Concetti Chiave
- Il movimento no global, emerso a fine XX secolo, critica la gestione della globalizzazione e promuove cambiamenti radicali in ambito politico, sociale ed economico.
- Il movimento ha guadagnato visibilità con il "controvertice" di Seattle nel 1999, opponendosi agli incontri ufficiali dell'Organizzazione mondiale del commercio.
- Si focalizza su temi come accesso alle risorse, sviluppo sostenibile, diritti fondamentali e risoluzione pacifica dei conflitti, opponendosi alla guerra.
- Promuove una democrazia partecipativa, discutendo il rapporto tra società civile e politica, e rifiuta la gerarchia grazie a una struttura reticolata.
- Organizza forum e incontri internazionali, come quelli di Porto Alegre e Genova, per favorire la discussione su scala mondiale.
Indice
Origini del movimento no global
Verso la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, a livello mondiale si è manifestato un movimento di opinione pubblica, piuttosto eterogeneo ma accumunato da un atteggiamento critico verso il modo con cui i poteri mondiali stanno gestendo la globalizzazione, aspirando così a un cambiamento radicale in ambito politico, sociale ed economico. Il movimento, chiamato dei no global o dell’alter global, è uscito allo scoperto per la prima volta a Seattle, nel 1999. In questa cittadina degli USA si stava tenendo un incontro dell’Organizzazione mondiale del commercio; in quest’occasione, vi si riunirono migliaia di persone per organizzare una sorta di “controvertice”, in cui si sarebbero discussi gli stessi temi, ma con un’attenzione o obiettivi molto diversi. Ci furono anche delle manifestazioni che la polizia intervenne per reprimere.
Temi e obiettivi del movimento
Il movimento si confronta, sia a livello locale che globale, sui problemi fondamentali del mondo contemporaneo cioè il diritto di accesso alle risorse culturali e materiali, la relativa distribuzione tra nord e sud e all’interno di ogni area, lo sviluppo e le sue conseguenze ambientali, il rapporto fra le diverse culture, la questione dei diritti fondamentali degli individui fra cui la libera circolazione delle persone e quindi la libera migrazione e infine la soluzione dei conflitti internazionali. Il movimento ripudia la guerra come modalità per risolvere un conflitto fra due paesi. In tal senso, si sono tenute manifestazioni imponenti nel 2003, contro la guerra preventiva degli USA in Iraq. A questo proposito è da ricordare che il New York Times definì i no global una nuova potenza mondiale. Tuttavia, poiché la guerra scoppiò lo stesso, sta a dimostrare che tale definizione non aveva fondamento e che sostanzialmente era molto debole e che soprattutto, esisteva una forte distanza fra governi e opinione pubblica.
Struttura e diffusione del movimento
Il movimento no global si presta anche a discutere un altro suo aspetto: il contenuto e le forme della democrazia. Questo significa riflettere sulla partecipazione diretta e sul concetto di rappresentanza, sul rapporto esistente fra società civile e società politica, sul diritto alla resistenza contro decisioni che si appaiono nocive per l’umanità e sulle forme con cui essa si può esprimere, cioè sulla violenza politica e sulla non violenza. Un’altra caratteristica è la struttura reticolata del movimento che imita quelle in uso in informatica. In pratica non esiste gerarchia poiché il movimento è composto di tanti gruppi che operano sullo stesso piano. La mancanza di un’autorità centrale ci porta automaticamente a riflettere sul modo con cui sono assunte le decisioni. Questo spiega perché per il momento i no global siano diffusi soprattutto nei ricchi paesi del nord, mentre cerca di arrivare altrove con molta fatica. Nonostante questo, esso arriva a strutturarsi in appuntamenti più tradizionali come incontri generali a livello mondiale o in controvertici paralleli a quelli ufficiali delle grandi istituzioni politiche ed economiche come nel caso di Seattle, cui si è già accennato a di Genova nel 2001. Organizzano anche dei forum in cui prevale la metodologia della discussione; da ricordare, in tal senso, sono il Forum di Porto Alegre nel 2001, il Forum di Firenze nel 2002 o quello di Nairobi del 2007.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del movimento no global e quali sono i suoi obiettivi principali?
- Quali sono i temi fondamentali affrontati dal movimento no global?
- Come si struttura il movimento no global e quali sono le sue caratteristiche organizzative?
- Qual è la posizione del movimento no global riguardo alla guerra e ai conflitti internazionali?
- In quali modi il movimento no global cerca di influenzare le decisioni politiche ed economiche globali?
Il movimento no global è emerso alla fine del XX secolo come una critica alla gestione della globalizzazione da parte dei poteri mondiali, aspirando a un cambiamento radicale in ambito politico, sociale ed economico. È stato reso noto per la prima volta a Seattle nel 1999 durante un incontro dell'Organizzazione mondiale del commercio.
Il movimento si concentra su problemi come il diritto di accesso alle risorse, la distribuzione tra nord e sud, lo sviluppo e le sue conseguenze ambientali, il rapporto tra culture diverse, i diritti fondamentali degli individui, la libera migrazione e la risoluzione dei conflitti internazionali.
Il movimento ha una struttura reticolata senza gerarchia centrale, composta da molti gruppi che operano sullo stesso piano. Questa organizzazione riflette un modello simile a quello informatico e si basa sulla partecipazione diretta e sulla discussione.
Il movimento no global ripudia la guerra come mezzo per risolvere i conflitti tra paesi, come dimostrato dalle manifestazioni contro la guerra preventiva degli USA in Iraq nel 2003.
Il movimento organizza incontri generali a livello mondiale, controvertici paralleli a quelli ufficiali delle grandi istituzioni e forum di discussione, come il Forum di Porto Alegre nel 2001, per promuovere la partecipazione diretta e la riflessione sulla democrazia.