Concetti Chiave
- Il potere politico nella Roma antica si concentrò nelle mani della nobilitas, una nuova classe dirigente patrizio-plebea che monopolizzava le magistrature.
- Il cursus honorum era un complesso percorso di carriera che regolava l'accesso alle posizioni di potere e limitava l'ingresso agli "uomini nuovi" esterni alla nobilitas.
- Le conquiste romane portarono a uno scontro culturale tra il mos maiorum tradizionale e l'influenza della cultura ellenistica individualista e cosmopolita.
- Nel II secolo a.C., la cultura romana si rinnovò grazie al partito filoelleno degli Scipioni, che integrò elementi greci senza abbandonare completamente le tradizioni.
- Filosofi e intellettuali greci contribuirono a creare un'ideologia che giustificava e rafforzava il dominio romano nel Mediterraneo.
Crisi della repubblica romana
In seguito alla situazione di crisi della repubblica vi fu un progressivo deterioramento della vita politica: a fronte del crescente potere del senato diminuiva quello dei comizi, controllati dall'aristocrazia attraverso il sistema delle clientele. Il potere di fatto era detenuto da una nuova nobiltà patrizio-plebea, la nobilitas, chiusa e gelosa dei propri privilegi. Della nobilitas era il monopolio delle magistrature, cui si accedeva attraverso un complesso percorso, detto cursus honorum, potente strumento di selezione della classe dirigente. Pochi erano gli "uomini nuovi" che riuscivano ad accedere alle magistrature cum imperio, non provenendo dalla nobilitas.
Influenza della cultura ellenistica
Le conquiste influirono anche sulla cultura romana delle origini, che si fondava su un sistema di semplici valori condensati nel mos maiorum: virtù, lealtà, parsimonia ecc. Il mos maiorum entrò in crisi quando i romani vennero in contatto con la più evoluta cultura ellenistica, permeata di individualismo e cosmopolitismo. Nel II secolo a.C. si accese una vivace polemica tra gli aristocratici filoelleni e i tradizionalisti, che temevano la perdita dei valori sui quali Roma aveva costruito la propria grandezza. Prevalse il partito filoelleno del circolo degli Scipioni, che avviò un profondo rinnovamento della cultura romana, senza tuttavia distruggerla. Al contrario, l'apporto dei filosofi e degli intellettuali greci servi a elaborare un'ideologia capace di porre il dominio romano in un'ottica diversa e di renderlo accettabile alle classi dirigenti del mondo mediterraneo.