Concetti Chiave
- L'imperatore Qianlong avvia un progetto culturale per preservare e copiare i testi dei letterati, mascherando un controllo sugli scritti considerati pericolosi per la dinastia.
- Viene creato il Siku quanshu, una raccolta di oltre tremila opere fondamentali per gli studiosi, divisa in classici, storia, filosofi e letteratura.
- Il Siku quanshu, troppo vasto per essere stampato, è inizialmente copiato in quattro esemplari per le residenze imperiali e altre copie per le città del sud.
- Una copia del Siku quanshu è preservata a Taiwan grazie a Chiang Kai-shek, che la trasferisce lì assieme a numerosi manufatti culturali nel 1949.
- Il regno di Qianlong è segnato da ribellioni e difficoltà economiche, dovute all'espansione dell'impero e alla crescita della popolazione delle bandiere.
Indice
Progetto culturale dell'imperatore Qianlong
L’imperatore Qianlong lancia un progetto culturale estremamente esteso su indicazione di un funzionario cinese, un certo Zhiyu, che prevede la consegna di tutti i testi a disposizione delle famiglie di letterati di tutto l’impero per preservare gli scritti, ricopiarli, ristamparli e arricchire le biblioteche imperiali.
Venne istituito un sistema di premi per chi consegnava un certo numero di intestazioni diverse che prevedeva anche dei titoli di riconoscimento. Ci saranno poi delle regioni che forniranno molti scritti come quelle del sud, quelle più ricche a sud del Jiangnan (=a sud del fiume azzurro) mentre altre non saranno in grado di fornire nessun testo.Controllo e censura dei testi
Tutto questo in realtà nasconde un controllo: vengono fatti degli elenchi di libri che sono considerati pericolosi, perché presentano delle idee lesive dell’immagine della dinastia mancese; questi poi verranno distrutti. Ecco perché si parla di “inquisizione letteraria”.
Quando si iniziò a capire tutto questo, alcune persone avranno il coraggio di non consegnare questi libri e di nasconderli magari all’interno delle mura di qualche abitazione o di qualche tempio in modo tale da poterli conservare.
La raccolta Siku quanshu
Il risultato di questa operazione è non solo l’indice dei libri proibiti ma anche il Siku quanshu (letteralmente “la raccolta completa dei quattro depositi”). Esse sono le quattro branche dello scibile: i classici, la storia, i filosofi e la letteratura. Questa raccolta dovrebbe comprendere i migliori testi (cioè indispensabili per qualunque studioso) selezionati da un gruppo di letterati. Ad esempio, nei classici ci sono alcuni commentari delle varie epoche. Queste opere (più di tremila) sono l’interamente racchiuse nel Siku quanshu.
Conservazione e digitalizzazione
Ricorda l’enciclopedia di Kangxi, ma quella comprendeva voci che spiegavano le piante, i personaggi o le località geografiche. Questa invece è una raccolta di intere opere che vengono ricopiate. Esso è un testo troppo grande per essere stampato, per tanto vengono fatte prima di tutto quattro copie per le principali residenze dell’imperatore, che voleva avere questi testi con sé per consultazione, e poi altre tre copie da inviare nelle maggiori città del sud (le residenze imperiali erano tutte al nord).
Alcune di queste copie sono andate distrutte a causa di rivolte e guerre anche di questo secolo. Esiste però una copia in buone condizioni che si trova a Taiwan perché portata lì da Chiang Kai-shek che, scappando nel ‘49 dopo la vittoria del partito dei comunisti, oltre a portare con sé una quantità immensa di quadri, abiti imperiali, giade e altre preziosità, decise di portare anche la copia integra del Siku quanshu. Questi manufatti a primo sguardo non appaiono come la cosa essenziale da preservare in tempo di guerra ma egli fece tutto ciò fondamentalmente perché tutte queste cose sono identità e in questo modo voleva dare l’idea di essere la Cina (paese in cui non riuscirà più a ritornare). Infatti a Taiwan si trova in esposizione molto più di quanto è presente a Pechino.
Il Siku quanshu è stato digitalizzato nel 2000 ed è quindi possibile consultarlo con molta più praticità, cosa che con diecimila volumi cartacei non sarebbe stata fattibile.
Problemi del regno di Qianlong
Il lungo regno dell’imperatore Qianlong dura sessant’anni, più tre da imperatore in ritiro. Abbiamo però una serie di problemi. Negli ultimi anni il suo regno è caratterizzato da una serie di ribellioni, l’impero era arrivato alla più grande estensione che mai si fosse avuta e quindi era naturale forze contrastanti. Le ribellioni sono evidenti nella parte meridionale, insieme ad una serie di difficoltà riguardanti il grande canale. Le bandiere passano dal potere a difficoltà di approvvigionamento e di stipendio (non le bandiere mancesi ma le bandiere mongole ed han). Queste difficoltà sono comprensibili se si tiene conto del fatto che la popolazione delle bandiere è cresciuta nel corso degli anni e quindi mantenere stipendi elevati, esenzioni fiscali e benefici per la popolazione cominciava ad essere difficoltoso.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo del progetto culturale lanciato dall'imperatore Qianlong nel 1770?
- Cosa rappresenta il Siku quanshu e come è stato realizzato?
- Quali difficoltà ha affrontato l'impero negli ultimi anni del regno di Qianlong?
- Perché una copia del Siku quanshu si trova a Taiwan?
- Come è stato reso più accessibile il Siku quanshu nel 2000?
L'obiettivo era preservare, ricopiare e ristampare i testi delle famiglie di letterati per arricchire le biblioteche imperiali, ma in realtà nascondeva un controllo sui libri considerati pericolosi per la dinastia mancese.
Il Siku quanshu è una raccolta completa delle quattro branche dello scibile (classici, storia, filosofi e letteratura) selezionata da letterati, composta da più di tremila opere, e inizialmente furono fatte sette copie per le residenze imperiali e le maggiori città del sud.
L'impero ha affrontato ribellioni, specialmente nel sud, e problemi di approvvigionamento e stipendio per le bandiere mongole ed han, a causa della crescita della popolazione e delle difficoltà nel mantenere benefici e esenzioni fiscali.
Una copia del Siku quanshu si trova a Taiwan perché Chiang Kai-shek la portò lì nel 1949, insieme ad altri manufatti preziosi, per preservare l'identità culturale cinese dopo la vittoria del partito comunista.
Il Siku quanshu è stato digitalizzato nel 2000, rendendo la consultazione molto più pratica rispetto ai diecimila volumi cartacei originali.