Concetti Chiave
- Nel primo quindicennio dopo l'unità d'Italia, l'economia era prevalentemente agricola e mancava un sistema di comunicazioni efficiente.
- Le città più grandi erano Napoli, Torino, Palermo, Milano e Roma, ma erano principalmente le campagne ad essere densamente popolate.
- La Destra storica, successiva alla morte di Cavour, governò con una politica accentratrice e liberista, mantenendo un orientamento laico nei rapporti Stato-Chiesa.
- Le leggi piemontesi furono in parte estese alle nuove province annesse; tra queste, la legge Casati sull'istruzione e la legge Rattazzi sull'ordinamento comunale e provinciale.
- La Destra storica, benché definita di destra, era in realtà un gruppo di centro moderato, costituito principalmente da piemontesi, lombardi ed emiliani.
L'Italia del 1860
Intorno al 1860 l’Italia era uno dei paesi europei con il maggior numero di città. Le più grandi erano Napoli, Torino, Palermo, Milano, Roma. Tuttavia erano abitate soprattutto le campagne, poiché le città erano prive di attività produttive di rilievo. All’indomani dell’unità d’Italia l’economia era in gran parte agricola, con poche risorse.
Economia e infrastrutture
Torino, Milano, Genova erano le città in cui erano collocate le industrie del Paese, mentre le economie con produzioni sul mercato trovavano luogo nel centro Italia.
Nel sud Italia la produzione sul mercato era di tipo capitalistico.
In questo contesto mancava un sistema di comunicazioni rapide tra le varie parti della penisola. Una rete ferroviaria nazionale era inesistente. Le strade ferrate si trovavano soprattutto in Piemonte e in Lombardia mentre al sud la rete stradale era gravemente carente.
Politica e classe dirigente
Tra gli uomini politici settentrionali ben pochi avevano conoscenza diretta delle condizioni del Mezzogiorno.
A livello politico la classe dirigente era divisa tra destra e sinistra.
Alla morte di Cavour il governo fu preso da successori che si attennero alla politica di Cavour. La loro fu una politica rispettosa delle libertà costituzionali, accentratrice, liberista in campo economico, laica in materia di rapporti tra Stato e Chiesa. Il gruppo dirigente che governò il Paese nel primo quindicennio dopo l’unità d’Italia era costituito da piemontesi, lombardi ed emiliani.
Nei primi parlamenti dell’Italia unita la maggioranza si collocava a destra e come Destra fu definita. L’aggettivo storica fu aggiunto più tardi a significare la funzione decisiva svolta da questa classe dirigente nella storia di Italia. Più che una forza di destra era un gruppo di centro moderato.
Leggi e riforme
Tra le leggi in parte ci fu un’estensione con piccole modifiche delle leggi piemontesi alle province appena annesse, in parte furono emanate leggi nuove:
-La legge Casati riguardava l'istruzione, creava un sistema scolastico nazionale e stabiliva il principio dell’istruzione elementare obbligatoria;
-La legge Rattazzi riguardava l’ordinamento comunale e provinciale e stabiliva che le province fossero affidate a prefetti e i comuni a podestà.
Domande da interrogazione
- Qual era la situazione economica dell'Italia all'indomani dell'unità?
- Quali erano le caratteristiche principali della politica della Destra storica?
- Quali furono alcune delle leggi importanti emanate nel primo quindicennio dell'Italia unita?
L'economia italiana era prevalentemente agricola con poche risorse, e le città erano prive di attività produttive significative. Le industrie erano concentrate a Torino, Milano e Genova, mentre il sud aveva una produzione di tipo capitalistico.
La Destra storica seguiva una politica rispettosa delle libertà costituzionali, accentratrice, liberista in campo economico e laica nei rapporti tra Stato e Chiesa. Era composta principalmente da piemontesi, lombardi ed emiliani.
Tra le leggi importanti vi furono la legge Casati, che creava un sistema scolastico nazionale e stabiliva l'istruzione elementare obbligatoria, e la legge Rattazzi, che regolava l'ordinamento comunale e provinciale affidando le province a prefetti e i comuni a podestà.