Concetti Chiave
- La fine della prima guerra mondiale ha portato alla necessità di riconvertire l'industria pesante, causando disoccupazione e conflitti sindacali.
- Le imprese hanno cercato di contenere i costi riducendo, quando possibile, i salari, alimentando ulteriormente la tensione tra lavoratori e datori di lavoro.
- Il ritorno dei soldati dal fronte ha creato il problema di reintegrarli nel mercato del lavoro, spesso a scapito delle donne che avevano preso il loro posto.
- La soluzione adottata negli anni Venti è stata prevalentemente quella di rimandare le donne a casa per fare spazio ai reduci.
- I rapporti economici internazionali sono stati trasformati dalla guerra, con Stati Uniti e Giappone che hanno occupato i mercati lasciati scoperti dall'Europa.
Indice
Riconversione industriale post-bellica
La fine della prima guerra mondiale ha determinato anche una ridislocazione della manodopera. L'industria pesante (ovvero quella siderurgica oppure quella meccanica), che ha avuto ovunque un grande sviluppo sollecitato dalla richiesta di armi e attrezzature per gli eserciti, ora deve riconvertire le sue produzioni al contesto di pace che si era venuta a creare.
La riconversione comporta cambiamenti organizzativi, tecnici, tecnologici che nell'immediato provocano una diminuzione della produzione e di conseguenza un aumento della disoccupazione.Conflittualità sindacale e disoccupazione
Al momento stesso le imprese, per favorire la conversione delle linee produttive, cercano di contenere o anche di diminuire i salari degli operai. Come conseguenza si ha un notevole incremento della conflittualità sindacale, che in alcuni casi è particolarmente accentuato.
Dilemma occupazionale post-guerra
Inoltre ci si pone un nuovo problema ovvero i soldati che tornano dal fronte hanno bisogno di trovare una loro collocazione lavorativa. Negli anni di guerra molti dei posti di lavoro rimasti vuoti per le loro partenze sono stati occupati dalle donne che li hanno sostituiti. Adesso c'è bisogno di prendere delle decisioni, infatti si dibatte se rimandare a casa le donne dalle fabbriche o dai servizi per riassumere gli ex soldati? Oppure bisogna conservare operaie e impiegate e lasciare i reduci ai margini del mercato del lavoro? Nel corso degli anni Venti la soluzione adottata un po' ovunque è stata quella di rimandare le donne a casa per fare nuovamente spazio al personale maschile.
Cambiamenti nei rapporti economici globali
Oltre a tutto ciò, alla fine della guerra appare chiaro che i rapporti economici tra le aree economicamente più avanzate sono decisamente mutati. Cinque anni di guerra hanno terremotato i flussi commerciali: la guerra sul mare ha reso gli scambi in certi momenti quasi impossibili, i sistemi produttivi europei sono stati piegati a garantire i rifornimenti agli eserciti. Le merci europee non sono arrivate più in America né in Asia. Stati Uniti e Giappone hanno colto l'occasione e i loro sistemi produttivi e commerciali, solo parzialmente impegnati nella produzione di armi per l'esercito, hanno potuto occupare gli spazi lasciati vuoti degli operatori europei.
Domande da interrogazione
- Quali sono state le conseguenze immediate della riconversione industriale dopo la prima guerra mondiale?
- Quale dilemma si è presentato riguardo alla forza lavoro femminile e ai soldati di ritorno dal fronte?
- Come sono cambiati i rapporti economici tra le aree avanzate dopo la guerra?
La riconversione industriale ha comportato una diminuzione della produzione e un aumento della disoccupazione, oltre a un incremento della conflittualità sindacale a causa del tentativo delle imprese di contenere o diminuire i salari degli operai.
Si è dibattuto se rimandare a casa le donne che avevano occupato i posti di lavoro durante la guerra per riassumere gli ex soldati, o mantenere le donne impiegate e lasciare i reduci ai margini del mercato del lavoro. La soluzione adottata è stata di rimandare le donne a casa per fare spazio al personale maschile.
I rapporti economici sono mutati significativamente, con gli Stati Uniti e il Giappone che hanno occupato gli spazi commerciali lasciati vuoti dagli operatori europei, i cui sistemi produttivi erano stati piegati per garantire i rifornimenti agli eserciti durante la guerra.