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Concetti Chiave

  • Nel 1914, Salandra e Sonnino avviano trattative segrete con entrambi gli schieramenti per valutare i vantaggi di un possibile ingresso in guerra.
  • Le potenze dell'Intesa offrono all'Italia territori significativi, tra cui il Trentino, l'Istria e la Dalmazia, formalizzati nel Patto di Londra del 1915.
  • Le manifestazioni interventiste del 1915 influenzano l'opinione pubblica e portano alla concessione al governo dei pieni poteri in caso di guerra.
  • I socialisti italiani mantengono una posizione ambigua di neutralità, non ostacolando l'azione bellica per motivi patriottici, pur essendo contrari alla guerra.
  • Il 23 maggio 1915, l'Italia dichiara guerra all'Austria-Ungheria, con il generale Luigi Cadorna nominato capo di Stato maggiore.

Indice

  1. Trattative segrete e patto di Londra
  2. Manifestazioni interventiste e decisioni parlamentari
  3. Neutralità socialista e dichiarazione di guerra

Trattative segrete e patto di Londra

A partire dall'autunno del 1914 il presidente del consiglio Salandra, e il ministro degli esteri, Sonnino, avviano trattative segrete bilaterali con i diplomatici di entrambi gli schieramenti combattenti: l'intento è di vedere da chi si può ricavare di più nel caso di un ingresso in guerra intanto che si compiono i necessari preparativi per permettere all'esercito di essere pronto. Le potenze dell'Intesa sono quelle che fanno l'offerta più allettante: ovvero in caso di intervento è ovviamente di vittoria, l'Italia avrebbe oltre alle "terre irredente" (Trentino e Friuli), anche il Tirolo meridionale fino al Brennero, tutta l'Istria (con l'eccezione di Fiume) la Dalmazia, il protettorato sull'Albania, il possesso della base di Valona e la provincia turca di Antalia, sulle coste meridionali dell'Anatolia. Queste promesse vengono formalizzate in un accordo segreto sigillata dal governo a Londra nella primavera del 1915 noto come "patto di Londra".

Manifestazioni interventiste e decisioni parlamentari

Nella primavera del 1915 gli interventisti organizzano manifestazioni e comizi che impressionano molto una parte significativa dell'opinione pubblica, condizionata sia dal clima creato da queste manifestazioni sia dei concreti risultati conseguiti dal governo con il patto di Londra, la maggioranza dei parlamentari vota a favore del conferimento al governo dei pieni poteri in caso di guerra.

Neutralità socialista e dichiarazione di guerra

I socialisti italiani confermano la loro neutralità ma la esprimono con una formula ambigua: "né aderire né sabotare" mentre votano contro l'ingresso in guerra, invitano i propri militanti a non ostacolare l'azione bellica dell'Italia (cioè né sabotare) in nome delle ragioni del patriottismo, si tratta di un altro significativo esempio della grande influenza sprigionata dalla cultura nazional-patriottica che finisce per condizionare anche i dirigenti di un partito sicuramente avverso alla guerra come il Psi (partito socialista italiana). Dopo l'approvazione in parlamento il governo presenta la dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria la sera del 23 maggio 1915, mentre il 24 maggio si aprono effettivamente le ostilità contro l'Austria-Ungheria; e intanto il comando dell'esercito italiano viene affidato al generale Luigi Cadorna (1850-1928) capo di Stato maggiore

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le promesse fatte all'Italia dalle potenze dell'Intesa nel patto di Londra?
  2. Le potenze dell'Intesa promisero all'Italia, in caso di vittoria, le "terre irredente" (Trentino e Friuli), il Tirolo meridionale fino al Brennero, tutta l'Istria (eccetto Fiume), la Dalmazia, il protettorato sull'Albania, la base di Valona e la provincia turca di Antalia.

  3. Come reagì il Partito Socialista Italiano alla possibilità di entrare in guerra?
  4. Il Partito Socialista Italiano confermò la sua neutralità con la formula "né aderire né sabotare", votando contro l'ingresso in guerra ma invitando i militanti a non ostacolare l'azione bellica dell'Italia.

  5. Quando l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria e chi fu nominato capo di Stato maggiore dell'esercito italiano?
  6. L'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria la sera del 23 maggio 1915, e il comando dell'esercito italiano fu affidato al generale Luigi Cadorna.

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