Concetti Chiave
- Il Romanticismo fu un movimento culturale e artistico dell'Ottocento che esaltava sensibilità ed emozioni, contrapponendosi al razionalismo del Neoclassicismo e del periodo illuminista.
- Gli artisti romantici cercavano di rappresentare una nuova coscienza storica, valorizzando il sentimento popolare e ridando vita a epoche passate come il Medioevo, lontane dalla razionalità moderna.
- La natura assunse un ruolo centrale nelle opere romantiche, vista come madre accogliente o matrigna indomabile, riflettendo la condizione umana di fronte alla sua vastità e potenza.
- Il concetto di "genio" romantico definì l'artista come un individuo unico, capace di percepire e trasmettere emozioni profonde, spesso esprimendo una vita sregolata e incompresa.
- Artisti come Friedrich, Constable e Turner ampliarono i confini della pittura paesaggistica, esplorando nuove tecniche e rappresentando emozioni e atmosfere naturali con intensità cromatica e luminosa.
Il romanticismo è un movimento culturale ed artistico che si sviluppa nella prima metà dell’Ottocento. Si diffonde in tutta Europa e principalmente in Germania, Francia, Italia, Austria ed Inghilterra.
Indice
- Caratteristiche del romanticismo
- Filoni del romanticismo
- Arte e storia nel romanticismo
- Architettura e natura nel romanticismo
- Il genio romantico
- Il concetto del sublime
- Artisti romantici in Francia
- Viandante sul mare di nebbia
- Il mare di ghiaccio
- Il monaco in riva al mare
- Abbazia nel querceto
- La croce sulla montagna
- Constable e la natura
- Turner e i paesaggi
- Scena di aratura nel Suffolk
- Barche in costruzione
- Pioggia, vapore e velocità
- Pace. Esequie in mare
- Romanticismo francese
- Zattera della medusa
- Delacroix e la libertà
- La libertà guida il popolo
- Il realismo e la società
- Courbet e il realismo
- Gli spaccapietre
- Funerale ad Ornans
- Courbet e il mare
- Millet e il mondo contadino
- Angelus e la preghiera
- Le spigolatrici
- Il seminatore
- Daumier e la critica sociale
- Il vagone di terza classe
- Passato, presente e futuro
- Testa in argilla
Caratteristiche del romanticismo
Il romanticismo privilegia il valore della sensibilità, l’espressione dei sentimenti, l’analisi dell’io. Il romanticismo segna un punto di svolta rispetto all’arte precedente. Per la prima volta, il protagonista dell’opera è l’artista. Non si ritrae come personaggio, ma le emozioni e i sentimenti diventano basilari e sono suoi. Diventa fondamentale nella scelta delle emozioni.
(Un preromanticismo si ha già alla fine del 700 con lo “Sturm und drang”).
Filoni del romanticismo
Il romanticismo si articola in più filoni dove troviamo delle particolarità e delle caratteristiche specifiche. Ci sarà il filone inglese, francese, quello di matrice tedesca e italiano. Quello italiano c’è ma non dà esiti molto interessanti. Il romanticismo si pone come corrente contrapposta al neoclassicismo. Il Neoclassicismo è frutto dell’illuminismo, il romanticismo esula da questa situazione e va ad attingere a quello che è meno razionale andando verso quello che è più legato verso le emozioni e i sentimenti.
Arte e storia nel romanticismo
Secondo i romantici l’arte cambia nel tempo ed è espressione dei sentimenti, dei valori, degli ideali, delle aspirazioni di un’epoca storica determinata. Quindi l’arte deve riflettere le esigenze dei tempi, deve cioè essere moderna. Del passato si vanno a recuperare delle epoche nelle quali il cittadino, l’uomo, era svincolato da condizionamenti. Sembrava fosse più libero. Si va a ripescare il medioevo, dove non c’era la ricerca della razionalità e dell’ordine, il medioevo è vista come un’epoca svincolata dalla ragione. I romantici raffigurano, in quadri di notevoli dimensioni e di stile epico, non i temi eroici o le gesta di grandi generali o regnanti, ma le imprese che hanno visto protagonista il popolo, le sofferenze della gente comune. Si assiste così a una ridefinizione del genere storico che ha come premessa una nuova coscienza della storia.
Architettura e natura nel romanticismo
In architettura si recuperano delle forme architettoniche del medioevo chiamate neo-medioevali, neoromaniche e neogotico. Si sviluppa l’eclettismo. L’architettura diventa eclettica. Ci si impegna in più stili diversi. La ripresa del passato è la ripresa di un’epoca positiva.
I paesi dove si sviluppa in particolare questo filone della natura sono Inghilterra e Germania) È sempre collegato all’uomo che riscopre i suoi sentimenti e l’artista ritiene che i sentimenti debbano essere parte dell’opera. L’uomo osserva la natura. La natura diventa il punto di partenza per il sentimento e qui si aprono diversi modi di concepire la natura. Posso vedere la natura come madre o come matrigna. La natura madre è quella bella, ridente, dove ci si sente sereni ed è la natura madre che accoglie; quindi, vedremo paesaggi dove la natura è amica dell’uomo. Poi c’è la natura matrigna. È matrigna per due motivi: Si scatena attraverso i fenomeni naturali, l’uomo non può fare nulla e soccombe. La natura lo uccide. Poi c’è la natura che non uccide, ma fa sentire piccolo. È la natura della vastità infinita. Ci fa sentire piccoli, inferiori. È molto più grande.
Senza le basi scientifiche si era intuita la sfera irrazionale dell’uomo che aveva a che vedere con gli incubi e i sogni. È soprattutto di matrice tedesca.
Il genio romantico
Con il romanticismo nasce la figura del “genio” romantico, l’uomo ha forti passioni, inquieto, insoddisfatto incompreso e disprezzato dai mediocri, ma conscio della sua unicità individuale e interamente rivolto alla propria missione. Il genio è l’artista che riesce a entrare in sintonia e percepire delle emozioni e sentimenti che derivano dalla natura ma che gli altri percepiscono in maniera minore. Essendo così sensibile ne risente molto di questi sentimenti. Questa sua capacità gli permette di vivere una vita un po’ sregolata e dissoluta. Il genio in realtà dovrebbe essere quell’artista che percepisce meglio gli stimoli che provengono dalla natura e dall’esterno è fortemente condizionato da questi, riesce a trasmettere nelle opere e perciò questo gli permette di cogliere il sublime. Il genio era quindi qualcuno diverso dagli altri.
Il concetto del sublime
Anche il concetto del sublime fa parte del romanticismo. La rovina, anche lei ha il fascino del sublime. Rusky teorizza che non si deve intervenire sull’opera. Perché l’opera ha una sua vita. È nata, ha vissuto e poi deve morire. Nella realtà questa teoria non è stata applicata però è stata importante perché ha indirizzato il restauro sulla strada della conservazione. Non aggiungo e non modifico ma blocco la “malattia”. Blocco il degrado dei monumenti perché è giusto che chi venga dopo di noi deve osservare.
Artisti romantici in Francia
In Francia vediamo due grandi artisti: De La Croix e Gerico.
Friedrich: nasce nel 1774 in Germania e muore a Dresda nel 1840. La sua vita è abbastanza normale ma era caratterizzato da un carattere abbastanza isolato. Questo isolamento peggiora quando un giorno, andando a pattinare con suo fratello, assiste alla sua morte in maniera drammatica. Questo fatto lo segnerà per sempre e lo vediamo anche nella sua arte dov’è raffigura quasi sempre la natura più forte dell’uomo è molto più vasta.
A livello stilistico, porta avanti un discorso di pittura molto realistica. Le sue immagini sono aderenti alla realtà, molto precise e queste concorre a farci sentire ancora più coinvolti. Dipinge soprattutto paesaggi dove l’uomo o non c’è o è molto piccolo. Il messaggio che vuole diffondere è sempre lo stesso: uomo impotente di fronte alla vastità della natura.
Viandante sul mare di nebbia
Viandante sul mare di nebbia: opera del 1818. Il dipinto raffigura un uomo che ha camminato per raggiungere la vetta di una montagna. Quando arriva in cima la natura non è dalla sua parte perché convinto di dominare il panorama, la natura non si fa vedere come lui desidera. Una coltre di nuvole ricopre il paesaggio sottostante. Il fatto che sia di spalle contribuisce a dare anche un’altra impressione. Questo uomo è l’uomo in generale. Quando nei dipinti comparirà un uomo, ma non sarà riconoscibile, rappresenta tutta l’umanità in generale. L’uomo di fronte alla natura non ha poteri. L’opera è caratterizzata da forme triangolari. Le cime che spuntano, i triangoli sul fondo e anche l’uomo. È una composizione molto studiata e i triangoli, quindi, non sono di certo casuali. Inoltre, c’è una scarsa varietà delle tinte. I colori sono pochi (due) che si dispongono all’interno del quadro. È un’opera per la quale si parla di sinestesia (quando più di un senso è coinvolto). Qui agiamo con il senso della vista, ma osservando meglio abbiamo la sensazione di percepire il silenzio o il leggero sibilo del vento. Questa è la sinestesia: trasmettere sensazioni che non appartengono al senso principale (che è quello della vista).
Il mare di ghiaccio
Il mare di ghiaccio/naufragio delle speranze: è un’opera molto autobiografica. Il mare è ghiacciato e le lastre di ghiaccio si sono spaccate tra di loro e creano quell’effetto. C’è anche una barca che si è incagliata nei ghiacci. Coloro che stavano in barca ovviamente sono morti. È un’immagine molto drammatica ma anche autobiografica perché suo fratello è morto nel ghiaccio. Non rappresenta la morte del fratello ma qualcosa che lo richiama da vicino. Il ghiaccio è rappresentato con lastre spigolose e sembrano delle lame che colpiscono con violenza chiunque vi si avvicini. In primo piano mette le lastre di ghiaccio ed hanno un colore scuro. Sembrano lastre di pietra e ricordano le lastre di un cimitero. Ricorda anche il cristo di Caravaggio la pietra. Anche qui la forma piramidale e triangolare è forte. Anche qui i colori sono pochi: azzurro e ocra. L’ora va a declinarsi in diverse tonalità. Anche qui è presente la sinestesia. Trasmette la percezione di freddo e silenzio glaciale. Sembra di sentire lo scricchiolio dei ghiacci. È curiosa anche la scelta di mettere la barca minuscola. È piccola di fronte alla potenza del mare ghiacciato. Il dipinto è molto dettagliato, sembra quasi una fotografia per quanto è precisa e dettagliata. Sembra di essere lì e cadere dentro questo mare di ghiaccio.
Il monaco in riva al mare
Il Monaco in riva al mare: anche quest’opera, risale al 1808-1809, traspare l’immensità della natura. Viene rappresentato un monaco in riva al mare. È un mare increspato è agitato. È un mare su cui sta per abbattersi una violenta tempesta. Ci sono infatti tracce nere e nuvole scure. Il mare sembra quasi nero ma è blu scuro. L’uomo assiste allo scatenarsi delle forze della natura, abbiamo proprio l’effetto del sublime. L’uomo osserva l’enormità degli spazi. Dedica molto spazio al cielo è solo due strisce orizzontali rappresentano il mare è la terra. Quando la composizione è tutta linee orizzontali dà la sensazione di percepire l’orizzonte. Si apre tutto lo spazio. L’orizzonte è molto basso. Quando è basso le figure diventano più piccole. Quando invece, è alto le figure appaiono più grandi. I colori sono tinte fredde (ricordano elementi freddi della realtà) e si dividono in tre zone: una superficie chiara in basso, una fascia color verde-azzurro-nerastro, percorsa da accenti biancastri. Poi c’è un’area azzurra e bianca che occupa la maggior parte del quadro e che rimane irraggiungibile. Per dare più importanza alle figure, il pittore utilizza colori caldi. Le tinte fredde vengono utilizzate per dare l’idea della lontananza. Aumenta il senso di grandezza è espansione. La sinestesia c’è e sembra di sentire il sibilare del vento o i tuoni in lontananza.
Abbazia nel querceto
Abbazia nel querceto: in questo dipinto, Friedrich, ritrae le rovine di un’abbazia. Viene rappresentata una processione di monaci che all’alba si dirige attraverso un cimitero e querce spoglie e spettrali verso il portale dell'abbazia gotica in rovina. Il cielo, la natura, la nebbia, le tombe, il rudere, i colori freddi dell’alba ci restituiscono un paesaggio di grande suggestione e un’atmosfera di intenso misticismo e mistero. Dell’abbazia, rimane solo un piccolo stralcio di parete. Sotto, nella parte bassa, si vede un cimitero (con croci e lapidi) e poi si vedono delle figure (monaci) che si recano in quello che resta dell’abbazia. La tinta principale è quella fredda: il marrone. La morte è presente in primo piano nel cimitero, nella rovina, nel freddo generale che si riesce a percepire nel dipinto è negli alberi privi di foglie è fortemente contorti su sé stessi. È un’immagine molto inquietante.
La croce sulla montagna
La croce sulla montagna: la figura umana non c’è. Si vede la croce e le piante che sono viste in controluce. La composizione è di nuovo triangolare. Vi sono poi tre aspetti curiosi: i raggi luminosi, come se dietro l’oscurità si aprisse a raggiera di luce. È una luce simbolica che filtra tra le nuvole e si raccoglie in tre raggi fondamentali nella parte alta, ed è l’illusione della trinità. Quest’opera è caratterizzata da una specie di altare, in basso troviamo una spiga e l’uva, che rappresentano il corpo e il sangue di Cristo quindi l'eucaristia.
Ci sono due correnti:
1. Una rappresenta la natura materna (amica, nutre) e ci riferiamo a Constable
2. La seconda è la natura matrigna (l’uomo si sente soggiogato) ci riferiamo a Turner.
Constable e la natura
Constable: nasce da una famiglia contadina, non ama la città e soffre quando ci va. Ha un carattere aperto, familiare, intimo. Con Constable ci si ritrova di fronte a una nuova percezione del paesaggio.vi era in Constable il forte desiderio di avvicinarsi alla natura. La caratteristica peculiare dei suoi paesaggi consiste nella prossimità al proprio soggetto. Lui si interessa veramente a tre luoghi: la valle natale nel Suffolk, le colline a nord di Londra e i dintorni di Salisbury. L’ambiente inglese dei suoi paesaggi è determinato dal clima piovoso, è uno stile realista. Con lui natura e sentimento sono sempre legati. Constable è considerato il padre dell’impressionismo perché dipingeva ad aria aperta per cogliere la vera luce. Fa anche una serie di quadri con solo uno squarcio di cielo con luce, colori e nuvole. Con la pittura di Constable ci si trova di fronte a una percezione del paesaggio. La tecnica pittorica consisteva nel dipingere di fronte alla natura numerosi schizzi e bozzetti che poi venivano completati a olio in studio. Il lavoro sulla luce che è centrale, trova espressione mediante una tecnica che anticipa quella impressionista: piccoli tratti veloci, tocchi di luce ed ombra attraverso colori complementari smorzati nell’intensità. Inoltre, utilizza molto il colore verde e il suo stile è preciso ed accurato.
Turner e i paesaggi
Turner: Turner è londinese, ama la natura ma non ci vive. Non vado accordo con nessuno, a figli ma non è sposato.
I paesaggi di Turner presentano notevoli diversità rispetto a quelli contemporanei: in Turner il paesaggio è concepito attraverso la nobile tradizione dei grandi maestri olandesi. Inoltre, non c’è grande composizione che non sia legata a un episodio biblico, mitologico o storico. I temi sono spesso drammatici e traggono ispirazione anche da tragiche vicende. Turner preferiva scorci paesaggistici dove la presenza umana è rara o assente, luoghi incontaminati e sublimi sconvolti da eventi naturali impressionanti. In questi casi le opere riflettono le emozioni provate dall’artista di fronte allo spettacolo della natura, soprattutto nei momenti in cui lo scatenarsi degli elementi provoca un sentimento di timore unito a una forte fascinazione. Nelle sue tele Turner riproduce le atmosfere nebbiose, velate con spettacolari effetti di rifrazione luminosa, vapori densi che trasfigurano la realtà offuscandone i contorni: la messa fuoco è sfumata, gli spazi cessano di essere percepibili i colori accrescono il valore emotivo. Gli effetti di luce, vengono ricreati attraverso pennellate non regolari e approssimative. Turner si allontana dalla rappresentazione oggettiva, per rivolgersi agli effetti atmosferici che egli ottiene attraverso una tecnica nuova e sperimentale. Egli introduce nel quadro una vivacità e un’approssimazione nel disegno fino ad allora ammessa solo in fase di schizzo o abbozzo. Turner fu molto criticato perché creò opere sfuocate (le rende sfocate apposta) non viene capito dai suoi contemporanei.
Turner voleva vivere da vicino la sensazione della tempesta. Si dice che per percepire questa sensazione, quindi di essere nel mezzo del fenomeno, si è sporto da un treno mentre pioveva. Si è anche fatto legare ad un albero maestro di una nave mentre c’era una tempesta. Quindi, Turner, dipinge molte tempeste vissute in prima persona.
Scena di aratura nel Suffolk
Scena di aratura nel Suffolk: L’orizzonte è ampio ed allungato, quindi è vasto. Tutto è a linee orizzontali. Più di un mezzo del dipinto è dedicato alle nuvole, la presenza umana e costante quindi l’uomo è fondamentale, la vita c’è sempre grazie alla natura. Le sue opere sono precise ma non fotografiche come quelle di Friedrich. C’è molta tonalità di verde, la luce è tipica inglese, le nuvole sono gonfie (somigliano panna montata).
Barche in costruzione
Barche in costruzione: la scena rappresenta un rudimentale cantiere navale che si trova nei pressi del mulino di Flats Ford. La grande barca in costruzione è orientata secondo la diagonale del dipinto e rappresenta l’elemento centrale dell’intera opera. In primo piano, insieme alla barca sono sparsi attrezzi e utensili vari. Quasi tutto il dipinto è ritratto direttamente sul posto, dando il via alla famosa tecnica del “en plein air” Che caratterizzerà la successiva produzione impressionista. Infine, il fiume che scorre in lontananza gli alberi in secondo piano è visto come veri soggetti principali del dipinto da Constable. Fonde gli alberi usando più tonalità di verde. l’orizzonte è ben delineato. L’opera si presenta con una serie di linee orizzontali, il cielo è grigiastro le nuvole sono lisce e piatte. I due colori principali sono il verde il grigio.
Pioggia, vapore e velocità
Pioggia, vapore e velocità: nel dipinto di Turner è stato immortalato il primo treno vapore inglese. L’artista ha dipinto la motrice che trascina il convoglio passando sul ponte di ferro del Tamigi. La scelta del soggetto risultava all’epoca scandalosa, poiché per la prima volta si volle dare importanza, e dignità artistica, a un recente prodotto della tecnologia. Per dare maggiore movimento al dipinto il treno fende un muro di pioggia e diffonde nuvole di vapore. Per Turner fu di grande ispirazione questa novità tecnologica che permetteva di dipingere un fenomeno atmosferico simulato. La pioggia, il vapore e l’aria spostata dall’avanzare del treno, creano un movimento aereo che permette a Turner di creare una composizione di grande effetto.
[Turner fu solito creare situazioni estreme per trarre ispirazione dei suoi dipinti: durante una traversata in mare, l’artista si fece legare all’albero della nave per osservare una tempesta marina in corso. Forse si tratta di una leggenda ma l’aneddoto rende bene il carattere del personaggio.]
In pioggia, vapore e velocità, Turner utilizza un turbine di pennellate accostate per rappresentare il vortice creato dal paesaggio del treno. Come in tutti i suoi dipinti la luce ha un’importanza essenziale. Turner si affida al colore e focalizza la nostra attenzione sulla luce e sull’atmosfera, prima ancora che essa si focalizzi sulla forma degli oggetti. Si assiste, quindi, allo sfaldamento della forma. L’uso del colore (liquefatto, dato con pennellate rapidissime). I colori vengono utilizzati dall’artista per rappresentare al massimo la loro luminosità attraverso accostamenti di contrasti di chiarezza e di complementari. La luce che scaturisce dagli accostamenti cromatici e dall’andamento delle pennellate è il soggetto principale dei suoi dipinti. Il cielo è rappresentato tramite brandelli di azzurro. Il fiume si intuisce in basso, colorato di ocra e bruno e in questo dipinto, il rimando al ponte è rappresentato dalle linee diagonali scure e dall’arco sottostante. La motrice si identifica con difficoltà dalla sua forma frontale; a sinistra si intravede la debole sagoma di un altro ponte ad archi ed, oltre a ciò, non vi sono riferimenti al mondo reale che possono permetterci di decodificare l’immagine. Turner trovò ispirazione dalle vedute di Venezia: le acque e i canali della città italiana offrirono molti spunti di ispirazione per i suoi dipinti.
Pace. Esequie in mare
Pace. Esequie in mare: in questo lavoro, lo spettatore si trova a distanza dall’evento, dove si sta effettuando il funerale in mare di Wilkie. I colori utilizzati in questa tela sono molto scuri, e varie gradazioni di nero dominano la scena, alternati ad alcuni toni chiari. Questo gioco di cromature, permette di dare centralità al fuoco che si trova proprio al centro della composizione, e che immediatamente salta all’occhio dello spettatore. Le due navi che circondano il fuoco sono finemente contornate e dipinte con grandissima precisione, ma proprio come in tanti altri lavori di Turner, la vera protagonista è la natura, che anche in questo caso, è protagonista assoluta di tutta la composizione: il grandioso cielo ed il mare fungono da gigantesca cornice alle imbarcazioni umane, le quali rappresentano solo una piccola porzione di tutta la scena.
Incendio, camera dei lord.
Romanticismo francese
Il romanticismo francese appartiene al filone storico che si interessa soprattutto alla storia, politica e avvenimenti del paese. I due esponenti fondamentali sono Géricault e de la Croix.
Géricault: vive molto poco. Uno dei temi centrali della sua pittura era quello della lotta, che si trasforma in spinta all’azione drammatica ispirata alla storia o all'attualità. Si concentra molto sulla carica espressiva dei dipinti ed introduce molto il sentimento e le emozioni. Lui aveva prodotto una serie di dipinti nei quali ha dipinto dodici personaggi: gli alienati. Gli alienati sono malati di mente, li rappresenta recandosi all’ospedale psichiatrico parigino e fu aiutato da un suo amico medico. Lo chiama perché vuole avere informazioni su questi malati. I malati non vengono rappresentati come i classici pazzi, ma con tutta la loro dignità di persona; quindi, ritrae queste figure come se fossero normali figure da ritrarre. Non si lascia prendere dal pregiudizio degli altri. Erano diventati malati, secondo quel tempo, perché avevano commesso delle colpe o perché i loro genitori avevano commesso delle colpe. Ma lui li rappresenta come delle persone e come avrebbe dipinto un vero e proprio malato, quindi in questo è modernissimo. Di questi 10 dipinti ne abbiamo solo 5, gli altri sono spariti e non sappiamo che fine hanno fatto. In tutti i volti si legge la malattia, ma sono ritratti come si ritrarrebbe una qualsiasi persona. Tutti hanno dei colletti o comunque vicino al viso hanno qualcosa di bianco. Per concentrare la nostra attenzione su di loro, evita qualsiasi dettaglio. Inoltre, il bianco fa risaltare in maniera impressionante il volto. La malattia si deduce dallo sguardo dei personaggi.
Alienato con monomania del furto:
Zattera della medusa
Zattera della medusa: risale al 1818-1819. È un’opera fondamentale per l’arte del romanticismo francese. Géricault scese un tragico episodio di cronaca che si era verificato nel 1816, al largo dell’Africa occidentale: il naufragio della nave medusa (una grande imbarcazione che era partita dalla Francia per andare in Senegal) che andò alla deriva per parecchi giorni, in un crescendo di orrori, finché la nave della salvezza, l’Argo, recuperò solo una quindicina di superstiti. In Francia il romanticismo ha a che vedere con la situazione politica della Francia, perciò è un’opera di denuncia. Appare inizialmente come una semplice disgrazia in mare. In realtà viene coperta subito dal governo francese. Il motivo è legato al fatto che il capitano della nave non aveva in realtà le capacità di fare il capitano. L’episodio viene insabbiato ma alcuni sono sopravvissuti e quindi hanno raccontato gli episodi drammatici accaduti. Géricault, si documentò scrupolosamente sull’accaduto, intervistando i superstiti e disegnando i cadaveri all'obitorio. L'artista, decide di dipingere un’opera che ritrae il momento più drammatico dove alcuni naufraghi sono riusciti a saltare sulla zattera e da lontano vedono una sagoma di una nave, ma un’onda gigantesca sulla sinistra sta per far affondare nuovamente la zattera, quindi ci saranno ancora meno sopravvissuti. È un’opera ricca di pathos dove viene vissuta una situazione molto drammatica. La prima cosa che possiamo notare è che la zattera, messa in modo tale da presentare lo spigolo della zattera verso di noi, come faceva Caravaggio. In questo modo viene coinvolto ancora di più lo spettatore. Inoltre, colloca la zattera in modo che sulla sinistra si veda l'enorme onda e l’enorme mare burrascoso. Sul fondo si vede un puntino minuscolo: la nave della salvezza. Ciò che rende l’immagine pazzesca sono le figure molto Caravaggesche e la forma dei corpi. I corpi sono muscolosi e possenti nonostante siano corpi di persone che vivono in mare da giorni. [L’influenza di Caravaggio, quindi, è ancora fortissima]. Le figure nel quadro sono differenti ma in primo piano notiamo una figura molto inquietante (nella storia dell’arte). Si trova sulla sinistra del dipinto ed ha un mantello rosso. Trattiene un corpo, si pensa del figlio, ha lo sguardo perso nel vuoto e non ha reazione. Altrettanto inquietante è una figura sulla destra che ha la testa a bagno e galleggia. I morti li mette in primo piano per trasmettere angoscia. Dalla morte poi si passa alla vita che cerca di rimanere aggrappata fino all’ultimo. Si sbracciano infatti degli uomini, ed uno in cima sventola una sorta di bandiera.
1. Si crea, quindi, un crescendo dalla morte alla vita si crea una figura piramidale formata dal gruppo di figure vive che si sbracciano e stanno in piedi.
2. La seconda figura a triangolo sono le funi che tengono in piedi l’albero e l’albero stesso.
I colori sono quelli del dramma: verde, cielo scuro e nuvole scure con presagio di tempesta. Ci sono però anche alcuni riflessi rossastri del sole che accentuano la drammaticità della scena. Il chiaroscuro rende il dinamismo ei personaggi. Géricault, si ispira all’antica Grecia. Il personaggio che sventola la bandiera è tratto da uno dei fregi del Partenone: i cavalieri in corsa. Tratto dall’antica Grecia è anche il personaggio con il mantello rosso che ha la testa su una mano. La scena è costruita su un sistema di diagonali che convergono verso due apici, uno rappresentato dall’albero della zattera, l’altro dalla camicia agitata da un naufrago: si determina così una tensione verso l’orizzonte. Il vento soffia però in direzione opposta, come lo dimostra la vela gonfiata dalla tempesta ed il mare che respinge la zattera alla deriva. Quando l’opera viene terminata subisce moltissime critiche, oggi è esposta al Louvre. È di grandi dimensioni e di grande impatto visivo.
Delacroix e la libertà
Si rifà a Géricault. Nasce alla fine del ‘700. Tra loro due c’è contatto e Delacroix ammirerà molto Géricault e lo inserirà nel dipinto: la libertà che guida il popolo. Delacroix si ispira al classicismo per i corpi e le figure e introduce il discorso passionale, la ricerca delle emozioni e dei sentimenti. Delacroix è condizionato anche dall’amore per l’esotico. Nell’Africa intravedeva un ambiente ancora incontaminato perché qui la civiltà europea non era ancora arrivata a trasformare la tradizione e le credenze e quindi si era fatto quest’idea, poco realistica, che lì ci fosse ancora una specie di paradiso terrestre. Era attratto dall’idea del «primitivo» e dalla luce. La luce e i colori del Nordafrica ed anche il calore del luogo è differente quindi lì, assorbe l’amore per il colore. Verrà infatti definito colorista, per l’amore dei colori e l’abbandono del disegno, ovvero si serve del colore. È considerato anche i, precursore degli impressionisti per il suo utilizzo del colore, molto Libero.
La libertà guida il popolo
La libertà guida il popolo: 1830. Riguarda L’insurrezione parigina del 1830. Il re aveva rimesso delle leggi che andavano contro la libertà. Ci fu l’abbattimento della monarchia dei Borboni e l’avvento della monarchia costituzionale di Luigi Filippo d’Orléans. Questo ritorno non viene accettato dai parigini, i quali si rivoltano. Si tratta del primo quadro che dà voce alla passione politica affermando l'idea di lotta per la libertà. Il fronte dei rivoltosi è capeggiato da una donna popolana, allegoria della Francia e della libertà. La donna regge la bandiera di Francia ed è a torso nudo, perché la verità è nuda. Allude al concetto della nuda verità. Regge in una mano la baionetta e nell’altra la bandiera di Francia. In questo nudo ricorda molto la venere di Nilo, al Louvre. Questo perché ricorda molto l’antico. Richiama il senso di libertà e democrazia. L’altro elemento politico rilevante è il riferimento all’idea moderna di popolo: il dipinto mette in evidenza la partecipazione della folla di Parigi di ogni età e di ogni condizione sociale. I due uomini hanno lo stesso volto: sia il povero sia il ricco camminano insieme per la libertà. Tutte le categorie sociali combattono fianco a fianco. L’uomo con il cilindro è il ritratto di Géricault, utilizzato come «modello». C’è poi un bambino, anche lui armato. Tutti partecipano perché tutti vogliono la libertà. Persino le donne, dato che la libertà viene rappresentata come donna. Vediamo, poi, il richiamo espresso in maniera chiara all’amato Géricault, in particolare ai cadaveri in primo piano, con le gambe sollevate e seminudo che ricorda il cadavere della «zattera della medusa». Anche lui fa uso della costruzione piramidale che ha al suo vertice la bandiera di Francia. Sul fondo si vedono le tracce di Parigi: Notre dame e i tipici palazzi parigini. Da nessun punto di Parigi si gode di una vista così. Le torri di Notre dame non si potranno mai vedere in quel modo; quindi, ha assemblato due elementi fondamentali di Parigi per farci capire che i moti di rivolta sono accaduti lì. C’è poi molto fumo dato dagli scoppi e dalla folla che solleva la polvere. La folla va poi degradando come dimensione per l’effetto della prospettiva in lontananza. Nel dipinto tornano anche dei colori che sono i colori della bandiera di Francia: azzurro, rosso e bianco. Come se la Francia abbracciasse tutto. Li troviamo: nel cielo; nelle vesti di alcuni personaggi come il calzino, la giacca o la blusa; il rosso della bandiera, nella fascia della cintura e in alcuni elementi decorativi delle giacche; il bianco nella bandiera e nel fumo. La Francia è unita ed è ovunque. La scena è in controluce, la sorgente di luce è posta dietro la bandiera ed infatti alcune parti appaiono illuminate da dietro. Le parti più illuminate sono la donna e la bandiera, fulcro del dipinto, poi vengono illuminati anche i volti dei personaggi ed i cadaveri. Pare essere sera, ma il chiarore diffuso nel cielo può anche farci pensare al levarsi del sole. Le pennellate sono rapide, morbide e veloci. Predilige effetti cromatici e luministici intensi ottenuti mediante il contrasto di tinte e tonalità.
Il realismo e la società
Il realismo è un periodo storico che si sviluppa nella seconda metà dell’800. Realismo deriva dal reale, quindi, è la ripresa del reale, della realtà. È anche il periodo della seconda rivoluzione industriale che porta trasformazioni in positivo, ma trasformazioni anche a livello sociale. Si formano quelle categorie di lavoratori che vengono conosciuti con il nome di proletariato. Anche le città in seguito a questa rivoluzione hanno un grande sviluppo. Si formano periferie con alloggi fatiscenti e persone che vivono in stato di degrado e in difficoltà. Il realismo si sviluppa in Francia, all'epoca di Napoleone III. Il realismo va a documentare e a dipingere la realtà; quindi, non ci sono più dipinti che riguardano il paesaggio o la veduta ma dipinti che testimoniano la vita quotidiana e la difficoltà di molta parte della popolazione di quel tempo. Questo tipo di arte si trasforma in un vero e proprio atto di denuncia. Questo comporterà problemi seri da parte degli artisti che saranno anche perseguitati e alcuni addirittura incarcerati. I grandi nomi del realismo sono: Courbet, artista che più di tutti porta avanti le teorie del realismo e maestro indiscusso; l’altro è Millet e l’ultimo Daumier.
Courbet e il realismo
Courbet: matura un’arte che ha per materia la realtà contemporanea nei suoi aspetti più quotidiani e umili. non si tratta di riprodurre mimeticamente la realtà, ma di raccontare il mondo che lo circonda. Courbet, vuole ritrarre la realtà nuda e cruda in particolare di chi ha difficoltà economiche. Si schiera contro le scuole e le accademie in cui si davano delle regole nel campo dell’arte, perché ritiene che le scuole limitino la libertà dell’alunno; quindi fonda una «scuola» tutta sua che aveva delle regole:
1. Regola della libertà: essere liberi di fare quello che si vuole a livello artistico
2. Non copiare: non copiare da nessuno quindi allontanarsi da quella metodologia artistica che prendeva spunto da un’arte già esistente. Copiare non serviva a nulla, copiando ci annulliamo noi stessi.
Porta avanti, quindi, la libertà assoluta nel dipinto. Una delle sue opere più famose è gli spaccapietre.
Gli spaccapietre
Gli spaccapietre: il quadro raffigura due spaccapietre: uno più anziano, dai movimenti irrigiditi dal lavoro e dall’età, e uno adolescente, teso nel tentativo di sollevare un cesto pieno di pietre. Courbet descrive in maniera fredda e diretta un evento che ha osservato durante le sue passeggiate. è un’opera andata perduta. Esiste anche un’altra opera intitolata «lo spaccapietre». È un olio su tela e raffigura un’attività degradante. Notiamo subito lo spaccapietre, ma non vediamo il volto che è nascosto dal cappello di paglia, inoltre è inginocchiato intento a spaccare pietre. Il fatto che non si veda il volto rende universale la figura; quindi, è il simbolo dell’uomo che guadagna pochissimo e non ha molti soldi. Vicino c’è una pentola, probabilmente il suo misero pranzo che sarà sicuramente freddo. Anche l’assistente, un ragazzino, non è visto frontalmente. I colori sono terrosi, per dare l’idea della povertà e la composizione si regge su linee oblique: il martello, la schiena, l’inclinazione della gamba del ragazzo. Queste linee danno l’idea del lavoro dello spaccapietre che sta sempre piegato in avanti. [per Courbet la pittura ha a che vedere con ciò che è reale].
Funerale ad Ornans
Funerale ad Ornans: è conservato nel museo d’Orsay. Ornans era la città natale di Courbet. L’opera fu molto criticata. Fu esposta al Salon di Parigi, ma Courbet dovette esporla nel padiglione del realismo; una struttura fatta realizzare da Courbet dove venivano esposte le nuove opere del realismo dell’epoca. L’opera descrive una scena funeraria, un rito di sepoltura nel cimitero di Ornans. Courbet per raffigurare un funerale di provincia utilizza una tela di grande formato. l’evento narrato non è che un fatto banale, senza un significato alto. è la prima volta che una folla di persone qualunque, provinciali e poco interessanti, viene scelta come soggetto di un quadro, che narra la sofferenza. La scelta di rappresentare un funerale di un personaggio sconosciuto è una scelta di rottura con il passato, perché prima venivano rappresentati personaggi benestanti o importanti come eroi antichi, re, generale ma non gente del popolo. Un’altra caratteristica criticata è la composizione, qui Courbet adotta il cosiddetto taglio fotografico: una tecnica compositiva che deriva dal fatto che in questo periodo si era sviluppata la fotografia che subito entusiasma, ma che poi gli artisti vedranno di malocchio perché farà concorrenza con loro. La fotografia introduce un nuovo modo di rappresentare il reale e il taglio fotografico è questo: rappresentare nel dipinto solo ciò che posso vedere se avessi una macchina fotografica. Ciò viene trasportato nella pittura, le figure e i bordi infatti risultano tagliate come se l’immagine fosse stata «presa» in maniera istantanea, c’è l’immediatezza della visione come se fosse reale e questo fu criticato tantissimo, perché credevano, gli accademici, che non sapesse creare correttamente una composizione. Un’altra critica fu il fatto di aver messo la fossa e un cane, dove si ha quasi la percezione di caderci dentro. Questo viene criticato come eccesso di realismo e mancanza di rispetto, dato che il cane è messo in prima linea. Non piacque anche il fatto di rappresentare figure del paese (erano effettivamente tutti abitanti di Ornans). Le figure, che non sono nessuno, sono rappresentate nella maniera più realistica possibile. Courbet raffigura il momento religioso della sepoltura come un semplice fatto che unisce nel dolore una comunità rurale. Il paesaggio è molto scarno e semplice, abbastanza inquietante. La composizione ha una disposizione a fasce orizzontali: in alto il cielo sui toni del giallo e dell’azzurro; nettamente divisa dalle colline e dalle falesie la parte centrale della folla; infine, la lascia in basso del terreno, riprende alcune variazioni di tono del cielo. I personaggi sono disposti a fregio, ma non in ordine. la fila della folla segue un movimento ondulato. I colori sono particolari perché c’è una certa uniformità di colore scuro, tranne alcune macchie di colore come il bianco o il rosso di alcune vesti per creare un forte contrasto. Le pennellate sono rapide e non molto curate, quindi è innovativo anche per quanto riguarda la tecnica pittorica. La luce è soffusa e va ad illuminare alcune parti, i bianchi, infatti, sono messi in risalto come se fossero toccati dalla luce e riflettono come se ci fossero sprazzi di luce.
Courbet e il mare
In tarda età, Courbet si dichiarerà contrario a ricevere una medaglia (la medaglia al valore) che gli avrebbe consentito di condurre una vita agiata. Courbet ha prodotto anche una serie di opere che hanno per tema il mare chiamate genere Marine. Sono dipinti moderni per i loro colori molto intensi. Ritraggono mare in burrasca. Ritrae il Mare in burrasca, dove il colore è puro, in particolare il bianco come se fosse in rilievo, anche il cielo sullo sfondo è molto realistico.
Il mare in burrasca: il bianco (biacca) rende concreta l’immagine. Il mare è caratterizzato da un colore verde scuro. C’è la realtà perché rappresenta il mare in burrasca ma l’atmosfera che si genere è comunque anche romantica, viene rappresentata la potenza della natura.
Millet e il mondo contadino
Millet: era differente rispetto a Courbet, perché era figlio di contadini e trattava soprattutto il tema del mondo contadino in maniera diversa da come lo trattava Courbet. Courbet insisteva molto sulla denuncia sociale. Millet rappresentava la difficile vita rurale con realismo e crudezza, ma anche con intensa partecipazione umana e religiosa, restituendo ai personaggi dignità e coraggio. con Millet abbiamo un mondo povero e di grande fatica, senza mai inserire, però, una nota di denuncia. Con lui abbiamo, bensì, l’accettazione delle difficoltà. Probabilmente la sua cultura e la sua famiglia si era abituata a questa idea, senza mettere un discorso di critica. In questa accettazione dipinge i contadini dando loro grande forza, sono personaggi di grande volume, massicci e forti per dare l’idea della loro resistenza e del fatto che conducono una vita difficile. Non hanno paura di condurre questa vita, ma anzi l’accettano. Per dare importanza a queste figure adotta un sistema particolare a livello pittorico. Fa sì che l’orizzonte sia molto alto. Questo rende ancora più grande le figure che sono poste in primo piano, rendendole anche molto carnose e voluminose.
Angelus e la preghiera
Angelus: l’angelus è la preghiera che si faceva a metà della giornata e alla sera. Qui il tema principale è quello religioso. Due contadini, nella loro semplicità, si raccolgono in preghiera interrompendo il lavoro. Sentendo le campane della chiesa che battono l’angelus, lui toglie il cappello, mette le mani giunte e pregano. In questa immagine c’è tutta la tradizione e la fede del mondo contadino. Sulla campagna desolata, si stagliano nettamente le due figure, rese con accenti quasi monumentali, eroi di una fatica quotidiana a cui sono condannati, ma che viene accolta con cristiana accettazione. Grande attenzione viene data alla resa cromatica dell’atmosfera, con la luce che, illumina suggestivamente e diffusamente il terreno e coglie di spalle i due protagonisti che rimangono nell’ombra, come se il pittore volesse evidenziare il loro raccoglimento e l’intensità emotiva della loro preghiera. Millet fa un grande campo che si estende fino all’orizzonte dove si vede anche un campanile dove proviene il suono delle campane. Il cielo è relegato nella parte alta e in primo piano i due personaggi. Lei ha una carriola carica di patate che permette loro di sopravvivere. Lui ha infilato nel terreno il forcone per togliersi il cappello e mettersi in preghiera. Si pensa sia sera. Le figure sono massicce e ricalcano forme di tipo geometrico. Lei ricorda una forma quasi cilindrica. È un realismo molto diverso da quello di Courbet.
Le spigolatrici
Le spigolatrici: sono sempre chinate per strappare quello che rimane nel campo. Viene ripreso un momento di grande fatica. Il quadro è costruito su linee verticali e diagonali: le donne in primo piano appaiono grandi contro la vasta superficie della campagna. L’orizzonte è alzato sopra il livello dell’occhio; su questa linea sono disposti i covoni di paglia e le abitazioni che, da destra verso sinistra, aumentano molto rapidamente la loro dimensione: questo espediente ha l’effetto di far sembrare le figure in primo piano più grandi di quello che dovrebbero essere se rapportate con lo sfondo. Ad accrescere questa sensazione, il punto di vista dell'osservatore è stato posto leggermente più in alto rispetto alle donne, come se si potesse guardare oltre le loro schiene. I volti delle tre spigolatrici sono resi con pennellate veloci, e restano in ombra. Il colore dell’incarnato riporta alle tinte della terra, la stessa che stanno lavorando con fatica e sudore. Millet invita a riflettere sul rapporto che lega uomo e natura, sul modo in cui il contadino lavora la terra e sulla speranza che egli le affida per poter sopravvivere raccogliendo i frutti. L’orizzonte è sempre spostato verso l’alto e ciò rende monumentali le figure in primo piano. Questa voluminosità corrisponde non solo alla forza fisica ma anche morale, nonostante ci sia la fatica lavorare con grande dedizione. Così com’era nello spaccapietre hanno delle cuffie che evitano che noi possiamo vederne il volto. Non vediamo il volto perché queste figure diventano figure emblematiche, simboliche e rappresentano tutta la categoria di chi lavora nei campi.
La luce piove sulle spalle illuminando e creando dei forti contrasti chiaroscurali, le ombre sono molto forti e queste contribuiscono a rendere massicce le figure. L’ombra è il mezzo per trasmettere l’effetto volumetrico. A livello compositivo abbiamo una grande semplicità: tre figure organizzate in maniera regolare rispetto alla dimensione generale della scena. Le pennellate sono rapide e veloci, è una pittura molto moderna. Sullo sfondo si vede il villaggio con le case ed altri che lavorano. Il colore è terroso e si distribuisce in tutta l’immagine, quindi vediamo armonia tra i colori.
Il seminatore
Il seminatore: per la prima volta viene scelto come protagonista un giovane contadino che semina il campo. L’umile figura ha in sé il senso evangelico della “buona semina”, è quello riferito alle classi subalterne. Il contadino veste i colori della Francia rivoluzionaria e repubblicana (rosso, bianco e blu). [Il dipinto è interessante perché poi Vangogh lo riprenderà]. Il contadino compie il gesto della semina. Dietro a dare l’idea della situazione c’è un carro con del fieno che avanza sullo sfondo. Anche qui l’orizzonte è alto e rende monumentale l’immagine. La figura è massiccia e ricorda Michelangelo. La figura non è per niente ferma ma c’è proprio l’idea del movimento.
Daumier e la critica sociale
Daumier: è il terzo pittore degli esponenti del realismo. Si schiera molto con Courbet e quindi porta avanti la critica della situazione politica e sociale del tempo. Era pittore, scultore, disegnatore e litografo. Daumier analizzò la tragicità e il grottesco della vita sociale e politica francese. Trovò nella caricatura il linguaggio più congeniale a esprimere il dissenso al regime di Luigi Filippo e la critica al cinismo e all’ipocrisia della classe borghese dominante. Le sue litografie satiriche e pungenti commentarono puntualmente le vicende politiche. Finirà anche incarcerato perché si esporrà tantissimo in quanto è stato il primo caricaturista. Le sue Caricature satiriche verranno anche pubblicate sul giornale che nella loro immagine miravano a condannare certi modi di fare del re. Pubblica le caricature ma anche litografie nelle quali mette in evidenza quanto il re mangiasse sulle spalle dei suoi sudditi. I giornali che soprattutto pubblicavano queste caricature erano “la caricature” e “le Chiarivari”. Erano riviste, giornali, che miravano a mettere in evidenza la vita disonesta del re.
Il vagone di terza classe
Il vagone di terza classe: in quest’opera, Daumier, affronta il tema contemporaneo per eccellenza della ferrovia, ma a differenza di Turner non crea una rappresentazione ‘sublime’ né è attratto dagli effetti spettacolari di luci e vapori. Il pittore è interessato agli aspetti sociali: il pendolarismo, le masse proletarie pigiate nelle carrozze e le distinzioni tra classi. Daumier descrive l’interno di uno scompartimento di ultima classe con panche affollate di persone (sono persone che vivono in condizioni disagiate e in povertà totale), fiocamente illuminato da angusti finestrini (dove fuori si intravede un cielo livido), dove sembra quasi, andare l’aria. l’artista vuole denunciare la situazione. L’elemento più significativo è come dipinge i volti dei personaggi. Essendo caricaturista cerca di marcare sempre i difetti e accentuare le forme. Le figure in primo piano sono sedute su una panca: una giovane donna allatta un bambino accanto ad un’anziana con il cappuccio che ha un viso stravolto per l’indigenza e la stanchezza, ha le mani composte su un paniere. Vicino a lei un bimbo addormentato, stravolto dalla stanchezza e dietro di loro si succedono altre figure di persone. La prospettiva non è rigorosa e la scura parte di fondo dà la sensazione di angustia nel locale e di ammassamento. Le figure sembrano mosse, per dare l’effetto del vagone che traballa e si muove. I colori sono abbastanza terrosi, intonati sul beige e l’azzurro. Il taglio è ancora una volta fotografico, quindi da l’idea di immediatezza all’immagine. A destra, sulla scatola di legno in primo piano, Daumier decide di mettere la sua firma.
Passato, presente e futuro
Passato, presente e futuro: Raffigura il re Luigi Filippo, rappresentato sotto forma di pera (dove ‘Poire’ in francese significa anche sciocco). Averlo disegnato sotto forma di pera è quindi offensivo. La testa del monarca è raffigurata nella forma del frutto contenente tre facce rappresentanti i tre momenti del suo potere con espressioni che vanno dalla bonomia, allo sdegno, al minaccioso. A seconda della situazione e della circostanza lui cambia faccia. La forza espressiva della stampa è data dall’uso dei toni della luce e dalle linee dei contorni morbide. Queste caricature non venivano ben viste.
Testa in argilla
Testa in argilla: sono conservate al musée d’Orsay. Vengono rappresentati i parlamentari. Vengono rappresentati i difetti di tutti e rappresentano i difetti universali. Li rappresenta a mezzo busto.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali del romanticismo come movimento culturale ed artistico?
- Come viene rappresentata la natura nel romanticismo?
- Chi sono alcuni degli artisti principali del romanticismo francese e quali temi trattano?
- In che modo il concetto di "genio" è associato al romanticismo?
- Quali sono le differenze tra le rappresentazioni della natura da parte di Constable e Turner nel romanticismo inglese?
Il romanticismo è un movimento che si sviluppa nella prima metà dell'Ottocento, privilegiando la sensibilità, l'espressione dei sentimenti e l'analisi dell'io. Si contrappone al neoclassicismo e si articola in vari filoni nazionali, tra cui quello inglese, francese, tedesco e italiano.
Nel romanticismo, la natura è vista come un punto di partenza per i sentimenti umani. Può essere rappresentata come madre, accogliente e serena, o come matrigna, ostile e indifferente, facendo sentire l'uomo piccolo e impotente di fronte alla sua vastità.
Tra i principali artisti del romanticismo francese ci sono Géricault e Delacroix. Géricault si concentra su temi di lotta e dramma, spesso ispirati da eventi storici o attuali, mentre Delacroix si ispira al classicismo e introduce elementi di passione e emozione.
Nel romanticismo, il "genio" è visto come un artista dotato di forti passioni, spesso incompreso e disprezzato dai mediocri, ma consapevole della sua unicità. Questo genio è in grado di percepire e trasmettere emozioni e sentimenti derivanti dalla natura, cogliendo il sublime.
Constable rappresenta la natura come materna e amica, con paesaggi realistici e dettagliati, mentre Turner vede la natura come matrigna, spesso ostile e drammatica, con paesaggi sublimi e atmosfere nebbiose che riflettono emozioni intense.