blakman
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Concetti Chiave

  • Alighiero Boetti ha unito il concettuale all'Arte povera, coinvolgendo spesso i bambini nelle sue opere.
  • Il dipinto "Faccine" del 1979 è una variazione sul tema del volto, composto da esagoni unici come pezzi di un puzzle.
  • Ogni esagono del dipinto incorpora tratti sottili che creano espressioni umane varie, come sorrisi e pianti.
  • L'uso del colore non preciso forma collegamenti in gruppi, evocando l'aspetto di una pagina di quaderno decorativa.
  • Boetti esplora il concetto di elementarità, ritornando simbolicamente all'infanzia attraverso la sua arte.
Alighiero Boetti - Faccine

L'elaborazione fantasiosa ed ingenua, sempre originale, della realtà operata dall'infanzia non ha smesso di esercitare il suo fascino anche sui contemporanei. Alighiero Boetti, artista che si mosse liberamente fra il concettuale e l'Arte povera, spesso coinvolse attivamente i bambini in alcune sue opere. Faccine, dipinto nel 1979, è una giocosa variazione sul tema del volto. L'artista ha incastrato fra loro, come tasselli di un puzzle, tanti esagoni l'uno diverso dall'altro, operando al loro interno con piccoli e sottili tratti.

Guardando da vicino, ci si accorge che segni a X, croci, semicerchi, quadrati, uniti a elementi grafici più liberi, diventano le infinite variazioni d'espressione di un volto umano: chi sorride, chi piange, chi si arrabbia. Il dipinto si configura così come una visione ravvicinata di una folla. Il colore però, non sempre preciso nel disporsi fra i contorni, crea collegamenti in gruppi o in fasce orizzontali, trasformando l'opera in una sorta di pagina di quaderno, in un'esercitazione sul tema, infantile e scolastico, della cornice decorativa. L'artista ritorna bambino, riscoprendo il concetto di elementarità.

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