rivoluzioni (ricerca appoggio sovrani inaffidabili, fiducia in interventi stranieri, segretezza, assenza direzione unitaria). ’30 si diffuse tra patrioti democratici l’idea dell’unità italiana conseguita con la lotta di popolo grazie alle idee di Giuseppe Mazzini.
Nato a Genova nel 1805 (borghesia medio-alta) vicino alle idee democratiche e patriottiche. Aveva aderito alla Carboneria e fu arrestato ed esiliato a Marsiglia. Qui entrò in contatto con altri emigrati: Buonarroti e rafforzò le sue convinzioni repubblicane. Era un religioso laico, tipicamente romantico (Dio = spirito nella storia), la fede nella libertà e nel progresso umano era come una fede religiosa. Aveva una visione organica della società e credeva nel principio di associazione (individuofamiglianazioneumanità) le nazioni dovevano associarsi per il bene comune. Attraverso la nazione (entità culturale e spirituale) ci sarebbe stata un’umanità libera e affratellata, unite potevano svolgere la loro missione storica (Italia = moto di emancipazione: Roma dei cesari = unificò l’Europa, Roma dei papi = sotto 1 autorità; terza Roma = centro di una nuova unità morale e sociale. Difendeva il diritto di proprietà (base ordine sociale) e considerava pericoloso ogni tentativo di divisione della collettività nazionale e di rottura spirituale del popolo, anche la questione sociale si sarebbe dovuta risolvere col principio di associazione. Formulazioni ideologiche: poco concrete. Programma politico: molto chiaro: l’Italia doveva essere indipendente ed avere un governo unitario e repubblicano (no soluzioni federaliste); l’unico modo era l’insurrezione di popolo (no distinzioni di classi) e l’organizzazione doveva essere aperta a tutti (non nascosta).
Nuova organizzazione: (in Francia ’31) Giovine Italia (bandiera tricolore) principi informatori: libertà, uguaglianza, umanità; obbiettivi politici: unità nazionale, indipendenza, repubblica; rottura vecchi sistemi settari, coinvolgimento popolo e fondarsi solo su forze italiane. Era importante il legame tra pensiero (teoria) e azione (prassi) [ogni insurrezione doveva basarsi su un’idea e viceversa].
- Regno di Sardegna: furono scoperti nel 33 (arresti e condanne a morte).
- Savoia e Genova: esercito di volontari penetrati dalla Svizzera = male organizzata, fallimento (anche Garibaldi) (arresti)
Privato di molti collaboratori ebbe una crisi di coscienza (accuse di leggerezza e responsabile del sacrificio di molti giovani)(tempesta del dubbio) presto superata: la santità della lotta giustifica i sacrifici più dolorosi.
’34 Giovine Europa (valore simbolico, ebbe scarsi effetti), ’40 Giovine Italia rifondata. Non organizzati da Mazzini:
- Complotto nelle Legazioni pontificie = scoperto. (occupazione di Rimini)
- ’44 fratelli Bandiera (marina austriaca) in Calabria per sollevare le masse ma ci fu indifferenza (arresti e fucilazione fratelli)
4. L’evoluzione degli stati italiani.
’30-’40 (mutamenti in politica e società).
- Stato della Chiesa: (Gregorio XVI) vs riforme razionalizzatrici e iniziative di progresso economico.
- Regno delle due Sicilie: (Ferdinando II) repressione rivolte
- Regno di Sardegna: (Carlo Alberto) posizioni clericali e legittimiste, innovazioni : introduzione del Consiglio di Stato (nomina regia con funzioni consultive) e promulgazione del codice civile, penale e commerciale (progresso nell’istruzione e nelle comunicazioni stradali)
- Toscana: (Leopoldo II, tutela austriaci) no sviluppo liberale e limitazione fermenti culturali
A Pisa ci fu il primo congresso degli scienziati italiani, si parlava di economia, agraria, istruzione (no politica) = formazione opinione pubblica.
Ci fu un progresso economico (crescita produttiva, arretrata rispetto al resto). Sistema agricolo legato all’antico regime (solo in Lombardia e Piemonte ci furono progressi nella cerealicoltura e nell’allevamento. Industria estranea alla tecnologia (settore tessile: manifattura tradizionale e lavoro a domicilio) (industria mineraria e meccanica: presenti con piccoli e sparsi nuclei dovuti a capitali stranieri). Ferrovie avvio lento (Napoli-Portici: 1° per motivi di prestigio) diedero un nuovo slancio all’economia degli Stati italiani. Altri fattori di sviluppo: progressi (limitati, resta sempre indietro) sistema bancario, porti e marina mercantile, commercio internazionale. Ciò mostrò i danni derivanti dalla mancanza di un mercato nazionale e sistema di comunicazioni, si ripropose il progetto di una unione doganale in Italia (simile a quella tedesca) e la necessità di un nuovo assetto politico.
5. Le nuove correnti politiche: moderatismo, neoguelfismo, federalismo.
Nel ’40 si allargò il dibattito politico. Novità: emergere di un orientamento moderato (diverso dal tradizionalismo conservatore e legittimista e dal radicalismo repubblicano) e ricerca di una soluzione indolore (no violenza). Il pensiero moderato voleva conciliare la causa liberale e patriottica con la religione cattolica (fattore unità nazionale).
Corrente cattolico-liberale: (esponenti: Manzoni, Rosmini) condanna papale (espressione in romanzi, opere storiche)neoguelfismo:
- Gioberti (riprende da Mazzini: speciale missione del popolo italiano) l’Italia ha bisogno (per tornare alla gloria) di riforme politiche e amministrative (non era necessaria l’unità politica). La soluzione era una confederazione tra gli stati italiani (autorità papa) e sulla forza militare del Regno di Sardegna (ipotesi utopistica)[non vuole rivoluzioni e si accorda al pensiero cattolico]. Le sue proposte aprono un intenso dibattito politico.
- Balbo: formazione di una lega tra gli stati e voleva stringere accordi diplomatici con gli austriaci
- Durando: rilanciava il progetto monarchico-federalista: divisione Italia in 3 stati con regimi costituzionali: settentrionale (Savoia), meridionale (Borbone), centrale (Lorena)
Ipotesi federalista: alternativa moderata al radicalismo unitario e repubblicano.
Il fallimento nelle Legazioni pontificie del ’45 ispirò d’Azeglio (liberalismo moderato piemontese): critica al malgoverno pontificio e denuncia delle insurrezioni (inutili e dannose) e promuove l’impegno civile e le riforme.
Si sviluppa una corrente federalista, democratica e repubblicana:
- Cattaneo (direttore de: “Il Politecnico” rivista (radici nella cultura Illuminista): aveva vari interessi culturali (soprattutto economici e sociali) aveva una formazione laica e illuminista (diffidava da Mazzini per il suo misticismo e romanticismo) e provava avversione per gli austriaci. Soluzione al problema italiano: puntava sulle riforme politiche e sullo sviluppo economico negli Stati; mirava a creare una confederazione repubblicana (simile a Svizzera e Stati Uniti) e lasciava spazio alle autonomie.
- Ferrari: (vs neoguelfismo = moderatismo cattolico; mazziniani = nazionalismo unitario) inserimento del moto italiano nella rivoluzione europea (Francia = centro). Vicino alle teorie socialiste (questione nazionale vicino a quella sociale)
6. Il biennio delle riforme ( 1846-47)
Il moto riformatore ebbe un’accelerazione. Il nuovo papa Pio IX (arcivescovo di Imola) aveva una religiosità sincera e profonda, un tratto bonario, non aveva una personalità politica. Fu scelto al posto di Lambruschini (segretario di stato di Gregorio XVI)(schieramento conservatore) e ciò aumentò le simpatie del pubblico. Concesse un’amnistia per i detenuti politici e scelse Gizzi (liberale) come segretario di Stato, ciò aumentò l’entusiasmo. Convocò una consulta di Stato (no poteri decisionali) formata dai rappresentanti delle province scelti dall’autorità centrale, fu istituita una guardia civica e fu attenuata la censura sulla stampa. Tutte queste riforme non erano rivoluzionarie ma aumentarono l’agitazione e la propaganda patriottica. Nel ’47 gli austriaci occuparono Ferrara (trattato di Vienna: mantenere presidi militari nelle legazioni pontificie). Carlo Alberto intervenne in aiuto del papa, il governo liberale inglese criticò l’Austria e fu favorevole a riforme economiche e politiche in Italia. Si diffusero in Italia moti riformatori e tumulti popolari a sfondo sociale in conseguenza della crisi economica europea, vi furono varie concessioni da parte dei sovrani:
- Gran duca di Toscana: (simile a Pio IX) istituì una Consulta di stato e una Guardia civica
- Carlo Alberto: nuovo ordinamento amministrativo (consigli comunali e provinciali = elettivi) e aumentò la libertà di stampa
Toscana, Piemonte e Stato della Chiesa fecero una Lega doganale italiana. Il Regno delle due Sicilie non insorse poiché aveva l’appoggio dell’Austria ma doveva scontrarsi con l’ostilità dell’opinione pubblica.
14. IL RISORGIMENTO ITALIANO
1. Risorgimento e storia d’Italia:
Risorgimento = inizi ’800 riscoperta e rivendicazione identità nazionale in Italia (porterà alla
conquista dell’indipendenza). Rinascita culturale e politica, riscatto dalla servitù e decadenza
morale, ritorno a un passato glorioso.
L’Italia non era mai stata un paese unitario (unita politicamente sotto l’impero Romano, ma con
un’entità statale sovranazionale e universalistica) e con sovranità straniere.
Eppure sin dall’epoca dei comuni esisteva un’idea di Italia (comunità linguistica, culturale,
religiosa,economica), viva nel pensiero degli intellettuali italiani (Petrarca, Machiavelli, Alfieri).
Col diffondersi della cultura illuminista questa idea si era fatta più viva insieme all’aspirazione a
una rinascita, rinnovamento culturale e morale del popolo italiano.
Nel movimento giacobino erano emerse voci unitarie e indipendentiste ma erano rimaste
soffocate dalla contraddizione del giacobinismo italiano: portatore di idee rivoluzionarie legate
alle sorti di una potenza straniera. Con la restaurazione (stabilizzazione egemonia austriaca) la
situazione in Italia peggiorò. Per i patrioti i problemi si risolsero: lotta per gli ideali liberali e
democratici = liberazione dal dominio straniero.
Moti ‘20-’21: questione nazionale assente ma rivendicazioni di ordine costituzionale e
mutamenti politici nei singoli Stati.
2. I moti del 1831:
Insurrezioni (conseguenza rivoluzione in Francia 1830)(risultato di una trama settari a Modena
che giovava dell’ambiguo appoggio di Francesco IV che voleva diventare il sovrano del Regno
dell’Italia centro-settentrionale): ducati di Modena e Parma e parte dello Stato Pontificio.
Francesco IV con alcuni esponenti delle società segrete di Modena tra cui Ciro Menotti
(imprenditore e commerciante, voleva allargare la cospirazione allo Stato Pontificio e alla
Toscana per creare un’Italia unita con una monarchia costituzionale). Ma dopo lo scoppio della
rivoluzione in Francia Francesco abbandonò l’idea di cospirazione (ma tenne i contatti con i
liberali per poterli controllare) perché capì che l’Austria si sarebbe opposta a qualsiasi
mutazione. Il 3 febbraio fece arrestare i capi della congiura in casa Menotti.
La rivolta, ormai partita, scoppiò a Bologna (4 febbraio) e si estese a tutte le legazioni
Pontificie, Parma, Modena (fuga Francesco IV e Maria Luisa).
Rispetto alle insurrezioni del ’20-21 hanno alcune novità: a muoversi furono i borghesi (non
militari) appoggiati dall’aristocrazia liberale e il popolo (soprattutto nelle legazioni VS
malgoverno pontificio). Bologna e Ducati = mobilitazione (in piazza) sufficiente VS governo
debole e poco preparato. Stato Pontificio = scoppio dei moti coincise col conclave (Gregorio
XVI). Si cercò di unire le varie insurrezioni cittadine: Legazioni = Governo delle Province Unite
(sede a Bologna) e corpo di volontari(marcia verso Roma).
La persistenza delle divisioni municipaliste e il riproporsi del contrasto tra democratici (portare
la lotta nel cuore dello Stato Pontificio) e moderati (tattica attendista, speravano nell’aiuto della
Francia vs intervento Austria) condizionarono negativamente l’esito del moto. La Francia non
intervenne e l’Austria intervenne militarmente.
L’Austria riuscì a ristabilire l’ordine e ci furono varie repressioni: Ciro Menotti fu impiccato.
Anche Gregorio XVI condannò emiliani e romagnoli a lunghe pene detentive. Ci fu
un’emigrazione politica italiana all’estero.
3. Mazzini e la Giovine Italia.
Il fallimento delle insurrezioni nell’Italia centro-settentrionale mostrò la crisi della Carboneria e
mise in evidenza i motivi del fallimento delle rivoluzioni (ricerca appoggio sovrani inaffidabili,
fiducia in interventi stranieri, segretezza, assenza direzione unitaria). ’30 si diffuse tra patrioti
democratici l’idea dell’unità italiana conseguita con la lotta di popolo grazie alle idee di
Giuseppe Mazzini.
Nato a Genova nel 1805 (borghesia medio-alta) vicino alle idee democratiche e patriottiche.
Aveva aderito alla Carboneria e fu arrestato ed esiliato a Marsiglia. Qui entrò in contatto con
altri emigrati: Buonarroti e rafforzò le sue convinzioni repubblicane. Era un religioso laico,
tipicamente romantico (Dio = spirito nella storia), la fede nella libertà e nel progresso umano
era come una fede religiosa. Aveva una visione organica della società e credeva nel principio di
associazione (individuofamiglianazioneumanità) le nazioni dovevano associarsi per il
bene comune. Attraverso la nazione (entità culturale e spirituale) ci sarebbe stata un’umanità
libera e affratellata, unite potevano svolgere la loro missione storica (Italia = moto di
emancipazione: Roma dei cesari = unificò l’Europa, Roma dei papi = sotto 1 autorità; terza
Roma = centro di una nuova unità morale e sociale. Difendeva il diritto di proprietà (base
Pagina
1