Concetti Chiave
- La legge del 1806 abolì il feudalesimo come sistema giuridico, ma non risolse completamente il problema della feudalità nel Mezzogiorno.
- Riconobbe ai baroni la proprietà delle terre che avevano prima come feudatari, mantenendo una serie di diritti e redditi che i comuni dovevano riscattare tramite i tribunali.
- La vendita delle terre feudali, ecclesiastiche e comunali favorì i nobili e i borghesi più ricchi, rafforzando la grande proprietà terriera.
- La legge non risolse il problema della terra per i piccoli proprietari e i braccianti, lasciando aperta la questione fino a tempi recenti.
- Nonostante la distruzione del ceto baronale, i baroni continuarono a influenzare i rapporti produttivi agricoli per molti decenni.
Indice
L'importanza della legge
Si tratta di una legge di importanza fondamentale, che cancellò il feudalesimo come realtà giuridica, ma che tuttavia non risolse il problema della feudalità nel Mezzogiorno, lasciandolo in eredità a tutta la successiva storia nazionale.
Limiti e conseguenze della legge
In primo luogo, la legge "conteneva dei precisi limiti. Essa, per esempio, riconosceva ai baroni, in libera proprietà, le terre di cui prima erano feudatari e che essi avevano invece - secondo il diritto feudale - ricevuto dalla Corona in precario godimento in cambio di particolari servigi non più resi. D'altro canto, i baroni conservavano un'ampia gamma di diritti, redditi, prestazioni personali che spettava ai comuni riscattare, ricorrendo ai tribunali" (P. Bevilacqua).
Divisione dei demani e impatto sociale
Inoltre, la divisione dei demani . cioè la vendita di terre feudali, ecclesiastiche e comunali ai privati - favorì quasi sempre i possidenti nobili o borghesi, più forti economicamente dei piccoli proprietari. Anzi, per certi aspetti, la grande proprietà ne uscì rafforzata, potendo acquisire gran parte dei fondi ecclesiastici e ottenendo, con l'abolizione dei fidecommessi e di altri vincoli feudali, il diritto di disporre liberamente delle proprietà. La legge non risolse dunque, per milioni di piccoli proprietari e braccianti, il problema fondamentale della terra, che rimarrà drammaticamente aperto sino a tempi a noi molto vicini. "Distrutto come ceto - scrive ancora Bevilacqua - in realtà il baronaggio sopravvisse a lungo come forza sociale in grado di condizionare i rapporti produttivi, che per decenni e decenni rimasero prevalentemente agricoli."