Concetti Chiave
- Il dipinto evoca il Rinascimento con la sua prospettiva centrale, ispirata alla città di Ferrara e al Castello degli Estensi.
- La modernità è rappresentata dalle ciminiere sullo sfondo, in contrasto con gli elementi rinascimentali e medievali.
- Le muse ispiratrici sono rappresentate attraverso oggetti e manichini, simboleggiando la loro assenza nel mondo reale.
- Le ombre nette e scure, tipiche del tramonto, creano un'atmosfera di mistero e inquietudine nel dipinto.
- La prospettiva sbagliata del pavimento e l'uso dei manichini rappresentano un mondo di incertezze e l'uomo come burattino del potere altrui.
Rinascimento e modernità
Questo dipinto ci fa pensare al rinascimento, con una prospettiva centrale. La città di Ferrara è amata da de Chirico perché è rinascimentale e medievale. Ha il castello degli Estensi, uno dei centri del rinascimento. La prospettiva centrale è ribadita dalle muse.
Contemporaneamente c’è la modernità con le ciminiere in fondo. Vengono posti degli oggetti in una scatola da gioco, un bastoncino e elementi statuari: due in luce e uno in ombra, che rappresentano le muse ispiratrici, che nella realtà non esistono più, non si vedono.
Elementi statuari e chiaroscuri
La statua ha i chiaroscuri perché somiglia alle colonne antiche; anche sopra sembra il busto di una statua. La testa è fatta con un pezzo di manichino da sartoria. Un'altra è seduta su una scatola. Sembra un manichino a cui manca la testa. In fondo c’è una statua molto simile a quelle antiche, ma completamente in ombra.
Ombre e mistero
Le ombre nette e scure si hanno solitamente al tramonto. Questo dà un’aria di mistero ed inquietudine. De Chirico mette spesso ombre di persone che passano e noi non vediamo.
C’è una nostalgia del passato ma difficile da vivere. Il pavimento è in pendenza; la prospettiva centrale è quindi sbagliata; questo rappresenta un mondo di incertezze. L’uomo viene descritto come un manichino, perché nelle mani del potere di un altro; la testa non c’è più.
L’idea del manichino entra più volte in de Chirico, come Ettore e Andromaca.