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Concetti Chiave

  • Durante l'età giolittiana, l'economia italiana visse un significativo sviluppo industriale, con un aumento del PIL del 70% tra il 1902 e il 1913, concentrato soprattutto nel Nord Italia.
  • Nonostante tentativi di industrializzazione nel Sud Italia, come lo stabilimento automobilistico a Napoli, la mancanza di manodopera qualificata portò a concentrare l'industria automobilistica nel Nord, con la nascita di ALFA a Milano.
  • Giolitti implementò politiche speciali per favorire lo sviluppo economico del Mezzogiorno, approvando leggi specifiche per regioni come Basilicata e Napoli, ma l'uso della forza contro le proteste contadine rimase una macchia nel suo operato.
  • L'emigrazione italiana durante questo periodo crebbe notevolmente, con una media di 600.000 emigranti all'anno, principalmente dal Sud verso gli Stati Uniti, portando benefici economici alle loro famiglie attraverso rimesse.
  • Le rimesse degli emigranti permisero a molte famiglie meridionali di migliorare la loro condizione economica, acquistando terreni e trasformando i braccianti in piccoli proprietari terrieri.

Indice

  1. Sviluppo economico durante il periodo giolittiano
  2. Industria e questione meridionale
  3. Fallimenti industriali nel sud
  4. Emigrazione e impatto economico

Sviluppo economico durante il periodo giolittiano

Durante il periodo Giolittiano l’economia Italiano conobbe uno sviluppo così rilevante da essere definito decollo. Lo sviluppo iniziò nel 1896, con il ritardo rispetto ai paesi che avevano conosciuto la prima rivoluzione industriale e prima che Giolitti conquistasse stabilmente la direzione della vita politica italiana: ma il periodo di maggiore crescita dell’industria coincise con l’età giolittiana. Dal 1902 al 1913 il prodotto interno lordo aumentato di circa il 70%.

Industria e questione meridionale

Il 40% dell’industria siderurgica si trovava in Liguria, il 20% in Lombardia e il 10% in Piemonte , di fronte al solo 6% della Campania , nettamente superata anche dalla Toscana, con il 20% della produzione. Queste percentuali mostrano con chiarezza dello sviluppo industriale interessava soprattutto il Nord. Giolitti dsi rendeva conto della gravità della questione meridionale>> , cioè del ritardo dello sviluppo economico della maggior parte delle regioni meridionali di fronte a quelle che formavano a nord il cosiddettotriangolo industriale>> e adottò verso il mezzogiorno una nuova politica, fondata sulla legislazione speciale . Nel 1904 furono approvate una legge speciale della Basilicata e un’altra per Napoli. Con queste misure legislative si diede inizio all’industrializzazione del mezzogiorno.

Fallimenti industriali nel sud

I tentativi dei privati di impiantare la grande industria al sud fallirono . Nel 1906 un uomo d’affari inglese convinse alcuni imprenditori stranieri a stringere accordi con imprenditori italiani , per fare nascere a Napoli uno stabilimento in grado di produrre 500-600 autovetture l’anno.

Ma ad una indagine più accurata , risultò che a Napoli non c’erano le condizioni sufficienti , a causa della scarsezza di manodopera qualificata , e si decise che era meglio impiantare la fabbrica a Milano . Nacque cosi l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili(nel 1910 fu abbreviato ad ALFA). L’industria meccanica si concentrava in Piemonte , dove nel 1899 nacque la Fabbrica Italiana Automobili Torino . La crescita fu rapida , ma l’Italia restò lontana dai maggiori paesi industriali : alla vigilia della Gande guerra produceva 1 milione di tonnellate di acciaio mentre la Germania 17,6 milioni.

Mentre Giolitti lottava per le leggi per favorire lo sviluppo economico del mezzogiorno , il governo adoperava la forza contro i contadini :dimostrazioni contadine a Cerignola e a Castelluzzo furono represse e vi furono numerosi morti e feriti tra i dimostranti .

L’Italia meridionale rappresentava una delle basi del potere giolittiano , in quanto forniva alla maggioranza parlamentare un buon numero di deputati . Giolitti favoriva l’elezione dei candidati meridionali appartenenti alla sua maggioranza , facendoli sostenere dai prefetti e consentendo loro di assicurarsi il voto degli elettori in cambio di favori.

Emigrazione e impatto economico

Nell’anno 1900 emigrarono più di 350 000 Italiani . Nel corso dell’età giolittiana il numero degli emigranti continuò ad aumentare , con una media di circa 600 000 l’anno . Quasi la metà proveniva dall’Italia meridionale e si dirigeva in prevalenza negli USA . I contadini che partivano volevano mantenere rapporti con i loro familiari quindi erano costretti a imparare a leggere e a scrivere per poter inviare e ricevere lettere . Quando tornavano alle loro case portavano con sé il frutto delle nuove esperienze . Sul piano economico , l’aspetto più importante era costituito dalle rimesse degli emigrati che facevano affluire nelle povere campagne meridionali rilevanti quantità di denaro , in una misura mai conosciuta prima . Le loro famiglie erano messe in grado di comprare una casa e un appezzamento di terra e i braccianti potevano così trasformarsi in piccoli proprietari.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'impatto dello sviluppo economico durante l'età giolittiana in Italia?
  2. Durante l'età giolittiana, l'economia italiana ha vissuto un significativo sviluppo, con un aumento del prodotto interno lordo del 70% tra il 1902 e il 1913, concentrato principalmente nel Nord Italia.

  3. Quali furono le difficoltà incontrate nell'industrializzazione del Sud Italia?
  4. I tentativi di impiantare la grande industria nel Sud fallirono a causa della mancanza di manodopera qualificata, come dimostrato dal fallimento del progetto di uno stabilimento automobilistico a Napoli.

  5. Come ha influenzato Giolitti lo sviluppo economico del Mezzogiorno?
  6. Giolitti ha adottato una politica di legislazione speciale per il Mezzogiorno, approvando leggi per Basilicata e Napoli nel 1904, cercando di avviare l'industrializzazione della regione.

  7. Qual era il ruolo dell'emigrazione durante l'età giolittiana?
  8. L'emigrazione era significativa, con una media di 600.000 italiani che emigravano ogni anno, principalmente dal Sud verso gli USA, portando benefici economici attraverso le rimesse inviate alle famiglie rimaste in Italia.

  9. In che modo Giolitti ha gestito il potere politico nel Mezzogiorno?
  10. Giolitti ha favorito l'elezione di candidati meridionali della sua maggioranza, sostenuti dai prefetti, assicurandosi il voto degli elettori in cambio di favori, consolidando così il suo potere politico.

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