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Realismo: Courbet,Renoir,Daumier
Il 1848 è l’anno delle rivoluzioni europee. In francia,germania,austria,italia scoppiano moti insurrezionali frutto di lunghi conflitti politici e sociali lungamente maturati nei decenni precedenti. Da non dimenticare la “II rivoluzione industriale” che porta all’invenzione di macchine ed allo sviluppo di una nuova coscienza proletaria consolidatasi per l’appunto nel 1848 con la pubblicazione del manifesto del partito comunista di Marx ed Engels. Oltre allo spirito rivoluzionario ripreso direttamente dallo spirito della rivoluzione francese è di fondamentale importanza il movimento del “positivismo” con il quale ci si concentra sull’indagine del “metodo” scientifico. Ciò è direttamente legato all’entrata in scena delle prime macchine fotografiche ed ai suoi primi esperimenti. Ciò offre un nuovo spunto e strumento d’indagine e rappresentazione della realtà. Questi nuovi sviluppi aprono la strada nell’800 a due vie diverse: quella di aderire al metodo scientifico e indagare la realtà e viceversa o rivendicare all’Io individuale ogni supremazia e rifugiarsi nel sogno. La prima affonda le sue radici nel realismo, naturalismo e verismo; la seconda che è una ripresa romantica riporta al simbolismo visionario.
Il realismo nasce in Francia nella seconda metà dell’800. Parallelamente si sviluppa anche in Italia con il movimento dei Macchiaioli. La parola “realismo “nella sua accezione generale,significa descrizione della realtà così come appare ai nostri occhi.
Gustave Courbet
Nasce ad Ornans nel 1818 e muore nel 1877.Si riallaccia ai realisti del 600’ come Caravaggio, Velasquez e Rembrandt e si pone dopo un inizio romantico in polemica non soltanto con il romanticismo ma soprattutto con la cultura ufficiale di Napoleone III,con la borghesia capitalistica che lo sostiene e perciò con l’accademia delle Belle Arti,che trasmette attraverso l’insegnamento della scuola, le direttive del governo. Il realismo di Courbet è, prima ancora che uno stile, un costume morale,politico,umano. Per questo egli ha sempre negato il valore della scuola la quale può solo insegnare regole e quindi reprimere la libertà ed anche se questo atteggiamento ha origini romantica Courbet lo porta alle estreme conseguenze nel 1861 aprendo una scuola realista ed affiggendoci dei “comandamenti” in spirito anti-accademico. Egli stesso afferma “non ci possono essere scuole: ci sono soltanto pittori”. Più che discepoli i giovani che frequentano il suo atelier sono collaboratori che imparano con la pratica quotidiana come nelle “botteghe “del rinascimento. A questa posizione politica in polemica con il governo reazionario Courbet giungerà a rifiutare la più grande onorificenza francese, la Legion d’Onore.
• Le sue opere fecero scandalo, in un’esposizione del 1853 Napoleone III prese a frustate un suo quadro, “le bagnanti”, per l’eccessivo realismo. Egli puntava ad un contrasto che esisteva fra l’idealizzazione tradizionale e la rappresentazione senza veli della realtà che appariva brutale e volgare. In altre parole non erano solo i temi a scandalizzare ma forse ancor di più il modo di rappresentarli senza abbellimenti.
• Nel “Il seppellimento a Ornans” irritava la raffigurazione in grandi misure e quindi più evidente, di piccolo-borghesi e contadini del paese raccolti intorno alla fossa durante la cerimonia funebre, nel loro “abito buono”, i visi rugosi, l’aspetto un po’ legnoso e privi di quel “decoro “ufficiale che si è sempre chiesto alla pittura.
• Nelle “signorine sulle rive del senna” scandalizzava l’idea di raffigurare delle giovani in riposo durante una passeggiata, sdraiate pigramente e scompostamente in riva al fiume, in abiti moderni, incuranti dell’atteggiamento che una signorina “per bene “avrebbe dovuto assumere davanti allo spettatore.
Fatta eccezione dunque per “Gli spaccapietre”, i temi di Courbet non sono sociali ne politici perché per lui è la realtà stessa a parlare da sola.
Millet
Nato in un villaggio normanno all’estrema punta settentrionale della Francia egli rappresenta soprattutto la vita dei campi, una realtà che conosce non solo per esserci nato ma anche per essersene dovuto occupare personalmente dopo la morte del padre e il mantenimento di 8 fratelli.
Millet prese inizialmente parte alla scuola di Barbizon ma in seguito se ne distaccò per creare un proprio percorso. Sebbene infatti i suoi quadri, mostrando la dura fatica del contadino, siano apparsi simbolici per la lotta contro la borghesia condotta dalla sinistra intellettuale francese, in Millet non vi è la polemica realista id Courbet né la satira sociale di Daumier. Ciò è dovuto al fatto che egli non crede alle riforme, non crede alle conquiste dei lavoratori e non conduce una lotta di classe. I suoi uomini sono legati alla terra e al lavoro di sempre; il destino li ha fatti nascere contadini, come i loro nonni e i loro pari, la loro condizione è immutabile ed essi l’accettano umilmente ma al tempo stesso consci del loro compito, un compito che proviene da dio, religiosamente :come Adamo ed Eva,biblicamente,sono condannati al lavoro rurale.
La pittura di Millet,priva di ribellioni, non ha dunque la crudezza courbetiana, anzi i suoi quadri sono soffusi di una dolce, rassegnata tristezza: uomini e paesaggi sono accumunati nel sentimento dell’eterno,lento,continuo rinnovarsi di tutto ciò che vive. In questo sentimento panico della natura è una vena romantica che accosta Millet ai pittori di Barbizon pur con differenze sostanziali : questi sentono la maestà della natura solitaria,Millet vede indissolubilmente legati natura e uomo e partecipa commosso alla vita unitaria dell’uno nell’atra.
Il limite del pittore è un eccessivo abbandono al sentimento che diventa spesso sentimentalismo
• “L’Angelus” : religiosa dedizione alla vita dei campi dei contadini. Più propriamente l’Angelus è una preghiera che si recita al mattino, a mezzogiorno e la sera al rintocco della campana.
Daumier
Ha fatto per tutta la sua vita dell’arte uno strumento di accesa lotta politica. La sua attività principale è quella di caricaturista dei giornali. Duri attacchi contro il capitalismo borghese instauratosi violentemente dopo ogni rivoluzione. Egli ha assistito ai tre eventi fondamentali di quest’alternanza di speranza e di delusioni : i moti del 30’ con l’ascesa al potere di Luigi Filippo “re delle barricate”; i moti del 48’ con l’avvento della II repubblica e inseguito di Napoleone III; e la fine del secondo impero con la sconfitta di Sedan del 70’.
Nel 1831 pubblica un disegno “Gergantua” il leggendario mangione ma fu subito arrestato e condannato a sei mesi di carcere. Rilasciato nel 34’ soppressa la libertà di stampa, non potendo più colpire personalità ufficiali raffigurò ogni categoria borghese, mettendone a nudo l’avidità, la bassezza morale, la protervia.
La sua attività da pittore ha inizio solo verso la metà del secolo ma il suo stile è molto unitario e rivela sempre la sua origini da disegnatore: egli parla attraverso una linea rapida e balenante, che non riproduce la realtà così com’è,freddamente,ma la deforma grottescamente in funzione espressiva. In questo senso è diverso da Courbet al punto che potrebbe sembrare non realista; ma il suo è ugualmente un realismo, ma un realismo espressionista che vuole far balzare agli occhi la verità, accentuando gli elementi reali così che il messaggio giunga immediatamente allo spettatore
• Lo “Scompartimento di terza classe” è un olio. Ma anche qui è il segno che assume il ruolo di protagonista accompagnato da una pennellata rapida a strisce accostate, con qualcosa di apparentemente incompiuto nettamente in contrasto con la finitezza disegnativa insegnata nelle accademie. È attraverso questo linguaggio asciutto che il pittore dice il significato del quadro; lo scompartimento di terza classe, la classe dei poveri, affollati promiscuamente nello spazio buio e ristretto, trasportati su una vettura trabalente,come le bestie, simboleggiati in primo pimo,dalla contadina assorta nei suoi pensieri, le mani appoggiate al cesto con il poco cibo, invecchiata anzitempo per la durezza del lavoro nei campi, accompagnata da una ragazza che tiene in grembo il figlioletto in fasce,destinanta anch’essa ad un invecchiamento precoce e da un bambino addormentato sulla nuda panca di legno.
Daumier è uno dei più forti artisti dell’800 europei. La sua influenza avrà un penso determinante nella nascita dell’espressioismo,da Van Gogh a Roulant.
fossa durante la cerimonia funebre, nel loro “abito buono”, i visi rugosi, l’aspetto
un po’ legnoso e privi di quel “decoro “ufficiale che si è sempre chiesto alla
pittura.
“signorine sulle rive del senna”
Nelle scandalizzava l’idea di raffigurare delle
giovani in riposo durante una passeggiata, sdraiate pigramente e
scompostamente in riva al fiume, in abiti moderni, incuranti dell’atteggiamento
che una signorina “per bene “avrebbe dovuto assumere davanti allo spettatore.
“Gli spaccapietre”,
Fatta eccezione dunque per i temi di Courbet non sono sociali
ne politici perché per lui è la realtà stessa a parlare da sola.
Millet
Nato in un villaggio normanno all’estrema punta settentrionale della Francia egli
rappresenta soprattutto la vita dei campi, una realtà che conosce non solo per esserci
nato ma anche per essersene dovuto occupare personalmente dopo la morte del
padre e il mantenimento di 8 fratelli.
Millet prese inizialmente parte alla scuola di Barbizon ma in seguito se ne distaccò
per creare un proprio percorso. Sebbene infatti i suoi quadri, mostrando la dura fatica
del contadino, siano apparsi simbolici per la lotta contro la borghesia condotta dalla
sinistra intellettuale francese, in Millet non vi è la polemica realista id Courbet né la
satira sociale di Daumier. Ciò è dovuto al fatto che egli non crede alle riforme, non
crede alle conquiste dei lavoratori e non conduce una lotta di classe. I suoi uomini
sono legati alla terra e al lavoro di sempre; il destino li ha fatti nascere contadini, come
i loro nonni e i loro pari, la loro condizione è immutabile ed essi l’accettano umilmente
ma al tempo stesso consci del loro compito, un compito che proviene da dio,
religiosamente :come Adamo ed Eva,biblicamente,sono condannati al lavoro rurale.
La pittura di Millet,priva di ribellioni, non ha dunque la crudezza courbetiana, anzi i
suoi quadri sono soffusi di una dolce, rassegnata tristezza: uomini e paesaggi sono
accumunati nel sentimento dell’eterno,lento,continuo rinnovarsi di tutto ciò che vive.
In questo sentimento panico della natura è una vena romantica che accosta Millet ai
pittori di Barbizon pur con differenze sostanziali : questi sentono la maestà della
natura solitaria,Millet vede indissolubilmente legati natura e uomo e partecipa
commosso alla vita unitaria dell’uno nell’atra.
Il limite del pittore è un eccessivo abbandono al sentimento che diventa spesso
sentimentalismo
“L’Angelus” : religiosa dedizione alla vita dei campi dei contadini. Più
propriamente l’Angelus è una preghiera che si recita al mattino, a mezzogiorno
e la sera al rintocco della campana.
Daumier
Ha fatto per tutta la sua vita dell’arte uno strumento di accesa lotta politica. La sua
attività principale è quella di caricaturista dei giornali. Duri attacchi contro il
capitalismo borghese instauratosi violentemente dopo ogni rivoluzione. Egli ha
assistito ai tre eventi fondamentali di quest’alternanza di speranza e di delusioni : i