anida1987
Ominide
14 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • L'URSS emerge dalla II guerra mondiale con enormi perdite ma si afferma come potenza globale grazie all'Armata Rossa e all'imposizione di governi comunisti nell'Europa orientale.
  • Gli USA escono rinforzati dalla guerra, promuovendo il Piano Marshall per sostenere la ricostruzione europea e contrastare l'espansione comunista.
  • Il nuovo assetto europeo post-bellico vede la divisione in blocchi influenzati da USA e URSS, con la Germania divisa in due stati e l'Europa spezzata dalla "cortina di ferro".
  • Il movimento dei Non Allineati, con la Jugoslavia di Tito in primo piano, sceglie la neutralità, rifiutando di schierarsi con uno dei due blocchi.
  • La guerra fredda si manifesta attraverso tensioni ideologiche, corse agli armamenti nucleari e conflitti indiretti come quello in Corea, con il muro di Berlino come simbolo della divisione globale.

Protagonisti della guerra fredda

Indice

  1. L'URSS dopo la guerra
  2. Gli USA e il piano Marshall
  3. Nuovo assetto europeo post-bellico
  4. I non allineati e la Yugoslavia
  5. La cortina di ferro e la guerra fredda
  6. La dottrina Truman e il piano Marshall
  7. Il maccartismo e la corsa agli armamenti
  8. Il conflitto in Corea
  9. Il muro di Berlino e la riunificazione tedesca

L'URSS dopo la guerra

URSS: l’URSS uscì dalla II guerra mondiale notevolmente provata: 18 milioni di morti, molte città distrutte e tutte le sue regioni europee invase dalla Germania. Riuscì comunque ad affermarsi a livello mondiale grazie alla forza del suo grande esercito ( l’Armata rossa) e con lo sfruttamento dei territori occupati. Fin dal 1945, infatti, l’URSS avviò una politica di sfruttamento sistematico dell’Europa orientale, dove la massiccia presenza dell’Armata rossa anche dopo la fine del conflitto, determinò l’imposizione russa di governi comunisti filo-sovietici ( e di conseguenza l’allontanamento forzato dei dirigenti non comunisti ) e la conseguente collettivizzazione dell’economia.

Gli USA e il piano Marshall

USA: gli USA uscirono dalla II guerra mondiale addirittura rafforzati; essi non avevano, infatti, conosciuto né occupazione straniera né bombardamenti e la loro capacità produttiva era notevolmente aumentata, dato lo sforzo fatto per rifornire di armi e di ogni altra merce i propri soldati in guerra. Alla fine della guerra gli USA si ritrovarono con la più potente marina e aviazione militare del mondo e la loro supremazia militare era garantita dal possesso della bomba atomica. Agli occhi degli americani il fallimento delle democrazie europee, la nascita dei regimi fascisti, dei vari nazionalismi e la stessa catastrofe bellica erano il frutto della mancata risoluzione dei problemi finanziari creati dalla I guerra mondiale. Solo l’affermazione della libertà di commercio su scala mondiale e lo sviluppo della cooperazione internazionale avrebbero potuto assicurare la pace e la democrazia. Gli USA si proclamarono allora promotori di quest‘ideale e lo dimostrarono attuando il cosiddetto “ Piano Marshall “ . Il PIANO MARSHALL consisteva nella concessione agli stati europei di prestiti a basso interesse o a fondo perduto, nella fornitura di massicci aiuti in beni alimentari e materie prime e soprattutto nel rinnovamento tecnico delle imprese europee attraverso l’introduzione di macchinari, tecnologie e tecniche di produzione più moderne. Il piano Marshall, che all’inizio era piuttosto vago, assunse ben presto dimensioni considerevoli: dal 1948 ( anno del suo inizio ) al 1957 ( anno della conclusione ), portò allo stanziamento di ben 13 miliardi di dollari. Esso d’altra parte permise agli USA di influenzare la condotta economico-finanziaria dei paesi assistiti e di favorire gli investimenti esteri americani . Il piano Marshall inoltre , creando un forte legame tra USA e Europa occidentale, si poneva come forte baluardo contro le mire espansionistiche sovietiche in Europa. Fu per questo motivo che, quando gli americani offrirono i loro aiuti anche a Cecoslovacchia e Polonia, fu lo stesso Stalin ad intervenire e ad imporre ai governi di Varsavia e di Praga di rifiutare l’offerta americana .

Nuovo assetto europeo post-bellico

NUOVO ASSETTO EUROPEO

Dopo la fine della guerra fu convocata la conferenza di pace a Parigi nel 1946, in occasione della quale furono prese alcune decisioni: l’Italia perse il Dodecanneso (assegnato alla Grecia), Istria, Fiume e Zara mentre la città di Trieste fu divisa in due zone: zona A sotto il controllo degli alleati e zona B, sotto l’amministrazione degli jugoslavi; nel 1975 con il trattato di Osimo, furono sanciti definitivamente i confini italo-jugoslavi riguardanti Trieste ( l’Italia rinuncia alla zona B). Non fu trovato nessun accordo per la Germania, la quale con gli accordi di Yalta e di Postdam era stata divisa in quattro zone di occupazione militare ( inglese, francese, americana e sovietica); nel 1949 infine la Germania fu divisa in Repubblica federale tedesca ad occidente e Repubblica democratica tedesca ad oriente. Già prima della fine della guerra Roosevelt, presidente americano, Churchill, Primo Ministro inglese e Stalin, presidente sovietico avevano prefigurato, nel 1945, con gli accordi di Yalta in Crimea, il futuro assetto europeo, dividendo l’Europa in sfere d’influenza. Nacquero così due blocchi: quello occidentale, sotto l’influenza statunitense i cui paesi aderenti firmarono il Patto Atlantico ( Washington -1949) e successivamente, la Nato, un organismo militare, con funzioni puramente difensive, cui aderirono fra gli altri Francia, Gran Bretagna, Italia , Belgio, Canada e Usa e quello orientale sotto l’influenza dell’URSS comprendente tra gli altri Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Bulgaria e Romania, diventati paesi satelliti del governo Sovietico. Nel 1955, l’URSS e i paesi orientali, firmarono il patto di Varsavia, un’alleanza militare contrapposta alla Nato. Il patto di Varsavia si sciolse nel 1991, in seguito al crollo dei regimi comunisti nell’Europa orientale.

I non allineati e la Yugoslavia

I Non Allineati

Non tutte le nazioni però avevano accettato di allinearsi con uno dei due blocchi, preferendo di restare neutrali e conservare i propri orientamenti tradizionali nella politica estera e le proprie strutture e istituzioni di governo. Tra i “ non allineati “ europei il più importante fu la Yugoslavia di Tito che nel 1948 , vista la scarsa presenza dell‘Armata rossa sul suo territorio , arrivò ad una rottura definitiva con l’URSS per quanto riguardava le relazioni economiche e militari, aderendo invece al piano Marshall e intensificando gli scambi con l’occidente . Si proclamò quindi repubblica federale . In questo modo, la Yugoslavia si pose come cuscinetto neutrale tra Est ed Ovest.

La cortina di ferro e la guerra fredda

Il nuovo assetto geopolitico, formalizzato con la conferenza di pace tenutasi a Parigi nel 1946, sanciva il declino dell’Europa come centro del mondo; il vecchio continente risultò diviso da una

invisibile ma robustissima “cortina di ferro”, per usare l’espressione del Primo Ministro inglese

Winston Churchill che separava l’occidente democratico dall’oriente comunista. Tra il 1947 e il 1949, le aree di influenza divennero un sistema di alleanze che presupponeva una vera e propria subordinazione dei vari stati all’ideologia e alle direttive della rispettiva potenza egemone; nel 1947, infatti, gli Stati Uniti repressero con la forza un tentativo insurrezionale comunista in Grecia,

mentre Stalin procedette alla “sovietizzazione” forzata della Polonia, dell’Ungheria e della Cecoslovacchia dove i deboli sistemi democratici che si erano affermati dopo la guerra, vennero cancellati e sostituiti con regimi comunisti fedeli a Mosca. Questo assetto dell’Europa orientale venne poi codificato nel 1947 con la creazione del Cominform, un nuovo organismo internazionale cui aderirono i partiti comunisti di tutto il mondo (inizialmente vi aderì anche la Jugoslavia, ma nel 1948 fu espulsa per l’indipendenza mostrata da Tito nei confronti di Stalin).

La dottrina Truman e il piano Marshall

L’U.S.A e l’U.R.S.S che, durante il conflitto erano state solidali nel combattere il nazismo, finita la guerra si trovarono a combattere, non con le armi, ma con la diplomazia, una guerra ideologica sul piano politico e militare, tanto che un giornalista americano ideò l’espressione “guerra fredda” per indicare lo stato di tensione nato tra le due super potenze.

La prima esplicita dichiarazione di questo nuovo tipo di guerra la formulò il presidente americano Harry Truman che era succeduto a Roosevelt; il presidente, in un discorso al Congresso, propose infatti un mutamento radicale della politica estera americana, per cui ogni aggressione contro la libertà sarebbe stata considerata una minaccia per gli Stati Uniti; l’U.R.S.S. era diventata un nemico assoluto ed era quindi indispensabile per la sicurezza degli U.S.A. “contenere” su scala mondiale il comunismo. L’azione americana si dispiegò su due sensi: da un lato, avviare una politica di aiuti per accelerare la ripresa economica dell’Europa occidentale e dall’altra, impedire la penetrazione del comunismo in questa area. Nel giugno 1947 gli americani attuarono il cosiddetto piano Marshall che portò in Europa ben tredici miliardi di dollari grazie ai quali fu resa possibile la ricostruzione economica dell’Europa; in particolar modo in Gran Bretagna, furono gettate le basi di quello che fu poi definito uno “stato del benessere” (Welfare State), basato sul potenziamento della presenza dello stato a fianco del cittadino con la creazione di un sistema sanitario nazionale e un sistema previdenziale, mentre nella Germania occidentale, gli Stati Uniti rinunciarono alle riparazioni di guerra e consentirono ai tedeschi di beneficiare degli aiuti del piano Marshall; in tal modo la produzione tedesca occidentale riprese a pieno ritmo e il marco divenne la più forte moneta europea. Emblematico è il caso del Giappone che, sottoposto per circa sei anni all’occupazione militare americana, ebbe una notevole ripresa economica; sotto l’amministrazione del generale Mac Arthur, il paese dovette accettare una nuova costituzione redatta da funzionari americani che trasformava l’autocrazia imperiale in una monarchia costituzionale e, in questo modo, l’imperatore Hirohito poté conservare il suo trono.

Il maccartismo e la corsa agli armamenti

All’interno delle democrazie occidentali, la guerra fredda produsse un pesante clima di sospetti; negli Stati Uniti il senatore McCarthy iniziò un’opera sistematica di denuncia di “spie comuniste” che si sarebbero infiltrate in tutti i settori della pubblica amministrazione; nel clima del cosiddetto Maccartismo si colloca la condanna a morte dei coniugi Rosenberg nel 1953, ritenuti colpevoli di spionaggio atomico a favore dell’Unione Sovietica.

Infatti la vera guerra tra U.S.A. e U.R.S.S. si svolse essenzialmente sul piano della ricerca tecnologica e della costruzione di due giganteschi arsenali militari nucleari. Fra il 1945 e il 1985 un’enorme quantità di risorse umane e materiali fu sacrificata per il “primato nucleare”, in una sorta di competizione tra le due super potenze .

Il conflitto in Corea

Nel quadro della guerra fredda si colloca il conflitto in Corea (1950- 53 ). La Corea era stata divisa in due parti lungo il 38° parallelo: il Nord con un regime comunista filosovietico e il Sud, retto da un governo filoamericano. Nel 1950, le truppe nord coreane iniziarono l’invasione della parte meridionale del Paese. Gli Stati Uniti intervennero penetrando a loro volta nel territorio settentrionale. L’URSS appoggiò il governo comunista senza inviare truppe, mentre la Cina intervenne nei combattimenti sia pure non ufficialmente. La guerra molto sanguinosa ( ci furono 2 milioni di morti) finì nel 1953 con un compromesso che ripristinava la divisione del Paese in due stati: Corea del Nord, con capitale Pyongyang e Corea del Sud, con capitale Seoul.

Autocrazia ( dal greco autos: da se stesso e krateia: potere) indica il potere assoluto di un sovrano

che dipende unicamente da se stesso senza vincoli di leggi.

Attualmente il Giappone è una monarchia costituzionale ereditaria ove l’imperatore ha funzioni di

rappresentanza; il potere legislativo spetta al Parlamento bicamerale (Dieta). Il potere esecutivo

spetta al Governo.

Il muro di Berlino e la riunificazione tedesca

A Berlino nel 1961 fu eretto il muro che divise la città in due settori: Berlino est e Berlino ovest.

Il muro fu abbattuto il 9 novembre del 1989 e la sua caduta aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.

Per 28 anni, dal 1961 al 1989, il muro di Berlino ha tagliato in due non solo una città, ma un intero paese. Fu il simbolo delle divisione del mondo in una sfera americana e una sovietica nonché il simbolo più crudele della Guerra Fredda.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale per l'URSS e gli USA?
  2. L'URSS uscì dalla guerra con gravi perdite umane e distruzioni, ma si affermò a livello mondiale grazie all'Armata Rossa e allo sfruttamento dei territori occupati. Gli USA, invece, uscirono rafforzati, con una maggiore capacità produttiva e la supremazia militare garantita dalla bomba atomica.

  3. In cosa consisteva il Piano Marshall e quale fu il suo impatto?
  4. Il Piano Marshall prevedeva prestiti e aiuti agli stati europei per la ricostruzione economica, influenzando la condotta economico-finanziaria dei paesi assistiti e creando un legame tra USA e Europa occidentale contro l'espansionismo sovietico.

  5. Come fu divisa l'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale?
  6. L'Europa fu divisa in due blocchi: quello occidentale sotto l'influenza statunitense e quello orientale sotto l'influenza sovietica. La Germania fu divisa in Repubblica Federale Tedesca e Repubblica Democratica Tedesca.

  7. Qual era la posizione dei paesi non allineati durante la Guerra Fredda?
  8. I paesi non allineati, come la Jugoslavia di Tito, scelsero di restare neutrali, mantenendo i propri orientamenti politici e intensificando gli scambi con l'Occidente, senza allinearsi con uno dei due blocchi.

  9. Quali furono gli eventi chiave della Guerra Fredda che coinvolsero Berlino e la Corea?
  10. A Berlino, nel 1961, fu eretto il muro che divise la città fino al 1989, simbolo della divisione mondiale. In Corea, il conflitto del 1950-53 portò alla divisione del paese lungo il 38° parallelo, con il Nord comunista e il Sud filoamericano.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

Mauro_105 di Mauro_105

URGENTE (321112)

Lud_ di Lud_

domandina

Samantha Petrosino di Samantha Petrosino