Concetti Chiave
- L'emigrazione italiana tra il 1876 e il 1914 si interseca con l'espansione coloniale, coinvolgendo principalmente Argentina e USA.
- Il flusso migratorio inizialmente parte dal nord Italia, ma si estende al sud, con 14 milioni di emigrati italiani entro il 1920.
- Gli emigrati affrontano sfide come barriere linguistiche, alloggi precari, lavoro difficile e discriminazione sociale negli Stati Uniti.
- Il vescovo Giovanni Battista Scalabrini si dedica al supporto degli emigrati, riflettendo l'attenzione della Chiesa Cattolica sulle nuove povertà.
- L'Enciclica "Rerum Novarum" di Papa Leone XIII nel 1891 difende i diritti dei lavoratori, segnalando un cambiamento nella posizione della Chiesa.
Indice
L'emigrazione italiana e l'espansione coloniale
Il discorso coloniale si intreccia con questo processo, che va dal 1876 al 1914, l’emigrazione si interseca con l’espansione coloniale e si comincia a parlare di colonizzazione non solo in Africa, ma anche in Sud America, come in Argentina, dove gli italiani giunsero numerosi.
Principalmente parte dal nord nella prima fase [1876-1900] ma poi si diffonde soprattutto al sud nella seconda fase, gli USA rappresentavano la meta principale, si calcolano dal primo quasi 2 milioni fino ai 14 milioni di emigrati italiani nel 1920. Eppure l’emigrazione italiana fu fenomeno più vistoso [96%] ma vennero coinvolti anche altri paesi in percentuali minori, in Germania il 33%, questi viaggi avvenivano sulle navi e le rotte dell’emigrazione italiana erano principalmente: due Americhe, Australia, Canale di Suez.Sfide e sogni degli emigrati italiani
Da un lato però c’è il mito e il sogno americano, simbolo di libertà e dall’altra un’estrema povertà e fatica ad inserirsi nel contesto locale, si formano così quartieri come Little Italy a new York, disagi:
- Lingua
- Alloggi, spesso in dormitori tutti insieme;
- Lavoro
- Fenomeno di criminalizzazione, viene imposto infatti giuramento di fedeltà agli Stati Uniti;
- Perquisizione e visite mediche a causa del sospetto di contagio di malattie infettive spesso gli italiani venivano infatti considerati “untori”;
- Donne italiane occupavano i settori del lavoro più umilianti;
Il ruolo della Chiesa Cattolica
Un personaggio importante fu il vescovo di Piacenza, Monsignor Giovanni Battista Scalabrini, il quale si dedicò all’assistenza degli emigrati italiani, qui siamo in una rinnovata attenzione da parte della Chiesa Cattolica verso le nuove povertà che costituiscono la questione sociale: nel 1891 il papa Leone 13° emanò l’Enciclica “Rerum Novarum” a riguardo, prendendo le difese dei lavoratori.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali destinazioni degli emigrati italiani tra il 1876 e il 1920?
- Quali sfide affrontarono gli emigrati italiani nei nuovi paesi?
- Quale fu il ruolo della Chiesa Cattolica nell'assistenza agli emigrati italiani?
Le principali destinazioni degli emigrati italiani furono gli Stati Uniti, l'Argentina e altri paesi del Sud America, oltre a Germania e Australia. Gli Stati Uniti rappresentavano la meta principale, con quasi 14 milioni di emigrati italiani entro il 1920.
Gli emigrati italiani affrontarono diverse sfide, tra cui la barriera linguistica, difficoltà abitative, spesso vivendo in dormitori, problemi di lavoro, criminalizzazione, sospetti di contagio di malattie infettive e le donne italiane erano costrette a lavori umilianti.
La Chiesa Cattolica, attraverso figure come Monsignor Giovanni Battista Scalabrini, si dedicò all'assistenza degli emigrati italiani. Il papa Leone 13° emanò l'Enciclica "Rerum Novarum" nel 1891, difendendo i diritti dei lavoratori e mostrando una rinnovata attenzione verso le nuove povertà.