Concetti Chiave
- La destra storica era un governo liberale basato sui principi dello Statuto Albertino, rappresentato principalmente dall'alta borghesia piemontese.
- Il governo si concentrò sull'accentramento e l'unificazione economica e culturale, estendendo lo Statuto Albertino e imponendo nuove tasse e la leva obbligatoria, causando tensioni nel sud Italia.
- Quintino Sella riuscì a pareggiare il bilancio statale con la tassa sul macinato, che aggravò la situazione economica dei contadini e alimentò il brigantaggio nel sud.
- La questione romana e veneta fu centrale, con la conquista di Roma nel 1870 e l'acquisizione delle Venezie grazie all'alleanza con Bismarck durante la guerra contro l'Austria.
- Il Papa reagì all'occupazione di Roma con le encicliche "Respicentes" e "No expedit", condannando l'occupazione e scoraggiando la partecipazione politica dei cattolici.
Il governo della destra storica
La destra storica è un governo liberale ispirato ai principi legali dello Statuto Albertino. I primi ministri che si susseguono al governo sono in ordine Cavour, Ricasoli, Farini, Minghetti, La Marmora, Ricasoli, Menabrea, Lanza, Minghetti. È importante notare come tutti quanti provengano dall'alta borghesia del nord Italia, in particolare da quella piemontese. Questo fa capire come il governo della destra sia espressione di una sola classe sociale; ai tempi poteva votare, e quindi essere eletta, solo l'alta borghesia. Nel sud, già demoralizzato per la mancata rivoluzione agraria, si comincia a parlare di piemontesizzazione.
Le sfide del governo liberale
Il governo liberale si trova a dover risolvere diverse questioni, in primo luogo deve creare lo Stato italiano. Si decide per l'accentramento ossia per la creazione di un'omogeneità economica, sociale e culturale su tutto il territorio; a tale scopo vengono prese diverse decisioni:
- estensione dello Statuto Albertino a tutto il territorio nazionale, questo significa anche estensione delle tasse le quali mandano sul lastrico il sud Italia già povero
- la leva obbligatoria, in questo modo il sud che era fondamentalmente agricolo perde le braccia lavoratrici degli uomini
- mercato unico e moneta unica in tutta Italia.
L'Italia riesce inoltre, con Quintino Sella, a pareggiare il bilancio grazie alla tassa sul macinato la quale porta però i contadini al disastro. Per tali motivi scoppia nel sud una sorta di guerra civile: il grande brigantaggio. Il governo cerca di risolvere il problema con la forza attraverso l'applicazione della legge marziale.
La questione romana e veneta
Le altre questioni da risolvere sono quella romana e quella veneta poichè sia lo stato della chiesa sia le due venezie non fanno ancora parte dello Stato italiano.
Cavour tenta un accordo con il Papa per ottenere Roma, quando l'accordo fallisce manda l'esercito il quale viene fermato dall'esercito papale alleato ai francesi (battaglia dell'Aspromonte dove vince la chiesa). Si cerca nuovamente il dialogo fino al '70. Nel '66 infatti Bismarck (cancelliere di Prussia) decide di muovere guerra all'Austria e si allea con l'Italia la quale ottiene, grazie alla vittoria di questa guerra, le venezie; in seguito Bismarck si muove verso la Francia invadendola e per tale ragione le truppe francesi lasciano il suolo papale e tornano in patria. E' il momento buono per attaccare la chiesa: il 20 settembre del '70 Roma è presa con la breccia di porta Pia. Il papa pubblica due encicliche: la prima chiamata "Respicentes" contiene la scomunica del sovrano Vittorio Emanuele II e condanna l'occupazione di Roma; la seconda chiamata "No expedit" dice che il popolo non deve vivere la vita politica e sociale dello Stato perchè è peccato mortale, ossia non deve frequentare la scuola statale, pagare le tasse, andare a votare.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali obiettivi del governo della destra storica?
- Quali furono le conseguenze delle politiche fiscali e militari nel sud Italia?
- Come si risolse la questione romana?
- Quali furono le reazioni del Papa all'occupazione di Roma?
Il governo della destra storica mirava a creare uno Stato italiano accentrato, omogeneo economicamente, socialmente e culturalmente, estendendo lo Statuto Albertino e implementando un mercato e una moneta unici.
Le politiche fiscali e la leva obbligatoria impoverirono ulteriormente il sud, portando al grande brigantaggio e a una sorta di guerra civile, che il governo cercò di risolvere con la legge marziale.
La questione romana si risolse nel 1870 quando, approfittando del ritiro delle truppe francesi, l'esercito italiano prese Roma con la breccia di Porta Pia, nonostante l'opposizione del Papa.
Il Papa reagì con due encicliche: "Respicentes", che scomunicava Vittorio Emanuele II e condannava l'occupazione, e "No expedit", che vietava ai cattolici di partecipare alla vita politica e sociale dello Stato.