Concetti Chiave
- Il periodo della Destra Storica (1861-1876) fu caratterizzato dal pareggio del bilancio e dall'Unità d'Italia, inclusa la III guerra d'indipendenza.
- La legge Casati venne introdotta per combattere l'analfabetismo, rendendo obbligatori e gratuiti i primi due anni di scuola elementare.
- Il nuovo stato adottò una struttura liberale, laica e moderata ma centralistica, deludendo le aspirazioni di autonomia del meridione.
- Durante questo periodo, il Veneto e lo Stato Pontificio furono annessi e la capitale fu trasferita da Firenze a Roma.
- Il pareggio di bilancio fu raggiunto con misure come la tassa sul macinato, che gravava anche sulle classi più povere, e l'unificazione monetaria.
Indice
Il contesto politico della destra storica
Era il periodo dei 15 anni di destra storica (1861-1876), che realizzò il pareggio del bilancio e l’Unità d’Italia del 1864 (III guerra d’indipendenza). Il potere esecutivo era del re, il potere legislativo spettava al senato e alla camera dei deputati; il potere giudiziario era affidato ai magistrati.
Le riforme educative e fiscali
Per combattere il problema dell’analfabetismo venne emanata la legge Casati, che prevedeva l’obbligo di frequentare i primi due anni di scuole elementari gratuitamente. Il pareggio del bilancio venne eseguito attraverso la riduzione della spesa pubblica. Gli uomini di questa nuova classe di governo provenivano per lo più dalla scuola cavouriana e la maggior parte di loro erano piemontesi: per questo motivo non conoscevano la realtà del sud.
L'accentramento del potere e le sue conseguenze
Il nuovo stato che dovevano formare sarebbe dovuto essere liberale, laico, moderato e liberalista. E’ questo il motivo per cui accentrarono il potere, deludendo le aspettative di autonomia soprattutto del meridione. La nuova organizzazione dello Stato non fu quindi dovuta alle reali esigenze del paese, venne semplicemente attuata l’estensione del regno Sabaudo (regno dei Savoia) a tutta l’Italia.
Conquiste territoriali e relazioni con la Chiesa
Il nuovo stato conquistò il Veneto (1864) e lo stato Pontificio (1870) e trasferì la capitale da Firenze a Roma. La Chiesa vietò ai cattolici di partecipare alla vita politica del paese (Non expedit di Pio IX) nonostante lo Stato avesse riconosciuto alla chiesa una serie di libertà sancite dalla legge di Guarentigie (1871). Venne avviato lo sviluppo industriale, fu adottata una politica liberista e fu realizzata l’unificazione monetaria. Il pareggio del bilancio si raggiunse attraverso la tassa sul macinato (1875) che andava a colpire anche le classi sociali più povere.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme educative e fiscali durante il periodo della destra storica?
- Quali furono le conseguenze dell'accentramento del potere nel nuovo stato italiano?
- Come si svilupparono le relazioni tra il nuovo stato italiano e la Chiesa?
Durante il periodo della destra storica, venne emanata la legge Casati per combattere l'analfabetismo, prevedendo l'obbligo di frequentare i primi due anni di scuola elementare gratuitamente. Il pareggio del bilancio fu ottenuto riducendo la spesa pubblica.
L'accentramento del potere deluse le aspettative di autonomia, soprattutto nel meridione, poiché la nuova organizzazione dello Stato non rispondeva alle reali esigenze del paese, ma estendeva semplicemente il regno Sabaudo a tutta l'Italia.
Il nuovo stato conquistò il Veneto e lo stato Pontificio, trasferendo la capitale a Roma. La Chiesa, attraverso il Non expedit di Pio IX, vietò ai cattolici di partecipare alla vita politica, nonostante lo Stato avesse riconosciuto alla Chiesa una serie di libertà con la legge di Guarentigie.