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Concetti Chiave

  • Francisco Goya dipinse la "Maja Desnuda" su commissione di Manuel Godoy, ritraendo la giovane amante Pepita Tudò in modo realistico e senza idealizzazione.
  • L'opera rappresentava una sfida alla censura dell'epoca, poiché la pittura di nudo era fortemente controllata dall'Inquisizione spagnola.
  • Godoy apprezzò tanto il dipinto da richiedere una versione identica con la donna vestita, le due tele furono montate una sopra l'altra in una doppia cornice.
  • La "Maja Desnuda" fu confiscata e nascosta per lungo tempo, esposta al pubblico solo nel 1901 al Museo del Prado.
  • Il dipinto è noto per la sua luce vibrante e l'abilità di Goya nel creare un'immagine viva attraverso velature e pennellate pastose.

Indice

  1. L'incarico di Goya
  2. La sfida alla censura
  3. La doppia cornice e la confisca
  4. Il fascino del dipinto

L'incarico di Goya

Goya ricevette dal ministro Manuel Godoy Alvarez l’incarico di dipingere la sua giovane amante Pepita Tudò. Intorno al 1800 l’artista la ritrasse nuda, sdraiata su morbidi cuscini di seta, sopra un’ottomana di velluto verde, in una posa sensuale, con le mani dietro alla testa e lo sguardo fisso, malizioso e pensoso.

La sfida alla censura

Goya ha disegnato il corpo femminile con verità, senza alcuna volontà di idealizzazione, e, contrariamente ai suoi più celebri precedenti (come Velazquez)non avvolse il nudo nell’aurea del mito. Questo comportava una notevole sfida alla censura che la pittura di nudo aveva subito fino a quel momento da parte dell'Inquisizione spagnola, e solo un uomo potente come Godoy riuscì a tenere l'opera nella sua casa senza subire pressioni, almeno finchè era protetto dal re.

La doppia cornice e la confisca

La Maja Desnuda piacque al tal punto al ministro che Godoy chiese al pittore di dipingerne una versione identica, dove però la donna apparisse vestita. Le due tele erano montate una sopra l’altra in una doppia cornice, in modo che la Maja Vestida coprisse la Maja desnuda. L’opera fu presto però giudicata oscena per il realismo dei dettagli anatomici e subì la confisca dopo l’esilio di Godoy. Nascosta per un secolo nei depositi dell’Accademia de San Fernardo, fu esposta in pubblico solo nel 1901, quando entrò nelle collezioni del Museo del Prado.

Il fascino del dipinto

Il fascino del dipinto, al di là della provocante bellezza della donna, è dato dalla luce vibrante che scivola sulla pelle. Goya riuscì a dosare velature liquide e pennellate più pastose, cosicchè tutta l’immagine appare estremamente viva.

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