Concetti Chiave
- Il fascismo italiano si definiva un regime totalitario, ma viene descritto come "totalitarismo imperfetto" a causa della sua natura ibrida tra Stato e partito.
- Il regime fascista in Italia era caratterizzato dalla simbiosi tra il vecchio Stato monarchico e la nuova gerarchia fascista, con il Gran Consiglio del fascismo come punto di congiunzione.
- Mussolini esercitava il potere assoluto, preferendo utilizzare le tradizionali strutture statali, come prefetti e forze dell'ordine, piuttosto che la milizia fascista.
- La milizia MVSN aveva un ruolo principalmente decorativo rispetto alle strutture del partito nazista tedesco, riflettendo una disparità nella competenza tra le classi politiche fasciste e monarchiche.
- L'iscrizione al partito fascista divenne essenziale per lavorare nel settore pubblico, con il partito che si espanse notevolmente durante il regime.
Indice
Il totalitarismo imperfetto
Il sistema fascista, almeno nelle pretese, non era autoritario classico, ma totalitario; perché fu chiamato totalitarismo imperfetto?
La simbiosi Stato-partito
In Italia, quando dal punto di vista storico il nazismo in Germania era ancora una forza minoritaria, lo Stato totalitario era già costruito, sia nelle sue strutture giuridiche (partito unico, milizia MVSN, sindacati fascisti) e c’erano manifestazioni evidenti, come le grandi adunate con i cittadini in camicia nera fascista, il culto del capo, quindi questo era almeno teoricamente un regime totalitario.
Il potere di Mussolini
Una delle caratteristiche fondamentali era la sovrapposizione di due strutture nel senso che c’era la simbiosi Stato-partito, quindi la sovrapposizione del vecchio Stato monarchico e della nuova gerarchia fascista. Il punto di congiunzione era il Gran Consiglio del fascismo, un organo di partito dotato di importanti funzioni costituzionali, anche se mai autonomo rispetto a Mussolini. Al di sopra di tutto il potere assoluto era esercitato da Mussolini che era duce del fascismo e Capo del Governo.
La prevalenza degli organi tradizionali
Nella simbiosi tra Stato e partito prevalseero i tradizionali organi dello Stato e questo per esplicita scelta di Mussolini, fin dall’inizio, nel senso che per trasmettere gli ordini dal centro alla periferia egli si serviva della tradizionale macchina gerarchica dei prefetti, una struttura tipicamente monarchica. Per reprimere il dissenso si serviva dei tradizionali organi dello Stato come polizia e carabinieri più che la milizia, che quando il fascismo si impose fu confinata a un ruolo poco più che decorativo di corpo ausiliario (non c’è paragone tra il ruolo delle SS in Germania e prima ancore delle SA con il ruolo delle MVSN in Italia); ciò perché lui stesso si rendeva conto che il livello qualitativo della classe politica fascista era nettamente inferiore per competenza tecnica a quella della classe dirigente tradizionale cioè dello stato monarchico. Quindi prevalsero gli organi tradizionali piuttosto che quelli di partito.
L'espansione del partito fascista
Il partito però si allargò enormemente durante il periodo fascista, nel senso che l’iscrizione diventò una prassi sempre più diffusa e in particolare era fondamentale essere iscritti al partito per lavorare nel settore pubblico, non solo all’interno di questo, ma anche nel settore statale.
Domande da interrogazione
- Perché il fascismo è definito come "totalitarismo imperfetto"?
- Qual era il ruolo del Gran Consiglio del fascismo?
- Come si espanse il partito fascista durante il regime?
Il fascismo è definito "totalitarismo imperfetto" perché, nonostante le strutture giuridiche e le manifestazioni di un regime totalitario, come il partito unico e il culto del capo, prevalsero i tradizionali organi dello Stato monarchico, scelti da Mussolini per la loro efficienza.
Il Gran Consiglio del fascismo era un organo di partito con importanti funzioni costituzionali, ma non era mai autonomo rispetto a Mussolini, che deteneva il potere assoluto come duce del fascismo e Capo del Governo.
Durante il regime fascista, il partito si espanse enormemente poiché l'iscrizione divenne una prassi diffusa e fondamentale per lavorare nel settore pubblico e statale.