Concetti Chiave
- Le popolazioni italiche preistoriche si nutrivano di prodotti della caccia e vegetali spontanei, evolvendosi con l'agricoltura e l'allevamento.
- La puls, un misto di cereali e latte, era un alimento base, evolutosi poi in varietà di pane, a seconda della qualità e degli ingredienti aggiunti.
- I legumi e i latticini erano comuni per il loro costo contenuto e valore nutritivo, mentre la carne era rara e il pesce più diffuso lungo coste e fiumi.
- Con l'espansione romana, l'alimentazione divenne più raffinata, ma leggi come la Lex Aemilia limitarono il consumo di cibi pregiati.
- Dal II secolo d.C., i banchetti aristocratici divennero comuni, trasformando le cene in eventi sociali di lusso e ostentazione.
Indice
Alimentazione preistorica italica
Come tutti i più antichi abitanti della terra anche le popolazioni italiche in epoca preistorica si cibavano dei prodotti della caccia come ci testimoniano i resti rinvenuti nelle caverne. Un’altra fonte di alimentazione era costituita dai vegetali che crescevano in modo spontaneo.
Evoluzione delle abitudini alimentari
Con l’estendersi dell’agricoltura e dell’ allevamento le abitudini alimentari cambiarono e divennero più varie. Venne così introdotto l’uso dei latticini e soprattutto delle farine di cui sembra che fossero grandi consumatori gli abitanti dell’Emilia nell’età del bronzo che vivevano sulle palafitte. Le genti italiche avevano come base della loro alimentazione la puls, un composto di cereali pestati (farro o miglio) fatto cuocere con acqua e latte. La puls non era molto diversa dalla maza, la focaccia dei Greci impastata con acqua, farina, olio, vino e miele, diffusa anche nella Magna Grecia.
Varietà di pane e legumi
Volevo tempo la pula fu sostituita dal pane, all’inizio non lievitato, in applicazione del divieto che proibiva al sacerdote di Giove di toccare pane lievitato. Esistevano diversi tipi di pane: il plebeius, un pane nero e di qualità inferiore, il secundarius più bianco e di qualità superiore e il candidus, un pane bianco e raffinato. Esisteva anche il furfureus, fatto con la crusca, destinato agli animali, ma di cui si cibavano anche le persone più misere. Esistevano anche dei pani locali caratterizzati dall’aggiunta di uva secca, di pepe, di latte o di grassi. Le popolazioni italiche si cibavano anche di verdura, cruda o cotta, condita con olio e aceto.
Molto adoperati erano i legumi perché poco costosi ma molto nutrienti. Diffusi erano i latticini; i più famosi formaggi erano quelli dell’Etruria, della Liguria e delle Alpi Carniche. La carne era rara sulla mensa anche su quelle meno modeste mentre lungo le coste e lungo i fiumi si consumava il pesce, in genere piccolo e poco pregiato. Nei primi anni della Repubblica le abitudini alimentari erano le stesse, indipendentemente dalle classi sociali. Tuttavia, più tardi esse si fecero più ricercate a tal punto che la Lex Aemilia del 115 a.C. proibì di cibarsi di carni pregiate come quella dei ghiri o degli animali esotici oltre ai molluschi.
Influenza greca e banchetti romani
La conquista della Grecia e l’espansione in Oriente misero i Romani a contatto con abitudini alimentari più raffinate. Il II° libro delle Satire di Orazio costituisce una documentazione molto precisa di ricette e di prescrizioni gastronomiche. Tuttavia Orazio ci fa capire che preferiva un’alimentazione semplice, più sana e frugale. Dal II° secolo d.C. in poi, la cucina nelle case signorili assunse un ruolo molto importante e ad essa erano adibiti stuoli di schiavi. Le semplici cene primitive si trasformarono, presso la classe aristocratica, in lunghi e sontuosi banchetti, su imitazione dei banchetti in uso presso gli Etruschi e i Greci. In fatti, mangiare da soli era considerata un’usanza rozza e campagnola, tipica di coloro che, dopo aver lavorato tutta la giornata, rientravano a casa stanchi dalla fatica. Pertanto i banchetti diventarono un’occasione di ritrovo, di conversazione e di ostentazione di ricchezza e di lusso.
Domande da interrogazione
- Quali erano le principali fonti di alimentazione delle popolazioni italiche in epoca preistorica?
- Come cambiarono le abitudini alimentari con l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento?
- Quali erano i diversi tipi di pane consumati dalle popolazioni italiche?
- Come influenzarono le conquiste romane le abitudini alimentari?
Le popolazioni italiche in epoca preistorica si cibavano principalmente dei prodotti della caccia e dei vegetali che crescevano spontaneamente.
Con l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento, le abitudini alimentari divennero più varie, includendo latticini e farine, con la puls come base alimentare.
Esistevano diversi tipi di pane: il plebeius (nero e di qualità inferiore), il secundarius (più bianco e di qualità superiore), il candidus (bianco e raffinato), e il furfureus (fatto con crusca).
Le conquiste romane, specialmente in Grecia e Oriente, misero i Romani a contatto con abitudini alimentari più raffinate, portando a una cucina più elaborata e sontuosi banchetti nelle case aristocratiche.