Concetti Chiave
- La città in espansione richiedeva un'evoluzione delle strutture sociali, superando la rigidità delle antiche strutture gentilizie per affrontare le esigenze di uno stato unitario.
- La monarchia romana, sebbene spesso mitizzata attraverso la tradizione dei sette re, è confermata storicamente da istituti che perdurarono anche durante la Repubblica.
- L'interrex, figura eletta dal senato in caso di morte dei consoli, riflette un sistema di monarchia elettiva anziché dinastica, risalente all'epoca monarchica.
- Il re era scelto dall'assemblea dei patres familias e la sua autorità era legittimata dalla concezione sacrale del potere, fungendo da intermediario divino.
- L'accentramento del potere regio fu contrastato dalle strutture gentilizie, ma favorito dall'organizzazione in curie e tribù, tradizionalmente attribuita a Romolo.
Indice
Evoluzione dei rapporti sociali
Con la nascita della città tali rapporti sociali dovettero progressivamente adeguarsi alle esigenze di un’organizzazione più complessa, cioè allo sviluppo di uno stato unitario. La rigidità delle strutture gentilizie non era adatta ad una comunità in espansione: occorrevano nuovi istituti, nuove norme, nuove definizioni di poteri.
Monarchia romana e interrex
Anche se la tradizione relativa ai sette re è per lo più frutto di elaborazioni posteriori, la monarchia romana è una realtà storica indiscutibile, confermata da vari istituti sopravvissuti in età repubblicana. Ad esempio, in caso di morte o impedimento simultaneo dei due consoli, il senato eleggeva l’interrex, cui spettava il compito di convocare e presiedere i comizi elettorali. Il nome e la procedura della designazione non possono che risalire ad un’età di monarchia elettiva e non dinastica. Per altro nella stessa lista dei sette re tradizionali non è riconoscibile un criterio dinastico.
Elezione e legittimità del re
Il re veniva eletto dall’assemblea dei patres familias e la legittimità dei suoi atti era legata alla concezione sacrale dell’autorità propria di una comunità arcaica: il re era l’intermediario e il garante della volontà divina.
Resistenza delle strutture gentilizie
Però. L’espletamento delle funzioni di governo del re trovava limite nella natura dell’ordinamento federale e gentilizio, poiché la gens aveva una sua autonomia giurisdizionale originaria e il pater familias esercitava un potere ancor più definito sui suoi sottoposti. La storia di Roma dell’età monarchica è dunque segnata dall’affermazione progressiva di una monarchia accentratrice e dalla resistenza che le strutture gentilizie le opposero di volta in volta.
Organizzazione in curie e tribù
Una spinta verso l’accentramento e l’aumento del potere regio a spese dell’ordinamento gentilizio venne dall’organizzazione della popolazione in curie e tribù. La tradizione attribuisce la creazione di questi istituti a Romolo, il fondatore dello stato; ma le nostre conoscenze su questi raggruppamenti e sul loro funzionamento sono troppo limitate per poter indicare un momento specifico per la loro istituzione.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dell'interrex nella monarchia romana?
- Come veniva eletto il re nella monarchia romana e quale era la fonte della sua legittimità?
- Quali erano le sfide affrontate dalla monarchia romana rispetto alle strutture gentilizie?
L'interrex veniva eletto dal senato in caso di morte o impedimento dei consoli, con il compito di convocare e presiedere i comizi elettorali, risalendo a un'epoca di monarchia elettiva.
Il re veniva eletto dall'assemblea dei patres familias e la sua legittimità derivava dalla concezione sacrale dell'autorità, essendo l'intermediario della volontà divina.
La monarchia affrontava la resistenza delle strutture gentilizie, che avevano autonomia giurisdizionale, mentre il pater familias esercitava un potere definito, limitando le funzioni di governo del re.