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Prima Guerra Mondiale
Fattori di novità:
- Portata del conflitto
- Coinvolgimento dei civili
- Fine dell’eurocentrismo (vedere l’Europa come protagonista e centro della storia)
Inizio della guerra: 28 giugno 1914 Attentato di Sarajevo ucciso Francesco Ferdinando (erede al trono d’Austria) casus belli (la causa occasionale)
C’erano già stati decenni di contrasti europei a causa di rivalità territoriali (Francia vs Gran Bretagna; Austria vs Russia) ed economiche a causa dell’imperialismo.
Si erano poi formate due alleanze contrapposte:
- Triplice alleanza (Germania, Italia e Austria, detti Imperi Centrali)
- Triplice intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia)
Inoltre vi furono vari fattori culturali come una generale corsa agli armamenti e una crescita del consenso nei confronti della guerra dovuta al Darwinismo sociale, al Razzismo e al Nazionalismo.
Caratteristiche e svolgimento
La fase iniziale prevede una guerra di movimento, in quanto gli imperi centrali sferrano attacchi massici e rapidi ottenendo numerose vittorie sia in Francia che in Russia. Ma con la battaglia del fiume Marna (settembre 1914) sul fronte occidentale e con l’arrivo dell’inverno in Oriente si giunse a una situazione di stallo.
Successivamente si passò dalla guerra di movimento alla guerra di posizione. Gli eserciti iniziano a costruire le trincee (sistemi difensivi costituiti da fosse lineari scavate nella terra) che permettevano di mantenere un fronte anche lungo 800km. L’obbiettivo diventa cosi non è più la conquista del territorio, ma l’esaurimento delle risorse dell’avversario.
Una peculiarità della prima guerra mondiale è il cosiddetto fronte interno, ovvero il coinvolgimento dei civili nelle vicende belliche. Ciò accade sia passivamente con bombardamenti continui alla popolazione, sia attivamente con la mobilitazione totale dello sforzo di tutta la nazione verso la vittoria, attraverso la leva totale, la propaganda pro guerra e la censura di ogni forma di disfattismo.
Situazione italiana
Non essendo vincolata dalle Triplice alleanze ad entrare in guerra con l’Austria, poiché era solo un patto di difesa, si dibatteva per un possibile attacco contro l’alleato. La maggior parte dei parlamentari erano contro un possibile intervento.
Tra i neutralisti c’erano i liberali perché intendevano ottenere le terre irredenti (Trentino, Friuli, Trieste, Istria, Dalmazia, Fiume) in cambio della neutralità; una parte dei socialisti perché vedevano nella guerra un semplice scontro tra interessi capitalisti; e i cattolici che rifiutavano il concetto di guerra.
C’era però un piccolo, ma rumoroso, gruppo di interventisti costituito da chi vedeva nella violenza un segno di vitalità della nazione, ovvero i nazionalisti, la corte reale e la borghesia e chi, come i democratici, repubblicani e socialisti proclamavano la necessità di schierarsi contro gli imperi al fianco dell’intesa.
Alla fine, ignorando la volontà della maggioranza, viene segretamente firmato il 26 aprile 1915 il Patto di Londra, che impegnava l’Italia ad entrare in guerra entro un mese contro gli Imperi centrali, in cambio avrebbe ottenuto le terre irredente e ulteriori territori.
Così l’Italia entra in guerra, ma non è affatto pronta: carenze negli armamenti, nella preparazione tecnica, inefficienza organizzativa e un comandante, il generale Cadorna, che impone una durissima disciplina.
Il paese subisce due sconfitte:
- Battaglia dell’Isonzo (giugno-dicembre 1915)
- Strafexpedition (giugno 1916): una spedizione punitiva organizzata dagli austriaci che gli italiani riuscirono a stento ad arginare
Piano internazionale
Si alternano vittorie e sconfitte, sia per l’Intesa sia per gli Imperi centrali, ma quest’ultimi continuano inesorabilmente a espandersi.
Nel 1917, in seguito alla Rivoluzione Russa e alla firma della pace di Brest-Litovsk nel 1918, la Russia è costretta ad uscire di scena: la guerra si deciderà solo ad occidente.
Sul fronte italiano il 1917 è l’anno della Disfatta di Caporetto, a causa in primo luogo di un generale clima di sfiducia e di rifiuto della guerra oltre che di una difesa mal condotta. La sconfitta provoca l’ascesa di un nuovo governo con a capo Vittorio Emanuele Orlando e di un nuovo un generale Armando Diaz.
Diaz attraverso una disciplina meno rigida e una maggiore cura dell’addestramento dei soldati riesce, nel novembre 1917, a fermare l’avanzata austriaca sul fiume Piave.
L’evento più significativo per le sorti della guerra è sicuramente l’intervento degli Stati Uniti a fianco dell’Intesa. Il tutto comincia con l’affondamento della nave Louisiana (casus belli) che nasconde i vari interessi economici del loro intervento.
Grazie all’aiuto degli americani vengono combattute e vinte le ultime battaglie decisive degli alleati (Marna e Amiens luglio-agosto 1918 in Francia; Vittorio Veneto ottobre 1918 in Italia).
Fine della guerra
Vengono firmati i rispettivi armistizi:
- Villa Giusti (3 novembre 1918)
- Rethondes (11 novembre 1918)
Finita la guerra si svolgono tra il 1919 e il 1920 i trattati di pace di Parigi in cui viene decisa la sorte degli sconfitti. Si propongono due linee: una democratica, promossa dagli Stati Uniti che auspicava a una convivenza pacifica; un’altra punitiva sostenuta dalla Francia e volta a piegare la Germania. Prevale quest’ultima, infatti la Germania viene ritenuta l’unica responsabile del conflitto ed è obbligata a pagare danni di guerra spropositati, mantenere esercito e flotta ridotti e perdere tutte le sue colonie.
Altre decisioni prese a Parigi riguardano:
- Il riconoscimento dell’indipendenza di alcune nazionali, come i paesi baltici
- La perdita di territori di Austria e Turchia
- La concessione all’Italia delle terre irredente, ma non dei territori promessi nel patto di Londra.
Queste condizioni di pace che penalizzarono fortemente Italia (vittoria mutilata) e Germania saranno un fattore fondamentale per la nascita di lì a poco dei totalitarismi.
PRIMA GUERRA MONDIALE
Fattori di novità:
- Portata del conflitto
- Coinvolgimento dei civili
- Fine dell’eurocentrismo (vedere l’Europa come protagonista e
centro della storia)
Inizio della guerra: 28 giugno 1914 Attentato di Sarajevo ucciso
Francesco Ferdinando (erede al trono d’Austria) casus belli (la
causa occasionale)
C’erano già stati decenni di contrasti europei a causa di rivalità
territoriali (Francia vs Gran Bretagna; Austria vs Russia) ed
economiche a causa dell’imperialismo.
Si erano poi formate due alleanze contrapposte:
- Triplice alleanza (Germania, Italia e Austria, detti Imperi
Centrali)
- Triplice intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia)
Inoltre vi furono vari fattori culturali come una generale corsa agli
armamenti e una crescita del consenso nei confronti della guerra
dovuta al Darwinismo sociale, al Razzismo e al Nazionalismo.
CARATTERISTICHE E SVOLGIMENTO
La fase iniziale prevede una guerra di movimento, in quanto gli
imperi centrali sferrano attacchi massici e rapidi ottenendo
numerose vittorie sia in Francia che in Russia. Ma con la battaglia
del fiume Marna (settembre 1914) sul fronte occidentale e con
l’arrivo dell’inverno in Oriente si giunse a una situazione di stallo.
Successivamente si passò dalla guerra di movimento alla guerra di
posizione. Gli eserciti iniziano a costruire le trincee (sistemi difensivi
costituiti da fosse lineari scavate nella terra) che permettevano di
mantenere un fronte anche lungo 800km. L’obbiettivo diventa cosi
non è più la conquista del territorio, ma l’esaurimento delle risorse
dell’avversario.
Una peculiarità della prima guerra mondiale è il cosiddetto fronte
interno, ovvero il coinvolgimento dei civili nelle vicende belliche. Ciò
accade sia passivamente con bombardamenti continui alla
popolazione, sia attivamente con la mobilitazione totale dello sforzo
di tutta la nazione verso la vittoria, attraverso la leva totale, la
propaganda pro guerra e la censura di ogni forma di disfattismo.
SITUAZIONE ITALIANA
Non essendo vincolata dalle Triplice alleanze ad entrare in guerra
con l’Austria, poiché era solo un patto di difesa, si dibatteva per un
possibile attacco contro l’alleato. La maggior parte dei parlamentari
erano contro un possibile intervento.
Tra i neutralisti c’erano i liberali perché intendevano ottenere le
terre irredenti (Trentino, Friuli, Trieste, Istria, Dalmazia, Fiume) in
cambio della neutralità; una parte dei socialisti perché vedevano
nella guerra un semplice scontro tra interessi capitalisti; e i cattolici
che rifiutavano il concetto di guerra.
C’era però un piccolo, ma rumoroso, gruppo di interventisti
costituito da chi vedeva nella violenza un segno di vitalità della
nazione, ovvero i nazionalisti, la corte reale e la borghesia e chi,
come i democratici, repubblicani e socialisti proclamavano la
necessità di schierarsi contro gli imperi al fianco dell’intesa.
Alla fine, ignorando la volontà della maggioranza, viene
segretamente firmato il 26 aprile 1915 il Patto di Londra, che
impegnava l’Italia ad entrare in guerra entro un mese contro gli
Imperi centrali, in cambio avrebbe ottenuto le terre irredente e
ulteriori territori.
Così l’Italia entra in guerra, ma non è affatto pronta: carenze negli
armamenti, nella preparazione tecnica, inefficienza organizzativa e
un comandante, il generale Cadorna, che impone una durissima
disciplina.
Il paese subisce due sconfitte:
- Battaglia dell’Isonzo (giugno-dicembre 1915)
- Strafexpedition (giugno 1916): una spedizione punitiva
organizzata dagli austriaci che gli italiani riuscirono a stento ad
arginare
PIANO INTERNAZIONALE
Si alternano vittorie e sconfitte, sia per l’Intesa sia per gli Imperi
centrali, ma quest’ultimi continuano inesorabilmente a espandersi.
Nel 1917, in seguito alla Rivoluzione Russa e alla firma della pace di
Brest-Litovsk nel 1918, la Russia è costretta ad uscire di scena: la
guerra si deciderà solo ad occidente.
Sul fronte italiano il 1917 è l’anno della Disfatta di Caporetto, a
causa in primo luogo di un generale clima di sfiducia e di rifiuto
della guerra oltre che di una difesa mal condotta. La sconfitta
provoca l’ascesa di un nuovo governo con a capo Vittorio Emanuele
Orlando e di un nuovo un generale Armando Diaz.
Diaz attraverso una disciplina meno rigida e una maggiore cura
dell’addestramento dei soldati riesce, nel novembre 1917, a
fermare l’avanzata austriaca sul fiume Piave.
L’evento più significativo per le sorti della guerra è sicuramente
l’intervento degli Stati Uniti a fianco dell’Intesa. Il tutto comincia
con l’affondamento della nave Louisiana (casus belli) che nasconde
i vari interessi economici del loro intervento.
Grazie all’aiuto degli americani vengono combattute e vinte le
ultime battaglie decisive degli alleati (Marna e Amiens luglio-agosto
1918 in Francia; Vittorio Veneto ottobre 1918 in Italia).
FINE DELLA GUERRA
Vengono firmati i rispettivi armistizi:
- Villa Giusti (3 novembre 1918)
- Rethondes (11 novembre 1918)
Finita la guerra si svolgono tra il 1919 e il 1920 i trattati di pace di
Parigi in cui viene decisa la sorte degli sconfitti. Si propongono due
linee: una democratica, promossa dagli Stati Uniti che auspicava a
una convivenza pacifica; un’altra punitiva sostenuta dalla Francia e
volta a piegare la Germania. Prevale quest’ultima, infatti la
Germania viene ritenuta l’unica responsabile del conflitto ed è
obbligata a pagare danni di guerra spropositati, mantenere esercito
e flotta ridotti e perdere tutte le sue colonie.
Altre decisioni prese a Parigi riguardano:
- Il riconoscimento dell’indipendenza di alcune nazionali, come i
paesi baltici
- La perdita di territori di Austria e Turchia