Didone91
Habilis
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Concetti Chiave

  • In epoca monarchica, Romolo suddivise la società romana in tre tribù, ognuna composta da dieci curie, fondamentali per il reclutamento militare.
  • Le dieci curie erano formate da gentes, gruppi di uomini con antenati comuni e culti familiari, che veneravano i Lari.
  • Il senato, composto da illustri patres, rappresentava il consiglio degli anziani, mentre i plebei erano esclusi dalla vita politica e dipendenti dai patrizi.
  • Servio Tullio, con la riforma centuriata, modernizzò l'esercito e promosse l'uguaglianza estendendo i diritti civili a tutta la popolazione.
  • Durante la Repubblica, le tribù urbane e rustiche sostituirono quelle gentilizie, consentendo a tutti i cittadini di partecipare ai comizi tributi.

Indice

  1. La società romana e le tribù
  2. Il ruolo dei plebei e dei patrizi
  3. Riforme di Servio Tullio

La società romana e le tribù

In epoca monarchica, ad opera di Romolo, la società romana fu suddivisa in tre tribù (Tities, Ramnes e Luceres) che a loro volta si suddividevano in dieci curie ciascuna; è proprio su di esse che si basava il sistema di reclutamento militare precedente alla riforma di Servio Tullio. Le dieci curie erano adunanze di uomini chiamate gentes, esse credevano di avere antenati in comune e avevano dei culti propri, infatti veneravano le divinità protettrici della famiglia dette Lari.

Questi patrizi ricoprivano cariche ereditarie religiose e civili: ogni gens tuttavia comprendeva più familiae, ciascuna delle quali era subordinata all’autorità del pater familias, che aveva diritto di vita e di morte su moglie, figli e schiavi; tra i patres più illustri si sceglievano i componenti del Senato (ovvero, il consiglio degli anziani).

Il ruolo dei plebei e dei patrizi

La plebe da sempre si trovò in una posizione di svantaggio rispetto al patriziato: non avendo terreni propri da coltivare dovettero lavorare per un patronus che faceva parte di una gens, divenendo così suoi clienti tramite un vincolo fiduciario detto fides. Il cliente aggiungeva il nome del patronus al proprio, obbediva e prestava qualsiasi sorta di aiuto ad esso; in guerra poi si rendeva utile come fante. I plebei tuttavia erano esclusi dalla vita politica dello Stato poiché potevano farvi parte solo coloro che difendevano la comunità pertanto i membri delle famiglie agiate che potevano permettersi le pesanti armature e che costituivano il vigore dell’esercito.

Riforme di Servio Tullio

I re etruschi però cercarono di limitare le disparità sostenendo commercianti e artigiani e Servio Tullio attuò la sua riforma chiamata “ordinamento centuriato” che estendeva a tutta la popolazione i diritti civili e che voleva modernizzare l’esercito con la “falange oplitica”. Con questa riorganizzazione, in età repubblicana, alle tre tribù gentilizie originarie successero quattro tribù urbane e numerose tribù rustiche, alle quali erano iscritti tutti i cittadini con diritto di voto (cives cum suffragio) i quali partecipavano ai comizi tributi che aumentavano d’importanza col diminuire di quelli centuriati.

Domande da interrogazione

  1. Come era strutturata la società romana in epoca monarchica?
  2. La società romana era suddivisa in tre tribù (Tities, Ramnes e Luceres), ognuna composta da dieci curie. Le curie erano formate da gentes, che credevano di avere antenati comuni e avevano culti propri, venerando i Lari. I patrizi ricoprivano cariche ereditarie religiose e civili, mentre i plebei erano in una posizione di svantaggio, lavorando per un patronus.

  3. Quali riforme furono introdotte da Servio Tullio?
  4. Servio Tullio introdusse l'ordinamento centuriato, che estendeva i diritti civili a tutta la popolazione e modernizzava l'esercito con la "falange oplitica". Questa riforma portò alla creazione di quattro tribù urbane e numerose tribù rustiche, con tutti i cittadini aventi diritto di voto partecipanti ai comizi tributi.

  5. Qual era il ruolo dei plebei nella società romana?
  6. I plebei erano in una posizione di svantaggio rispetto ai patrizi, poiché non possedevano terreni e dovevano lavorare per un patronus, diventando suoi clienti tramite un vincolo fiduciario detto fides. Erano esclusi dalla vita politica dello Stato, poiché solo chi poteva permettersi le armature pesanti e difendere la comunità poteva partecipare.

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