Concetti Chiave
- L'Impressionismo, nato a Parigi tra il 1860 e il 1865, prende il nome dal quadro di Monet "Impression, soleil levant" e si caratterizza per la pittura en plein air e l'uso innovativo del colore, influenzato dalle teorie scientifiche sul contrasto cromatico.
- Monet e Renoir, tra i principali esponenti del movimento, sperimentano con la luce e i colori, rinunciando al nero per le ombre e utilizzando colori complementari, influenzati dall'arte veneta e dal chiaroscuro del Veronese.
- Edouard Manet, considerato un pittore di transizione tra Realismo e Impressionismo, sfida le convenzioni della pittura accademica con opere come "Olympia" e "La colazione sull'erba", che mescolano modernità e tradizione.
- Degas, pur partecipando al movimento impressionista, mantiene elementi realistici, prediligendo il disegno e la memoria per la rappresentazione dei soggetti, come nelle sue celebri opere di ballerine e scene di vita cittadina.
- Renoir, noto per le sue opere che celebrano la gioia di vivere, utilizza una tavolozza cromatica luminosa e calda, influenzata dall'arte italiana, per creare scene di svago parigino come "Ballo al Moulin de la Galette" e "Colazione dei canottieri".
Indice
- Impressionismo
- "Impression, soleil levant"
- Versioni de "La cattedrale di Rouen" di Monet
- Edouard Manet
- Opere di Manet
- Il Giudizio di Paride vs Il concerto campestre - Manet
- Venere di Urbino e Maya Desnuda VS Olympia
- Argenteuil
- Il bar delle Folies-Bergère
- Claude Monet
- Opere
- Versioni de "La cattedrale di Rouen" di Monet
- Edgar Degas
- Opere
- "L'etoile" (1876-77)
- "L'étoile" e "La tinozza"
- Ballerina di 14 anni
- Pierre-Auguste Renoir
- "Ballo al Moulin de la Galette" (prima opera) e "Colazione dei canottieri"
Impressionismo
L'impressionismo è una corrente artistica che nasce a Parigi tra il 1860 e il 1865.La prima mostra collettiva, su iniziativa del pittore Monet, viene realizzata nello studio del fotografo Nadar nel 1874 ed è in quella occasione che viene attribuito dalla critica il nome di "impressionisti". Il nome coniato deriva dal titolo del quadro di Monet "Impression, soleil levant" ed esprimeva la critica sulla pittura del movimento, vista allora non come espressione artistica ma un'impressione, come scrive il libro, approssimativa e grossolana. Il gruppo di artisti accoglie il nome e lo fa diventare quello del movimento.
"Impression, soleil levant"
L'impressionismo nasce in un contesto in cui hanno luogo numerosi studi e scoperte scientifiche sul colore. Lo studio dei colori ha una lunga storia, già nel Medioevo si trovavano testi che trattavano il tema e proponevano una gerarchia che vedeva alcuni colori (come l'oro, per la vicinanza al sacro) più importanti di altri. Dal XVII secolo con le teorie di Newton che elabora la teoria della nascita dei sette colori principali dalla scomposizoone della luce bianca (attraverso un prisma), i colori assumono aspetti oggettivi e quantificabili. Durante il Romanticismo, sono famosi gli scritti di Goethe che approfondiscono le qualità dei colori, ma sarà con la legge sul contrasto dei colori del chimico Eugène Chevreul del 1839 che questi studi vedranno un momento decisivo e un'influenza sulla tecnica di diversi artisti, tra cui gli impressionisti. Secondo il "cerchio cromatico" di Chevreul che categorizza i colori in primari, secondari e complementari, infatti, ogni colore influenza la visione del colore vicino e, in particolare, due colori complementari accostati producono maggiori luminosità e intensità (mentre i non complementari vicini tra loro danno un effetto sbiadito). Inoltre, la visione dei quadri è diversa da vicino e da lontano proprio grazie all'influenza dei rapporti e degli accostamenti cromatici sulla percezione visiva.
Questi aspetti legati allo studio della visione si intrecciano anche con un viaggio che Monet e Renoir fanno nel 1869 nel villaggio di Bougival (alle porte di Parigi) dove sperimentano la pittura en plein air dipingendo un Caffè all'aperto galleggiante sulla Senna con i relativi giochi tra luce e colori.
La pittura en plein air è infatti uno degli aspetti caratteristici della pittura impressionista che ricorda il metodo di lavoro di Corot e dei pittori di Barbizon. Dipingere all'aperto favorisce l'immediatezza di quello che veniva rappresentato, senza rimaneggiature ed, anche, l'esplorazione dei colori calati nell'ambiente naturale. Anche in questo caso gioca un ruolo fiondamentale la scienza, infatti grazie all'innovazione tecnica che rende possibile la produzione sintetica dei colori, questi possono essere conservati dentro a tubetti e quindi possono essere trasportati e poi utilizzati più agevolemente dai pittori.
Un altro tratto caratteristico del movimento è il rapporto con la fotografia. Inizialmente è un rapporto molto stretto (la prima esposizione delle opere impressioniste, come scritto sopra, è proprio nello studio di un fotografo), la fotografia è una nuova scoperta che si sviluppa nello stesso periodo (prima i dagherrotipi, ovvero lo sviluppo di immagini con lastre di rame e sali di argento, poi le fotografie istantanee).
Come descritto dal libro, quello che nasce da questo dialogo tra le due forme espressive è un nuovo modo di guardare la realtà che vede precedenti illustri nei Preraffaelliti (che usavano la fotografia per la preparazione del dipinto) e nell'uso del "soft focus", un lieve sfocato che creava un effetto sfumato poi ripreso come spunto ed elaborato nel dipinto (come nell'opera "Beata Beatrix" di Dante Gabriele Rossetti).
Tra gli Impressionisti Degas utilizzava gli scatti per fermare i movimenti dei soggetti da rappresentare (come per le sue "Ballerine"), ingrandiva e ritoccava le foto. Fotografie che avevano ancora tempi lunghi di scatto e che quindi, nel rappresentare il movimento della danza, davano effetti sfumati che poi il pittore rendeva attraverso il colore.
Quindi il rapporto tra arte e fotografia porta con sè una serie di riflessioni e scambi reciproci ed, anche, ad alcune diffidenze, espresse ad esempio da Baudelaire che aveva paura che la fotografia potesse sostituire la pittura. Di fatto l'arrivo della fotografia e della rappresentazione meccanica della realtà ha favorito l'evoluzione e l' emergere della specificità della pittura impressionista, che non ha tanto lo scopo di rappresentare la realtà in quanto tale, quanto quello di farne emergere aspetti originali e soggettivi, quelli che nel libro vengono definiti "oltre le apparenze, invisibili e nascoste".
Altro aspetto importante e trasversale nell'Impressionismo è l'attenzione e lo studio della luce e dei suoi effetti. Per fermare l'impressione del momento, quella legata alla percezione visiva, è infatti imprescindibile poter rendere i cambiamenti di luce, la luminosità del momento. Un esempio in questo senso sono le diverse versioni in diverse condizioni atmosferiche dell'opera di Monet "La cattedrale di Rouen" -1892-1894- (alla luce del mattino, in pieno sole, con il tempo grigio).
Versioni de "La cattedrale di Rouen" di Monet
E' da notare che Monet in quest'opera non utilizza il nero per le parti scure ma la sovrapposizione di colori complementari (così come accade anche nelle ombre colorate di Renoir). Viene così ripreso un uso del chiaroscuro che ricorda le tecniche del Veronese. E' da ricordare che alcuni pittori impressionisti (Monet e Renoir) intorno al 1860 erano stati in Italia e, in particolare, avevano studiato l'arte veneta (oltre a Veronese e Tiziano, avevano conosciuto le opere di Canaletto con i suoi giochi di luce). Mentre altri pittori (Degas e Manet) intorno al 1850 visitarono la Toscana.Un'altra caratteristica importante è la fiducia nel progresso e nella modernità da un lato (oltre alla natura, i pittori impressionisti rappresentano spesso ambienti cittadini legati alla vita sociale moderna) e dall'altro un'idea di soggettività dell'arte che porta ad un disinteresse per la dimensione sociale e collettiva, per cui non c'è più lo slancio di partecipazione alle vicende dell'epoca (ad esempio Monet nel 1870 durante la Comune di Parigi scappa a Londra dove conosce pittori come Turner e Constable).
Infine, e non per importanza, per i pittori impressionisti sono di ispirazione le opere giapponesi (conosciute grazie alle EXPO) che vedono un modo diverso da quello occidentale di comporre l'opera, più libero e meno soggetto a regole. In particolare, gli artisti dell'epoca sono affascinati dallo stile Ukiyo-e che si può tradurre in "immagini dal mondo fluttuante" ed è una nuova forma d'arte maggiorente accessibile e moderna caratterizzata da una linea definita, una composizione libera, colori accesi (resi possibili da tecniche di stampa policroma). Nella casa di Giverny di Monet il pittore affigge diverse stampe giapponesi e fa costruire nel suo guiardino un grande ponte in stile giapponese ispirato alle stampe di alcuni pittori giapponesi (come Hokusai), ponte che poi raffigurerà in pittura.
Edouard Manet
E' considerato un pittore di transizione: dall'arte realista all'Impressionismo.Nasce a Parigi nel 1832 da una famiglia benestante che inizialmente contrasta la sua passione per la pittura e si forma presso l'Accademia. Conosce in seguito i giovani pittori impressionisti pur non aderendo al gruppo e mantenendo alcuni aspetti caratteristici del Realismo. Infatti Manet, a differenza dei giovani colleghi, lavora prevalentemente in atelier, usa il colore nero e il grigio. Viene definito da Baudelaire "pittore della vita moderna".
Opere di Manet
"La colazione sull'erba" (1863) viene esposta nel Salon des Refusès dove è accompagnata da reazioni di scandalo e numerose critiche.E' un'opera che si ispira all'incisione da Raffaello "Il giudizio di Paride" di Raimondi e al "Concerto campestre" di Tiziano ma capovolgendone il messaggio. Qui, infatti, la donna svestita non è una creatura mitologica ma una giovane donna e così anche i due uomini accanto vestiti alla moda. Ciò che dava scandalo non era il soggetto (che sul piano mitologico e simbolico era noto e consueto) ma la sua modernità e attualizzazione (gli abiti moderni non giustificavano la nudità). Infatti, l'opera raffigura una donna nuda seduta davanti a due borghesi in abito scuro; i tre si sono fermati nel bosco per riposarsi e pranzare. Sullo sfondo una seconda donna in sottoveste i bagna in uno specchio d'acqua.
Viene criticata anche la composizione che è sì caratterizzata da una geometria precisa (a triangoli sovrapposti che comprendono i tre soggetti, inoltre la gamba della donna e il suo braccio creano anch'essi forme triangolari) ma, al tempo stesso, accusata di essere un insieme disordinato composto da aspetti e particolari non legati tra loro (la natura morta e gli abiti in primo piano; le figure centrali) che darebbero, secondo i critici dell'epoca, un effetto spiazzante all'insieme. Anche lo stile pittorico appare disomogeneo, infatti mentre le figure sono ben disegnate e modellate, il paesaggio è reso da pennellate rade e ampie zone di colore.
Il Giudizio di Paride vs Il concerto campestre - Manet
Nel quadro di Manet non è presente una prospettiva rigorosa, la profondità viene data da forti contrasti dei toni caldi-freddi e luce-ombra. La tavolozza cromatica vede l'alternarsi del bianco e del nero.E' chiara in quest'opera la volontà dell'autore di cimentarsi con i generi pittorici (paesaggio, natura morta, ritratto, nudo, figura) rinnovando però profondamente la composizione e lo stile pittorico, creando un effetto di "impressione" più che di descrizione, anticipando così la pittura impressionista.
"Olympia" (1863) anche quest'opera di Manet (come già la "Colazione sull'erba") viene rifiutata dal Salon e susciterà forti critiche per via del soggetto ed anche dello stile pittorico.
Venere di Urbino e Maya Desnuda VS Olympia
Ritorna l'ispirazione alla mitologia, infatti il pittore riprende il tema classico di Venere (in particolare la "Venere di Urbino" di Tiziano e anche la "Maja desnuda" di Goya), ma ancora, ribaltandone il significato. Infatti, Manet mette al centro dell'opera una prostituta come modello di bellezza e, squindi, infrangendo uno dei temi tabù per la borghesia. Intorno alla figura femminile dallo sguardo diretto ci sono molti particolari che ne descrivono l'attività: il letto disfatto, il nastrino al collo, il gatto nero (nell'opera di Tiziano c'è il cane), l'orchidea tra i capelli, i fiori che porta la domestica di colore (probabile dono di un uomo ed elemento stilistico già marcatamente impressionista perchè è leggibile da lontano come mazzo di fiori, mentre da vicino si vedono le macchie di colore).L'insieme è caratterizzato da una luce frontale che elimina il chiaroscuro e non crea una profondità spiccata, dando un effetto di bidimensionalità che ricorda le opere di Ingres (in particolare l'Odalisca). I volumi si realizzano quindi attraverso i contrasti di colore. La composizione, infatti, vede una suddivisione dell'opera in diagonale dal corpo femminile: sotto troviamo toni molto chiari e a livello superiore tonalità scure, con un effetto di forte contrasto. Il contrasto prosegue anche con l'utilizzo di colori caldi e freddi (ad esempio i toni caldi e marroni del paravento con l'azzurrognolo delle lenzuola).
Argenteuil
"Argenteuil" è un olio su tela dipinto da Manet nel 1874 che raffigura una coppia seduta sul bordo di una barca sulla riva della Senna; lui è vestito da canottiere, ha una posa rilassata e rivolta alla donna che invece ha una posa più rigida e guarda dritta davanti a sè. In quegli anni il pittore frequenta in misura maggiore gli impressionisti recandosi anche nel paese di campagna vicino a Parigi dove Monet aveva una casa e che dà il titolo a quest'opera. Si nota qui l'utilizzo da parte del pittore di una tavolozza più chiara rispetto alle opere precedenti avvicinandosi così a quella degli impressionisti. Inoltre, anche il soggetto "en plein air" è caratterizzato dalla luminosità nuova ispirata all'Impressionismo, così com le ombre colorate e le pennellate rapide della gonna e dei fiori in grembo alla donna. In questo senso si può considerare questo quadro come emblematico del periodo più avanzato del pittore, in cui si avvicina di più allo stile impressionista.
Il bar delle Folies-Bergère
"Il bar delle Folies-Bergère" (1881-1882) è l'ultimo lavoro importante del pittore. Il quadro è stato dipinto all'interno sulla base di bozzetti preparatori ed è ambientato nel bar di una delle sale di cabaret e musical più importanti di Parigi, non lontano dal Moulin Rouge.L'opera rappresenta una lavoratrice dallo sguardo stanco che sembra attendere la fine del turno di lavoro con, alle sue spalle, un grande specchio che riflette la vita notturna del locale. La composizione è simmetrica e caratterizzata da un taglio orizzontale che vede:
• in primo piano e in basso la natura morta composta dagli oggetti posti in fila sul banco di marmo chiaro (quello della natura morta è un soggetto che Manet inserisce di frequente nelle sue opere, ad esempio già nella "Colazione sull'erba" del 1863) qui giocata sulle trasparenze dei bicchieri, dell'alzata della frutta);
• un piano intermedio con l'imponente figura femminile;
• alle spalle della cameriera lo sfondo è occupato interamente dal riflesso dello specchio che copre quasi interamente la tela.
I piani del quadro sono resi diversamente: per la base e la donna centrale Manet utilizza una pennellata solida mentre verso il fondo perde in definizione. Sono proprio i piani a rendere la profondità spaziale. Inoltre le parti orizzontali sono intersecate da linee verticali che scandiscono il quadro in parti uguali con, al centro, una composizione di triangoli sovrapposti (nella figura centrale femminile).
Nel dipinto il tema del riflesso attraverso lo specchio (come già in Ingres) è giocato però su più livelli. Infatti è come un gioco di specchi tra lo sguardo della donna e quello dell'osservatore. Lo specchio riflette quello che la ragazza vede davanti a sè: la folla di avventori, particolari come le gambe di una trapezista in alto a sinistra (a sua volta guardata dai clienti), un uomo con il cilindro (a destra). Proprio l'uomo a destra che parla con la donna e che è visibile come riflesso, è possibile grazie al cambio nel punto di osservazione, che da frontale, diventa laterale, scompagina ulteriormente le carte, introducento due punti di vista simultanei.
Questa ricchezza di elementi, secondo il libro, può essere una riflessione sulla pittura che Manet offre per metter in discussione l'idea di arte come rappresentazione della realtà inaugurando quella di "pittura-oggetto" per cui l'opera rappresenta macchie, forme e luce. Un'opera che si può considerare un "testamento" della sua poetica resa dal pittore attraverso l'approfondimento psicologico e il gioco di sguardi-riflessi.
Claude Monet
Monet nasce a Parigi nel 1840 da una famiglia benestante, da piccolo si trasferisce con la famiglia in Normandia, dove studia disegno. Rimane orfano della madre da adolescente e qualche anno dopo parte per Parigi dove incontra diversi pittori tra cui Renoir e si avvicina alla pittura "en plein air" grazie alla scuola di Barbizon.
Il percorso di Monet si intreccia precocemente con quello del movimento impressionista perchè, in primo luogo, il nome del movimento deriva da un suo dipinto ("Impression, soleil levant" VEDI SOPRA) e poi perchè rimane sempre molto coerente con l'impostazione pittorica dell'Impressionismo.
Le sue prime ricerche su luce e colore sono influenzate dalla "Colazione sull'erba" di Manet (che lui vede durante l'esposizione nel Salon).
Nel corso della sua produzione artistica Monet cerca sempre di fermare su tela ciò che viene visto prima che l'immagine stessa sparisca, quindi è interessato alla percezione istantanea di un'impressione, qualcosa cioè che è mutevole e sfuggente e che, probabilmente, senza il gesto pittorico, si perderebbe; inoltre studia la luce riflessa e l'utilizzo dei colori. Intorno al 1860 Monet si reca in Italia dove studia in partilare l'arte veneta (Veronese, Tiziano, Canaletto).
Opere
"Impression, soleil levant" (1872) è l'opera che dà il nome al movimento impressionista. Qui Monet rappresenta il porto di Le Havre nel fuggevole momento dell'alba, quando il sole (arancione) accende i toni del blu-azzurro-grigio che caratterizzano l'intero quadro. Il pittore non utilizza il disegno ma usa diversi tipi di pennellate, per il mare usa tocchi rapidi e spezzati che ricreano il movimento delle onde, mentre nel cielo si notano pennellate più larghe a creare sfumature più ampie e accese. Si intravede sullo sfondo il profilo del porto. Il sole, le barche, i colori nel cielo si riflettono nel mare. E' proprio grazie al contrasto tra il sole e i suoi riflessi che è resa la profondità (riprendendo in questo le opere di Turner).La tavolozza cromatica vede un gioco di contrasti tra i toni complementari del'arancio con l'azzurro.
In quest'opera è molto evidente anche l'importanza data dagli Impressionisti ai fenomeni della percezione visiva, infatti a seconda della distanza di osservazione si vedono più i dettagli (da vicino) mentre l'insieme si crea solo a distanza. E' anche chiaro che Monet intende rappresentare l'effetto luminoso che viene percepito dall'osservatore più che la realtà oggettiva.
L'opera dal titolo "I papaveri" è del 1873 ed è un bellissimo esempio di pittura "en plein air" che Monet approfondisce durante il suo soggiorno ad Argenteuil.
Vediamo una donna che si ripara con un parasole farsi strada tra un campo di papaveri a sinistra e un prato a destra. La donna è seguita da un bambino che si intravede nell'erba alta. Nella parte alta della composizione a sinistra c'è un'altra donna con un bambino e una rete di alberi.
Nel cielo le nuvole sembrano spinte dal vento estivo, questo effetto è reso (come già nell'opera "Impression, soleil levant") attraverso pennellate che qui si muovono in diverse direzioni. Anche in questo caso sono presenti colori complementari (il verde dell'erba e il rosso dei papaveri). I tocchi di rosso distribuiti a diverse altezze nel campo creano un effetto di profondità.
Anche se la pittura en plein air prevede tempi meno lunghi, la composizione appare ben studiata ed organizzata, attraversata da una linea diagonale che segue la camminata della donna in primo piano.
"La stazione di Saint-Lazare" (1877): in quest'opera è rappresentata la stazione di Saint-Lazare a Parigi. Al centro della composizione ci sono le motrici dei treni da cui salgono nuvole di fumo che lasciano intravedere i grandi edifici della città e sulle banchine a lato i viaggiatori. Nella parte superiore si trova la struttura in ferro e vetro organizzata da linee ortogonali.
Monet in quest'opera (che è parte di una serie di più versioni realizzate in diversi momenti dell'anno, operazione che ripeterà in seguito nella serie delle Cattedrali di Rouen) è interessato alle variazioni di luce. Sono proprio gli effetti e i giochi di luce i protagonisti del quadro, lasciando in secondo piano le figure umane.
Il fumo viene reso da pennellate irregolari e dense che raggiungono indistintamente tutte le forme.
Il soggetto non è casuale ma è caratteristico dell'Impressionismo, in quanto, come scritto sopra, movimento che nutre fiducia nel progresso e nella tecnica. Qui, in particolare, documenta l'importanza per i parigini delle nuove reti di trasporto urbano.
La serie delle Cattedrali di Rouen (1892-1894): in queste opere è molto evidente l'attenzione e lo studio all'interno dell'Impressionismo della luce e dei suoi effetti. Per fermare l'impressione del momento, quella legata alla percezione visiva, è infatti imprescindibile poter rendere i cambiamenti di luce, la luminosità del momento. Un esempio in questo senso sono le differenti versioni in diverse condizioni atmosferiche dell'opera di Monet "La cattedrale di Rouen" (alla luce del mattino, in pieno sole, con il tempo grigio, ecc. per una trentina di versioni complessive):
Versioni de "La cattedrale di Rouen" di Monet
La facciata della cattedrale gotica di Rouen è composta dal portale con sopra il grande rosone e le guglie sovrastanti. Le pennellate veloci danno un'idea di movimento pur in un contesto statico. E' da notare il non utilizzo del nero per le parti scure ma la sovrapposizione di colori complementari (così come accade anche nelle ombre colorate di Renoir). Viene così ripreso un uso del chiaroscuro che ricorda le tecniche del Veronese. Monet e Renoir intorno al 1860 erano stati in Italia e avevano studiato l'arte veneta (oltre a Veronese e Tiziano, avevano conosciuto le opere di Canaletto con i suoi giochi di luce).Inoltre, in questo ciclo di quadri, è come se l'arte di Monet ricordasse alcune atmosfere dell'ultimo Turner e così si avvicinasse ad uno stile astratto.
La pittura in serie caratterizza altre opere, come quella dei covoni di fieno ritratti in diverse stagioni dell'anno (e in cui il pittore sembra perdere interesse per il soggetto per curare soprattutto la luce che lo plasma) e la famosa serie relativa allo stagno di ninfee che verrà ripreso in ben 250 opere. Come espresso nel libro di testo, si può parlare di una vera e propria "estetica delle ripetizioni" nel caso di Monet, necessarie a cogliere diversi aspetti che formano l'essenza degli oggetti. La ripetizione permetterebbe quindi di cogliere i brevi istanti in divenire che, insieme, danno e creano un'opera d'arte totale (infatti la serie delle Ninfee, ora collocata in sedi diverse, era probabimente stata pensata come un'unica composizione).
Nell'ultima fase della sua vita, l'artista si ritira nella sua villa di Giverny alla periferia di Parigi dove cura il giardino ispirato all'arte giapponese e coltiva e dipinge fiori (tra cui le amate ninfee). Sembra infatti che in questa fase dipinga direttamente sull'acqua, usando una piccola barca.
E' proprio a Giverny nel 1909 (oggi casa-museo) che Monet crea le grandi tele con le ninfee (di ca 100 metri di lunghezza e di altezza di quasi due metri), di fronte alle quali si avverte una sensazione di infinito e di continuità tra le forme (le ninfee, l'acqua e il cielo sembrano mescolarsi in un gioco di riflessi che moltipica le impressioni), creando, come scrive lo stesso Monet "l'illusione di tutto senza fine". Infatti Monet immagina tele che coprano le pareti così da avvolgere l'osservatore come se fosse in una specie di "acquario floreale". E' qui evidente quanto l'artista si allontani dalla ricerca di oggettività (anticipando l'astrattismo) e quanto dai riferimenti (alto-basso) per offrire un'immagine soggettiva.
La tecnica utilizzata vede la sovrapposizione di più strati di colore (fino ad una decina) e utilizza la trama della e tele per far catturare grandi quantità di colore, creando così la profondità dei riflessi e gli effetti di luce sull'acqua.
E' suggestivo pensare che l'artista, che soffriva di seri problemi alla vista, proprio durante la prima guerra mondiale, si dedica alla pittura delle grandi tele e che, con la fine della guerra, propone all'allora primo ministro di donarle ed esporle in un luogo creato appositamente. Così, dopo diverse trattative, le tele verranno mostrate in due sale ovali (una raffigura i riflessi delle nuvole e del verde al mattino e al tramonto; l'altra sala invece gli effetti dei salici sull'acqua) presso l'Orangerie del Palazzo delle Tuileries.
La curvatura delle pareti è molto suggestiva e fa si che l'opera sembri circondare ed abbracciare lo spettatore che sente di essere dentro lo stagno. In questo senso Monet anticipa le forme d'arte novecentesche che cercano il coinvolgimento dello spettatore nell'opera d'arte.
Edgar Degas
Nasce da una ricca famiglia parigina e, dopo aver frequentato un importante Liceo, inizia gli studi di Giurisprudenza per assecondare il padre. Studi che abbandona precocemente per dedicarsi alla pittura. Nel 1855 conosce Ingres alla Ecole des-Beaux-Arts che gli consiglia di studiare ed imparare in primo luogo a disegnare (e infatti dà sempre molta importanza al disegno). Inoltre, non ama dipingere all'aperto preferendo l'atelier in quanto per lui è importante dipingere ciò che viene trattenuto dalla memoria. Predilige rappresentare soggetti ritratti nella vita cittadina (teatri, corse dei cavalli) o nell'intimità delle case, E' quindi considerato un'impressionista che però mantiene diversi elementi del realismo (lui stesso, pur partecipando al movimento artistico non si considera un "vero" impressionista).
Opere
Nell'opera "L'assenzio" del 1875-76 è raffigurata una scena di vita di città dove due persone siedono ai tavoli di un caffè: una donna vestita alla moda (forse una prostituta) con davanti a sè un bicchiere di liquore (l'assenzio era molto diffuso in quel periodo) e, accanto a lei, un uomo in abiti scuri (probabilmente un clochard) sta fumando una pipa. Alle loro spalle uno specchio ne riflette le ombre. In un tavolino laterale alla donna, c'è una bottiglia vuota. La donna sembra scollegata dalla realtà e assente.Quest'opera puo' essere considerata un esempio di unione tra lo stile impressionista e quello realista. Degas, come altri impressionisti, non fa dell'opera un'occasione di denuncia sociale (l'alcolismo era una piaga sociale) ma sembra limitarsi a registrare la scena, quasi ad osservare in maniera distaccata le due solitudini che rappresenta.
Non dipingendo dal vivo, la composizione è caratterizzata da molti disegni preparatori così che, anche lo sbilanciamento verso destra è futto di una scelta precisa del pittore che usa una angolatura inclinata. Inoltre, il taglio del quadro è fotografico tanto che allarga l'immagine fuori dai confini.
"L'etoile" (1876-77)
Le ballerine sono uno dei soggetti preferiti del pittore. Come scrivevo sopra, per rappresentare il movimento e "fermarlo" per poi rappresentarlo, Degas usa la fotografia (che aveva tempi lunghi che dava l'effetto sfumato che poi riproduceva con la pittura) che quindi veniva utilizzata spesso come momento preparatorio ai dipinti. Oltre alla resa del movimento, l'artista qui sperimenta nuove inquadrature; come avviene in quest'opera, dove colpisce l'inconsueto punto di osservazione dall'alto. Inoltre, la ballerina non è posta al centro ma lateralmente. Anche la sua posa è particolare e dà un senso di instabilità (si vede infatti una sola gamba) e di dinamicità.Gran parte della composizione è occupata dal palco e le quinte dietro lasciano intravedere altre danzatrici (di cui si vedono solo le gambe) e il maestro di danza. Mentre la ballerina, come detto, è vista dall'alto, lo sfondo con le quinte è rappreseentato dal punto di osservazione della ballerina stessa che, mentre gira su se stessa, sembra intravedere quello che è sullo sfondo; questo significa che nel quadro è presente una doppia visione (quella dall'alto e quella della ballerina).
Forme e colori si fondono dando ancora più forza al senso di movimento e contribuiscono a far partecipare l'osservatore al dinamismo dell'opera.
"L'étoile" e "La tinozza"
"La tinozza" (1886) è un'opera a pastello in cui viene ritratta una donna in una posa quotidiana e intima, mentre si lava con una spugna in una tinozza. Come già in Manet, la nudità viene attualizzata, cioè non rappresenta figure del mito ma donne reali e moderne.Qui l'artista ripropone (analogamente a quanto fatto ne "L'étoile") un doppio punto di vista: uno dall'alto e quello laterale con lo scorcio del tavolo. Anche le forme sono studiate: la forma ovale della tinozza è la matrice che riprende sia la forma curva del corpo ranicchiato della donna che la forma arrotondata della spugna e degli altri oggetti posati sul piano. Anche la tavolozza cromatica è composta da pochi colori che si richiamano tra loro (color bronzo per spugna, capelli e alcuni oggetti sul tavolo), il bianco in tutte le sfumature contrapposto al bronzo (corpo femminile e tinozza) e gli effetti ottenuti grazie al rapporto tra complementari (azzurro e giallo nel pavimento).
L'uso del pastello (che userà in età avanzata, forse anche a causa di problemi alla vista) dà un effetto particolare e vibrante all'insieme.
Ballerina di 14 anni
"Ballerina di 14 anni" è una scultura realizzata nel 1878-1881. Come per le opere realizzate a pastello, probabilmente Degas utilizza la scultura nella parte avanzata della sua vita perchè aveva gravi problemi di vista che rendevano più complicata la pittura ad olio. Alcuni critici sostengono invece che si avvicina a questa forma espressiva influenzato dalla moglie scultrice.E' un'opera polimaterica, cioè vengono utilizzati diversi materiali come cera, argilla, corda, armatura metallica, tulle, nastro di seta, pantofole.
La ballerina è rappresentata in piedi con le braccia dietro di sè e parzialmente nascoste dalla gonna, la gamba destra è avanzata, il volto è rivolto verso l'alto. Quello che colpisce è sia il realismo reso possibile dall'uso della cera che il contrasto tra la posa del corpo più aggraziata e la forma e l'espressione del viso che invece sembrano grezze e poco raffinate (tanto che il libro di testo le paragona ad opere di culture primitive con fattezze scimmiesche). Questo effetto, in origine, è stato potenziato quando, nella prima esposizione, la statua era affiancata dal ritratto di due assassini. Come per altre opere impressioniste, Degas, pur senza aver intenti di denuncia sociale, svela un lato negativo e involutivo della società parigina dell'epoca caratterizzato da contraddizioni e zone d'ombra (le ballerine nei teatri erano spesso giovani ragazze di famiglie molto povere in balia di impresari con pochi scrupoli).
Pierre-Auguste Renoir
Nasce a Limoges nel 1841 da una famiglia modesta (la madre era operaia e il padre un sarto) e si trasferisce a Parigi qualche anno dopo. Da ragazzo lavora come apprendista in alcune fabbriche di oggetti in ceramica in cui si occuperà principalmente della loro decorazione. A Parigi frequenta la Scuola di Belle Arti, si reca spesso al Louvre (pare per riprodurre e studiare le opere esposte) e incontra Monet. Nel 1869 è proprio con Monet a Bougival e in quel momento definisce il suo stile pittorico caratterizzato da pennellate indefinite, brevi, lievi e dai colori luminosi e caldi.Renoir, nonostante i pochi mezzi (come gli altri impressionisti, non gode inizialmente di fama e riconoscimenti e, in più, non ha alle spalle una famiglia ricca), nella seconda metà dell'ottocento si reca in Italia e il suo viaggio inizia proprio a Venezia dove può ammirare i capolavori dei pittori veneneziani ma anche osservare dal vivo la laguna con i suoi riflessi tra acqua e cielo. L'artista si ispira molto alle opere italiane ed in particolare all'uso del colore del Veronese che, grazie all'accostamento dei colori complementari, crea una tavolozza cromatica luminosa, sempre cangiante anticipando alcuni aspetti della pittura impressionista. Durante il viaggio in Italia Renoir scrive anche alcuni appunti di viaggio descrivendola con parole molto belle e affermando che qui "ogni donna che allatta un bambino è una Madonna".
Negli ultimi anni della sua vita, anche se malato (soffre di forma molto aggressiva di artrite) non smette di dipingere, raffigurando figure femminili in maniera opulenta e sensuale. Su consiglio del medico si trasferisce in Provenza ed anche i suoi quadri appaiono più accesi, ricordando proprio i colori di quella zona.
"Ballo al Moulin de la Galette" (1876) è un'opera che appartiene al periodo iniziale dell'artista in cui sviluppa le intuizioni pittoriche impressioniste e crea opere che celebrano la gioia di vivere e la bellezza del corpo. Qui raffigura un momento di svago dei giovani parigini riuniti in un famoso locale di Montmartre dove alcuni giovani danzano, altri parlano tra loro. Il sole che filtra tra le fronde degli alberi è reso con piccole pennellate. Si notano sui visi e sulle figure effetti brillanti grazie all'uso di contrasti luminosi e tra colori complementari.
Infatti, in quest'opera osserviamo le famose "ombre colorate", realizzate quindi escludendo l'uso del nero (ma usando le tonalità più scure dei colori) e la contrapposizione dei colori complementari. La tela è dipinta in parte dal vero e all'aperto e poi rifinita in atelier.
"Ballo al Moulin de la Galette" (prima opera) e "Colazione dei canottieri"
Come in altre opere impressioniste, la scena rappresentata è tagliata sui bordi contribuendo a restituire la fugacità del momento e ricordando un taglio fotografico che corrisponde al punto di osservazione dello spettatore.Pur nell'effetto di grande naturalezza, la composizone è studiata in maniera precisa: la tela è marcata da una diagonale che scende dall'alto (da destra a sinistra, evidenziando il primo piano dallo sfondo) e da una rete di linee orizzontali e verticali; quelle verticali coincidono con altrettante rappresentazioni longitudinali (alberi, lampioni, gambe dei tavoli, sedia), mentre quelle orizzontali sono sulla parte superiore e sono allineate con i capelli e le foglie.
Infine, un altro aspetto che emerge in questo quadro caratteristico rispetto al modo di intendere la pittura di Renoir, è quello del divertimento, come se i giovani raffigurati e (che sono rilassati e si stanno divertendo) non siano solo la rappresentazione della Parigi dell'epoca ma anche un aspetto che riguarda il rapporto del pittore con la pittura che per lui, come ripsortato nel libro, poteva essere al tempo stesso "grande ma anche allegra".
La "Colazione dei canottieri" è un'opera del 1880-1881 ed è considerata una sintesi e un'icona dell'Impressionismo. Qui è raffigurato un gruppo di giovani in un momento di serenità e pausa che hanno appena finito di mangiare (sulla tovaglia apparecchiata ci sono avanzi di cibo), si intravede da lontano il fiume Senna percorso da piccole vele bianche. Anche qui (come nel "Ballo al Moulin de La Galette, vedi sopra) l'insieme è naturale e vivace, gioioso. E' interessante che, per creare la scena, Renoir usa amici, conoscenti, colleghi e anche la futura moglie (nella donna che gioca con il cane) in un insieme di reale vicinanza (le persone non sono estranee tra loro nè al pittore) e di spontaneità (le figure non sono in posa). La luce filtra dalla tenda a righe rosse che regala riflessi rosati che sono messi a contrasto con le sfumature verdi della vegetazione. La luce del sole arriva a toccare anche i bicchieri e le bottiglie nella parte inferiore del quadro, creando giochi ed effetti.
Anche in quest'opera sono presenti ombre colorate, anche se meno evidenti rispetto al "Ballo al Moulin de la Galette" (VEDI SOPRA la descrizione dlle ombre colorate), mantenendo l'attenzione alla definizione delle forme (come in Degas).
La tavolozza cromatica accosta colori caldi-freddi e chiari-scuri (giallo dei cappelli, blu degli abiti, rossi di alcuni accessori e particolari, verdi degli alberi).
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine "Impressionismo" e come è stato accolto inizialmente?
- Quali sono le influenze scientifiche e tecniche che hanno contribuito allo sviluppo dell'Impressionismo?
- In che modo la fotografia ha influenzato l'arte impressionista?
- Come viene rappresentata la luce nelle opere di Monet, in particolare nella serie "La cattedrale di Rouen"?
- Quali sono le caratteristiche distintive delle opere di Edouard Manet rispetto agli impressionisti?
Il termine "Impressionismo" deriva dal quadro di Monet "Impression, soleil levant" e fu inizialmente usato in modo critico per descrivere la pittura del movimento come un'impressione approssimativa e grossolana. Tuttavia, gli artisti accolsero il nome e lo adottarono per il movimento.
L'Impressionismo è stato influenzato da studi scientifici sul colore, come la teoria del contrasto dei colori di Chevreul, e dall'innovazione tecnica che ha permesso la produzione sintetica dei colori, facilitando la pittura en plein air.
La fotografia ha influenzato l'arte impressionista introducendo un nuovo modo di guardare la realtà, con effetti sfumati e un focus sulla percezione visiva, sebbene ci fossero anche timori che potesse sostituire la pittura.
Monet rappresenta la luce attraverso la sovrapposizione di colori complementari, evitando l'uso del nero, per catturare i cambiamenti di luce e la luminosità del momento, come evidente nella serie "La cattedrale di Rouen".
Edouard Manet è considerato un pittore di transizione tra il Realismo e l'Impressionismo, lavorando prevalentemente in atelier e utilizzando il nero e il grigio, mantenendo alcuni aspetti del Realismo pur avvicinandosi agli impressionisti.