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Concetti Chiave

  • Nella vita romana, l'entusiasmo per gli eventi sportivi portava i tifosi a maledire gli avversari, invocando un demone anonimo per garantire il successo della maledizione.
  • Le formule di guarigione romane erano recitate per curare malattie, spesso accompagnate dal consumo di vino, e seguivano schemi ritmici e poetici per aumentarne l'efficacia.
  • La magia di trasformazione, considerata pericolosa, mirava a danneggiare i rivali alterandone aspetto e identità, come illustrato nelle Metamorfosi di Apuleio.
  • Le formule magiche romane erano caratterizzate da un linguaggio complesso e stilizzato, con ripetizioni e parallelismi che facilitavano la memorizzazione.
  • Nella magia romana, l'aspetto musicale e ritmico delle parole era fondamentale per il funzionamento efficace delle formule magiche.

Indice

  1. Credenze e superstizioni nella vita romana
  2. Formule di guarigione
  3. La magia di trasformazione

Credenze e superstizioni nella vita romana

Il pubblico seguiva questi eventi con grande coinvolgimento emotivo, e anche il tifo era molto appassionato. In questo caso, il tifoso arriva a maledire i componenti delle squadre rivali di quella per cui lui fa il tifo. La potenza invocata per garantire il compimento della maledizione è un demone anonimo.

Formule di guarigione

Altrettanto diffuse nella tradizione popolare romana sono le formule dedicate alla guarigione di malattie o infortuni: per esempio, si credeva che il vino bevuto recitando una formula adeguata liberasse dai malanni; il vino “vecchio” (cioè dell’anno precedente) avrebbe liberato dai malanni vecchi, il vino “nuovo” (dell’anno corrente) da quelli insorti in tempi recenti. Esistevano poi molte specifiche formule dedicate ai singoli malanni: se ne recitava una appositamente contro il mal di pancia (definito corcus morbus), un’altra contro l’orzaiolo, contro il mal di piedi e così via. È molto importante anche lo stile con cui queste formule erano composte. L’aspetto ritmico, musicale e poetico era essenziale per il loro corretto funzionamento. Si trattava di una sorta di canti che seguivano un preciso schema metrico e in cui le parole erano disposte secondo un particolare ordine. Inoltre, erano ricche di ripetizioni e di parallelismi. Testimonia quest’aspetto, per esempio, la prima delle due formule che secondo quanto ci dice Catone nel De agri cultura (cap. 160) avrebbe dovuto guarire una lussazione: Moetas vaeta daries dardaries asiadaries una petes.
Come si evince facilmente, gli espedienti fonici e le strategie linguistiche e ritmiche, da un lato, conferiscono fascino ed equilibrio stilistico alla formula magica che certamente non può essere costituita da parole comuni e ordinarie e, dall’altro, rendono più facile la memorizzazione.

La magia di trasformazione

Altre manifestazioni di magia nella Roma antica sono anche più potenti di quelle che in qualche modo abbiamo potuto elencare finora e, sicuramente, meno benefiche della magia medica, che ha come fine la guarigione dei pazienti. Si tratta, in particolare, della magia di trasformazione:
incantesimi di questo genere hanno l’obiettivo specifico di danneggiare il rivale cambiandone aspetto e forma. Il termine latino che definisce questo processo è immutare. Designa, propriamente, l’atto del trasformarsi che, nel caso di incantesimi e operazioni magiche, implica anche da parte di chi subisce l’incantamento la perdita di identità. È dunque un processo molto dannoso e pericoloso. L’esempio forse più famoso di immutatus è rappresentato da Lucio, il protagonista delle Metamorfosi di Apuleio.
In Tessaglia, che era nient’altro che una terra greca di streghe e maghi per eccellenza, Lucio viene infatti trasformato in asino e dovrà essere sottomesso ad una valorosa sfida che consiste nel affrontare molte rocambolesche avventure prima di recuperare la sua identità che si avvicinava più o meno all’umano.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano le credenze e superstizioni comuni nella vita romana riguardo agli eventi sportivi?
  2. I tifosi romani erano molto appassionati e arrivavano a maledire i componenti delle squadre rivali, invocando un demone anonimo per garantire il compimento della maledizione.

  3. Come venivano utilizzate le formule di guarigione nella tradizione romana?
  4. Le formule di guarigione erano recitate per liberare dai malanni, spesso accompagnate dal consumo di vino. Erano composte con un preciso schema metrico e ricche di ripetizioni per facilitarne la memorizzazione e il corretto funzionamento.

  5. Qual è l'importanza dello stile nelle formule magiche romane?
  6. Lo stile, con il suo aspetto ritmico, musicale e poetico, era essenziale per il funzionamento delle formule magiche, conferendo fascino ed equilibrio stilistico e facilitando la memorizzazione.

  7. Cosa caratterizza la magia di trasformazione nella Roma antica?
  8. La magia di trasformazione mirava a danneggiare il rivale cambiandone aspetto e forma, portando alla perdita di identità. Un esempio famoso è Lucio nelle Metamorfosi di Apuleio, trasformato in asino e costretto a superare avventure per recuperare la sua identità.

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