Concetti Chiave
- I romani combinarono tre leggende per narrare le origini di Roma, coinvolgendo Enea e suo figlio come fondatori di città chiave.
- Alba Longa è centrale nelle narrazioni, riflettendo un periodo di supremazia della città nella regione.
- Romolo è leggendariamente accreditato per aver tracciato i confini di Roma con un aratro sul colle Palatino.
- La fondazione di Roma è storicamente vista come un sinecismo delle comunità sui colli, spinte dalla leadership del Palatino.
- La lega del Settimonzio, composta da Latini, Sabini ed Etruschi, conferma la collaborazione tra diverse culture nella fondazione di Roma.
Indice
Origini leggendarie di Roma
Almeno tre diversi nuclei leggendari vennero fusi insieme dai romani per ricostruire le origini della loro città.
Fondazione di Lavinio e Alba Longa
Il primo racconto riguarda la fondazione della città di Lavinio da parte di Enea, profugo da Troia distrutta dai greci, giunto sulle rive del Lazio e unitosi in matrimonio con Lavinia, figlia del re Latino.
Secondo un'altra tradizione il figlio di Enea sarebbe stato il fondatore della città di Alba Longa. Proprio da un re di Alba Longa, Numitore, nacque Rea Silvia, la madre del fondatore. Nonostante gli interventi fantastici, come quello del dio Marte, molti studiosi oggi credono che diversi elementi storici contenuti all'interno delle narrazioni siano attendibili. Come primo punto, l'importanza data ad Alba Longa rispecchia un evidente periodo di supremazia di questa città sull'intera regione.Romolo e la fondazione di Roma
Secondo la leggenda Romolo avrebbe tracciato con un aratro un solco sul colle Palatino, per delineare il confine con la nuova città. Storicamente si suppone che la fondazione della città sia avvenuta con l'unione politica del sinecismo, delle comunità presenti sui diversi colli, sotto la guida della comunità del colle Palatino. In età storica è testimoniata la presenza della lega del Settimonzio, parola che presumibilmente deriva dalla parola latina saepti montes che significa "colli fortificati", che comprendeva: Latini, Sabini ed Etruschi.