vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Lucio Fontana
Spazialismo=
movimento fondato dal pittore stesso nel 1946, con il cosiddetto "Manifiesto Blanco", dove si iniziano a delineare le urgenze di un superamento dell'arte come sino ad allora concepita e ormai "stagnante", inserendo le dimensioni del tempo e dello spazio.
All’inizio della Seconda guerra mondiale ritorna per alcuni anni in Argentina, dove elaborò diverse teorie e concetti che confluirono nel “Manifiesto Blanco” pubblicato nel 1946, che può essere considerato il risultato dei principi della corrente artistica dello spazialismo di cui Fontana è il padre fondatore.
Nel Manifiesto è espressa una nuova concezione dello spazio e del tempo che teneva conto per la prima volta di un nuovo modo di dialogare con le conquiste della scienza con le quali l’artista secondo un approccio nuovo rispetto ai predecessori futuristi è chiamato a confrontarsi e a interagire.
Lo Spazialismo ricevette la sua formulazione più compiuta a Milano nel 1947:
Ampliando un interesse alla ricerca scientifica, alla diffusione della radio, della televisione e della tecnologia in genere; in una poetica artistica che celebra il "mezzo" e la sua evoluzione.
un "ambiente spaziale" è stato presentato da Fontana a Milano, Alla galleria del Naviglio, con varie discussioni pubbliche e riunioni con gli aderenti al manifesto.
Questa, che la galleria presenta, è la prima mostra collettiva spaziale in cui figurano alcuni aderenti al movimento. Qui si intende dimostrare come lo spazialismo è anche e soprattutto un problema di contenuto che può essere realizzato con qualunque mezzo, anche il più antico, non è più necessaria una conoscenza accademica per fare arte.
Mosso dallo slancio di modernità,l'esigenza di superare l'arte del passato,e di produrre nuove forme d'arte utilizzando i mezzi innovativi messi a disposizione dalla tecnica. nel 1949 Fontana realizza alla galleria del Naviglio un'opera emblematica: "l'Ambiente spaziale a luce nera", in cui una serie di elementi fosforescenti e fluttuanti sono appesi al soffitto dello spazio espositivo completamente nero
descrizione artistica= partendo proprio dall’atteggiamento di ‘apertura’ allo spazio già presente nel fenomeno Barocco e sintetizzando il dinamismo futurista e l’idea di Boccioni di utilizzare in pittura nuovi mezzi, propone una "smaterializzazione" dell’arte stessa, in favore di un’arte "integrale" dove il colore, il suono, il movimento e lo spazio possano unificarsi in un’unità ideale.
La presa di coscienza dell'esistenza di forze naturali nascoste (come particelle, raggi, elettroni= spaziali) premeva con forza incontrollabile sulla "vecchia" superficie della tela. Tali forze troveranno lo sfogo definitivo nel rivoluzionario gesto di Fontana, che bucando e tagliando la superficie del quadro, fece il passo finale di distacco dalla "vecchia" arte verso la nuova arte spaziale creando effettivamente un "continuum" tra Spazio (tela tagliata) e Tempo (il gesto istantaneo del taglio).
I Tagli
(1958-1968)
Si qualificano con questo nome le opere pittoriche che presentano uno o più tagli, netti e regolari, operati con l'intento di oltrepassare la superficie della tela di supporto.
I "Tagli" all'inizio si presentano in fitte sequenze, poi tendono a ridursi a pochi o ad essere addirittura unici e netti, dove una garza nera ne chiude sul retro la luce. Anche in questa serie, si ritrova il titolo "Concetto spaziale" e "Attesa" che può variare al singolare o al plurale in base alla quantità di tagli realizzati dall'autore.
-Il taglio di Fontana è il gesto che apre la luce al buio e il buio alla luce: dai suoi tagli sembra di vedere irradiarsi un buio luminoso che pervade l’atmosfera. Tra luce, buio e ambiente si crea una unità, un ambiente di mutuo scambio di emozioni.
Alcuni critici considerano i Tagli come una metafora visuale dell’inconscio, di quel luogo crepuscolare dove alloggiano tutte le immagini e le emozioni della nostra vita.
-Fontana, coi tagli, apre al nuovo, alle emozioni, al diverso, all’opposto, apre il colore all’oscurità. Fontana apre la tela a ciò che ha sempre rifuggito, al suo terrore: il buio, con il quale essa non è più niente. La tela entra eternamente in contraddizione con se stessa.
- Una tela tagliata è inutilizzabile. Per qualcuno può essere la metafora di una ferita, ma è una dichiarazione di resa; la tela non è più il supporto su cui dipingere, ma è una superficie lacerata, inutilizzabile. L'esercizio stesso della pittura è interdetto dalla lacerazione della tela."
la ricerca di una essenza oltre la sua rappresentazione.
I buchi
Nello stesso anno, approfondisce la ricerca spaziale con l'avvio del ciclo dei "Buchi", opere pittoriche dove all'intervento cromatico vengono aggiunti "vortici" di fori eseguiti con un punteruolo.
In questo ciclo le opere pittoriche sono caratterizzate da costellazioni di "buchi", effettuati sulla superficie della tela. Questa serie, per Fontana, inizia nel 1949 e viene portata avanti con continuità anche negli anni successivi. I primi lavori presentano vortici di buchi per poi evolversi in buchi organizzati in base a sequenze ritmiche più regolari.
I "Buchi" hanno un'origine prettamente "spaziale" e nascono nel momento più vivo e profondo di questa ricerca. Il loro significato va ben oltre l'essere elementi puramente grafici sulla tela, in quanto sono considerati vere e proprie aperture verso uno spazio ulteriore.
Le nature
(1959-1960)
ciclo di sculture di materia incisa (terracotta o bronzo), la quale, penetrata e lacerata, si anima.
le acquisizioni della scienza e la loro circolazione culturale ha influenzato profondamente l'artista e in continua ricerca di nuove scoperte:
utilizza materiali, sia tradizionali sia inusuali, non come elementi da plasmare con l’intento di creare nuove forme, ma lasciandoli presentare come “elementi in sé”.
Configurazioni materiche che, per la loro indeterminatezza, restituiscono un’idea della realtà come sostanza in continuo mutamento.
così come corrispondono a quell'immaginazione cosmica a cui spesso faceva riferimento l'artista. (meteoriti)
La Perfezione Del Gesto
Nel 1949, con un gesto ampio e risolutivo, taglia magistralmente una tela. Dagli scatti di Ugo Mulas,si intuisce la perfezione del gesto.
queste fotografie restituiscono il senso dell'opera di Fontana, di forte spiritualità, più di quanto riesca una ordinaria visione.
Fontana afferma: «Scoprire il Cosmo è scoprire una nuova dimensione. È scoprire l'Infinito. Così, bucando questa tela - che è la base di tutta la pittura - ho creato una dimensione infinita. Qualcosa che per me è la base di tutta l'arte contemporanea».
Critica a Fontana
è tra i pittori più influenti del Ventesimo secolo e le sue opere muovono milioni di euro (Nel 2008, in sala d'asta, la sua opera “Concetto spaziale, Attesa”è stata aggiudicata a 9 milioni di €), I critici d’arte sono concordi nel definirlo enigmatico e discusso: la sua arte non cerca la mediocrità dell’accettazione di massa, è l’estremo dell’arte e dell’artista. Da validissimo scultore di lapidi in Argentina a scultore simbolista in Italia, a pittore che inganna la giuria delle mostre, sostenendo che le sue tele sono sculture, al punto che, seppur invitato da scultore, potesse esporre delle tele.
Fontana è un artista allo stato puro. L’arte, dice qualcuno, non è di tutti ma è solo per chi è realmente in grado di capirla. Basti pensare alla sua creazione più famosa, quei “tagli” che squarciarono la critica aprendo l’arte a una nuova luce, selezionando la stessa sensibilità della critica. Le critiche più affrettate bollarono l’opera come una bambinata ma i grandi compresero che, grazie a Fontana, si era aperta una nuova finestra sull’arte.
A cura di Daniele Guadagna
LUCE
SPAZIALE
L‘AMBIENTE A
NERA I TAGLI (1958-1968)
I BUCHI (1958-1968)
LE NATURE (1959-1960)
LA PERFEZIONE DEL GESTO
LA CRITICA +