Concetti Chiave
- La civiltà indiana antica è il risultato della fusione tra gli Ariani invasori e la popolazione indigena dei Dravidici, nota per la sua avanzata capacità artigianale.
- I Veda, testi sacri risalenti a circa il 1500 a.C., forniscono informazioni sulle divinità adorate, tra cui Agni, e l'evoluzione verso un pantheon dominato da Brahma, Vishnù e Siva.
- Gotama Siddahatta, conosciuto come Buddha, introdusse il buddismo nel IV secolo a.C., ma il bramanesimo rimase prevalente tra la popolazione.
- L'architettura religiosa indiana è rappresentata da templi maestosi, come quello di Ellora per Siva e il tempio di Gaya per Buddha.
- Gli antichi indiani eccellevano in medicina e matematica, con contributi significativi come le cifre arabe e avanzate tecniche chirurgiche descritte da Sushruta.
Indice
Invasione ariana e civiltà dravidica
Quando, nel 1800 a.C., gli Ariani invasero la penisola indiana, vi trovarono una popolazione già molto progredita: i Dravidici.
Essi avevano la pelle bruna, il naso piuttosto largo e capelli ricciuti.
I resti emersi durante gli scavi ci hanno permesso di avere un’idea del loro grado di civiltà. Erano capaci di fabbricare monili d’oro e d’argento di squisita fattura e dei sigilli d’avorio. Sembra anche che siano stati i primi ad usare il sistema della ruota per fabbricare i vasi di creta che sapevano decorare con perfetti motivi geometrici o con figure di animali fantastici. I loro discendenti vivono ancora nella parte meridionale dell’India ed in quella settentrionale dello Skri Lanka. Essi parlano la lingua dravidica, una lingua difficilissima già parlata dai loro antichi antenati.Fusione culturale e civiltà indo-ariana
Gli Ariani riuscirono ad occupare quasi tutto il territorio dell’odierna India, formando un unico popolo con quello indigeno. Per questo motivo si può affermare che la civiltà dell’India antica è il risultato della fusione della civiltà indigena con quella degli invasori che provenivano dal Mar Caspio. Ecco perché gli storici parlano di civiltà indo-ariana.
Religione e divinità nell'antica India
Molte notizie dell’antica civiltà indiana si ritrovano nei Veda, cioè nei libri sacri, alcuni dei quali sembra che risalgano a 1500 anni a.C. Da essi apprendiamo che le maggiori divinità adorate a quel tempo si identificavano con le forze naturali: il cielo, il fuoco, la luce, la terra e il vento. Tali divinità erano personificate e ciascuna di esse aveva un nome. Per un certo tempo, la più importante fu Agni, il dio del fuoco, raffigurato con due teste: una ricordava il fuoc o domestico e l’altra il fuoco che veniva acceso allorché venivano compiuti sacrifici agli dei. Col tempo questa religione si perfezionò e tre divinità occuparono una posizione di privilegio: Brahama, Vishnù e Siva. Essi simboleggiavano i tre principali processi della vita e cioè la creazione, la conservazione e la distruzione dell’universo e Brahama era la più potente.
Buddismo e bramanesimo in India
Nel Iv secolo a.C., Gotama Siddahatta, noto col nome di Buddha (= l’illuminato) inizio a percorrere tutta l’India per predicare una nuova religione, il buddismo, a cui, però, non tutta la popolazione aderì, anzi, moltissimo continuarono a praticare il bramanesimo.
Architettura e templi maestosi
Tanto i buddisti quanto i fedeli del bramanesimo costruirono dei templi maestosi: fra di essi, il più significativo è quello di Ellora, scolpito nella viva roccia iniziato verso il 760 d.C. e dedicato al dio Siva. L’interno e totalmente decorato con stupendi bassorilievi. Invece a Gaya, si trova uno dei templi più originali, dedicato a Buddha. Costruite a forma di piramide, alta 50 metri, al suo interno sono costantemente accese delle lampade davanti ad un’immagine di Buddha.
Progresso scientifico e matematico
La scienza nella quale gli antichi Indiani erano molto progrediti era la medicina. Infatti, nei primi trattati, risalenti al VI secolo a.C., ritroviamo nozioni precise sul sistema nervoso e sull’apparato digerente.
Nel II secolo d.C., l’indiano Sushruta, professore di medicina all’Università di Benàres, scrisse un trattato di chirurgia in cui descrive cinquanta diversi interventi chirurgici. Gli antichi abitanti dell’ India erano anche abili matematici: le cifre arabe, chiamate così’ perché introdotte in Europa dagli Arabi, in realtà furono ideate da loro. Dal punto di vista manuale erano anche molto esperti nella produzione dell’acciaio, nella concia delle pelli e nella fabbricazione del sapone.
Domande da interrogazione
- Chi erano i Dravidici e quale livello di civiltà avevano raggiunto?
- Qual è il significato della fusione tra le civiltà indigena e ariana in India?
- Quali erano le principali divinità dell'antica religione indiana e come si evolse la loro adorazione?
- Quali contributi scientifici e tecnologici hanno dato gli antichi Indiani?
- Quali sono alcuni esempi di architettura religiosa dell'antica India?
I Dravidici erano una popolazione progredita con pelle bruna, naso largo e capelli ricciuti. Erano abili nella fabbricazione di monili d'oro e d'argento, sigilli d'avorio e vasi di creta decorati con motivi geometrici e figure di animali fantastici.
La fusione tra le civiltà indigena e ariana ha dato origine alla civiltà indo-ariana, unendo le tradizioni e le culture degli Ariani e dei Dravidici, come evidenziato dagli storici.
Le principali divinità erano legate alle forze naturali, come Agni, il dio del fuoco. Col tempo, Brahama, Vishnù e Siva divennero centrali, simboleggiando la creazione, conservazione e distruzione dell'universo.
Gli antichi Indiani erano avanzati in medicina, con trattati sul sistema nervoso e digestivo, e in matematica, avendo ideato le cifre arabe. Erano anche esperti nella produzione dell'acciaio, concia delle pelli e fabbricazione del sapone.
Esempi di architettura religiosa includono il tempio di Ellora, dedicato a Siva e scolpito nella roccia, e il tempio di Gaya, dedicato a Buddha, costruito a forma di piramide con lampade accese davanti a un'immagine di Buddha.