Concetti Chiave
- Il fascismo italiano, guidato da Mussolini, si caratterizzò per il suo approccio totalitario, cercando di controllare ogni aspetto della vita sociale e privata attraverso l'indottrinamento e la mobilitazione dei cittadini.
- Un punto focale del regime fu l'accordo con la Chiesa cattolica tramite i Patti Lateranensi del 1929, che riconoscevano il cattolicesimo come religione di Stato e risolvevano alcune questioni storiche tra Stato e Chiesa.
- L'educazione e i media furono strumenti cruciali per il regime, con scuole e università che promuovevano l'ideologia fascista, mentre cinema e radio erano utilizzati per la propaganda.
- Dal punto di vista economico, il fascismo implementò un modello di Stato imprenditore attraverso la creazione di enti come l'IRI e l'IMI, centralizzando il controllo economico e promuovendo il corporativismo e l'autarchia.
- La politica estera del regime culminò con la conquista dell'Etiopia nel 1936, utilizzata come strumento di propaganda nazionale, e con la formazione dell'asse Roma-Berlino, avvicinando l'Italia alla Germania nazista.
Indice
Diffusione del fascismo in Europa
Il consolidarsi del fascismo non fu dovuto alla crisi, ma certamente l'involuzione dell'economica influenzò le scelte del regime.
Negli anni Venti il fascismo si diffuse in Europa, anche se esistevano già dittature classiche, come in Spagna con De Rivera e in Portogallo con Salazar. Si diffuse in tutta l'Europa centrale e mediterranea fino alla Grecia, ad eccezione della Cecoslovacchia.Indottrinamento e controllo sociale
L'elemento tipico del fascismo è il suo carattere totalitario, perseguito da Mussolini; ciò significa che il potere politico vuole invadere ogni sfera della vita sociale e privata, colonizzando la società civile e ottenendo dai cittadini uno mobilitazione attiva a sostegno del regime, fino a permeare le menti e le convinzioni dei singoli. Per fare ciò, il fascismo usò strumenti innovativi che avevano l'obiettivo di irregimentare tutti gli aspetti della vita degli italiani. Ogni cittadino veniva irregimentato sin dai primi anni di vita. I ragazzi (balilla) venivano inquadrati in diverse organizzazioni giovanili e indottrinati con mezzi fascisti. Lo stesso avveniva per il lavoro e per l'organizzazione del tempo libero. Le organizzazioni giovanili saranno unificate nella GIL (Gioventù Italiana del Littorio) e gli studenti universitari nella GUF (Gruppo Universitario Fascista).
Relazioni tra Stato e Chiesa
L'altro fronte su cui Mussolini si preoccupò di normalizzare i rapporti fu la Chiesa: nel 1929 stipulò con essa i Patti Lateranensi, tre documenti che definivano una serie di questioni: fu riconosciuta la sovranità della Chiesa, il cattolicesimo diventata obbligatorio nonché religione di Stato insegnata anche nelle scuole, il matrimonio religioso aveva anche valenza civile, veniva corrisposta alla Chiesa un indennizzo per l'espropriazione dei beni subita in passato. Tutto ciò serviva per porre fine alla Questione Romana, a tal punto che il Papa salutò Mussolini come l'uomo "affidato dalla Provvidenza". Tuttavia ciò non risolse tutti i conflitti tra Stato e Chiesa, in particolare quello inerente all'organizzazione della gioventù. Mussolini voleva sciogliere l'Associazione Cattolica.
Propaganda e controllo culturale
Per quanto riguarda la scuola, i libri erano redatti dallo Stato, ispirati all'ideologia fascista, gli insegnanti venivano controllati affinché indottrinassero gli studenti al fascismo. Nelle università fu chiesto un giuramento di fedeltà al fascismo (soltanto 13 professori universitari si rifiutarono in tutta Italia). Il fascismo si servì di tutti i mezzi di comunicazione, come la radio (con l'ente radiofonico dell'EIA), il cinema e il cinegiornale, affidati al "Luce", che osannavano il regime fascista. Infatti, vi era la stessa produzione cinematografica con registi fascisti, come Blasetti. Veniva filtrata la produzione culturale degli altri paesi (come gli USA), così come i film e i fumetti; anzi si stimolava una produzione fumettistica italiana ispirata ai valori fascisti.
La propaganda si serviva di adunanze oceaniche, radunatesi a Palazzo Venezia per ascoltare i discorsi del Duce.
Interpretazioni storiografiche del fascismo
Le prime interpretazioni storiografiche sul fascismo furono fatte da contemporanei, come Croce, Gobetti e Togliatti. Per Benedetto Croce, pensatore liberale di formazione hegeliana e rivale di Gentile, il fascismo è una parentesi della storia d'Italia, paragonabile all'invasione degli Hiksos, perché il fascismo è una deviazione rispetto al corso liberale dell'Italia, dopo il quale si sarebbe dovuto riprendere governi liberali (come quello di Giolitti). Antitetica a quella di Croce, vi era la visione di Gobetti, pensatore liberale aperto alla democrazia, che riconosceva il proletariato come soggetto di svolta del liberismo; secondo la sua interpretazione, il fascismo era l'autobiografia della nazione, ossia la rivelazione dei caratteri più autentici dello Stato italiano, come la lontananza delle Istituzioni dalle masse (divenute clientelari). Il pensiero comunista trovò il punto di riferimento più elevato nella personalità di Togliatti che elaborò il concetto del regime reazionario di massa: il fascismo, che è legato al capitalismo e non è una semplice dittatura, si propone di ottenere il consenso e la mobilitazione delle masse.
Il fascismo è visto come un fenomeno anti-moderno, perché voleva cercare di contrastare alcune linee della modernità, come la democrazia e lo sviluppo delle forze lavoratrici. Dagli anni Sessanta in poi è emersa una nuova interpretazione storiografica di Renzo De Felice, autore di una monumentale biografia su Mussolini. De Felice considera il fascismo come un fenomeno contemporaneo anti-moderno, perché esso avrebbe voluto considerare le masse come un unico gigantesco ceto medio rispetto a cui il compito del regime è quello di fare una nazionalizzazione sulla base delle teorie di Mosse, ossia della nazionalizzazione come elemento di identità delle masse e fattore di consenso. Il fascismo ebbe avuto un consenso effettivo, il cui culmine fu nel 1936 con la conquista dell'Etiopia e con la reazione che Mussolini ebbe verso le inique sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni all'Italia.
Politica economica fascista
Uno degli elementi di modernità del fascismo fu la politica economia attraverso la realizzazione di un modello di Stato imprenditore: lo Stato aveva la centralità nei processi economici. Lo Stato decise di istituire degli enti che rilevassero le partecipazioni azionarie delle banche, nazionalizzandole. Essi furono l'IRI (Istituto di Ricostruzione Industriale) e l'IMI (Istituto Mobiliare Italiano). Questi istituti resero lo Stato compartecipato dalle imprese, ponendo fine alle banche miste. Vi fu il rilancio del corporativismo, la linea dell'autarchia e il blocco economico.
Conquista dell'Etiopia e propaganda
Alla fine del 1935 venne dichiarata la campagna coloniale nei confronti dell'Etiopia. Le truppe italiane vennero guidate dal marescialli Graziani, che fece uso di armi chimiche e di sistemi di guerra crudeli. Mussolini utilizzò tale conquista per rilanciare il suo consenso e proclamò l'impero italiano in Africa, dovendo mobilitare la popolazione nei confronti delle sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni, che condannò l'aggressione italiana con un blocco commerciale. Mussolini utilizzò questo come spunto per una nuova campagna propagandistica, proclamò l'autarchia e attirò le masse per evitare le prevaricazioni delle nazioni plutocratiche e per ottenere vantaggi economici (l'Etiopia era una valvola di sfogo per l'emigrazione).
Relazioni internazionali e alleanze
Questa propaganda era solo strumentale, perché riguardava merci non fondamentali. Fino alla metà degli anni Tremta Mussolini aveva svolto un ruolo di moderatore tra gli stati europei (Francia e Germania). Nel '35, alla conferenza di Stresa, era stato protagonista della condanna di un riarmo tedesco, svolgendo funzioni di pacificazione. Si era opposto al tentativo di annessione dell'Austria alla Germania da parte di Hitler, schierando le truppe sul Brennero. La conquista dell'Etiopia, le sanzioni economiche e la solidarietà della Germania favorì l'intesa con la Germania nazista; così nel 1936 Mussolini strinse con Hitler l'asse Roma-Berlino, un patto che associava le due Nazioni nella gestione della politica estera e prevedeva la subordinazione dell'Italia alla Germania, auspicato dapprima dal ministro degli esteri Ciano.
Domande da interrogazione
- Quali furono le caratteristiche distintive del fascismo in Italia?
- Come si relazionò il regime fascista con la Chiesa cattolica?
- Quali furono le interpretazioni storiografiche del fascismo?
- Quali furono le politiche economiche del regime fascista?
- Come influenzò la politica estera italiana la conquista dell'Etiopia?
Il fascismo in Italia si caratterizzò per il suo carattere totalitario, con l'obiettivo di invadere ogni sfera della vita sociale e privata, mobilitando attivamente i cittadini a sostegno del regime. Utilizzò strumenti innovativi per irregimentare la vita degli italiani, come le organizzazioni giovanili e il controllo dell'educazione e dei mezzi di comunicazione.
Mussolini normalizzò i rapporti con la Chiesa cattolica attraverso i Patti Lateranensi del 1929, che riconoscevano la sovranità della Chiesa e rendevano il cattolicesimo religione di Stato. Tuttavia, i conflitti tra Stato e Chiesa non furono completamente risolti, specialmente riguardo all'organizzazione della gioventù.
Le interpretazioni storiografiche del fascismo variarono: Benedetto Croce lo considerava una deviazione temporanea dalla storia liberale italiana, mentre Gobetti lo vedeva come l'autobiografia della nazione. Togliatti lo interpretava come un regime reazionario di massa legato al capitalismo. Renzo De Felice, invece, lo considerava un fenomeno anti-moderno con un effettivo consenso popolare.
Il regime fascista adottò politiche economiche moderne, istituendo enti come l'IRI e l'IMI per nazionalizzare le banche e rilanciare il corporativismo. Promosse l'autarchia e il blocco economico, centralizzando lo Stato nei processi economici.
La conquista dell'Etiopia nel 1935 portò a sanzioni economiche da parte della Società delle Nazioni, ma Mussolini utilizzò la situazione per rafforzare il consenso interno e proclamare l'autarchia. Questo evento favorì l'intesa con la Germania nazista, culminando nell'asse Roma-Berlino del 1936.