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Concetti Chiave

  • Il concetto di devianza è relativo al contesto socioculturale e varia secondo le norme sociali, storiche e culturali di ciascun gruppo.
  • La teoria del criminale per nascita di Lombroso suggerisce una predisposizione biologica alla devianza basata su caratteristiche fisiche.
  • La teoria di Merton identifica la devianza come risultato del divario tra mezzi disponibili e fini imposti dalla società, con reazioni come conformismo e ribellione.
  • I reati dei colletti bianchi dimostrano che la devianza non è limitata alle classi sociali inferiori, ma può manifestarsi in tutte le classi sociali.
  • La labelling theory sottolinea che la devianza è un prodotto dell'etichettamento sociale, influenzato da pregiudizi e stereotipi, soprattutto verso le classi sociali più basse.

Indice

  1. Il concetto di devianza
  2. Devianza e contesto culturale
  3. Teorie storiche sulla devianza
  4. Reati dei colletti bianchi
  5. La labelling theory
  6. Devianza primaria e secondaria
  7. Pregiudizi e stereotipi sociali

Il concetto di devianza

Quando una norma non viene rispettata si parla di devianza. Il concetto di devianza è complesso e viene chiarito da Durkheim dicendo che “Non bisogna dire che un atto urta la coscienza comune perché è criminale, ma è criminale perché urta la coscienza comune.

Non lo biasimiamo perché è un reato, ma è un reato perché lo biasimiamo”, quindi la devianza non è la causa delle norme sociali, ma sono queste ultime a causarla e non esisterebbe senza esse.

Devianza e contesto culturale

Un atteggiamento non può essere deviante in se ma deve essere considerato in riferimento al contesto socioculturale in cui ha luogo, infatti esistono diversi stati con diverse culture, gruppi sociali, etnici e religiosi per i quali un atto può essere più o meno deviante in base a ideologia, usanze e valori che possono essere in contrasto con le norme giuridiche o quelle di altri gruppi, la devianza è quindi relativa rispetto a:

  • Contesto storico, politico e sociale — ad esempio, l’omicidio nella società odierna è considerato qualcosa di estremamente deviante ed è un reato punito con gravi sanzioni, ma nelle tribù azteche veniva praticato il sacrificio umano come omaggio ad una divinità e sarebbe stato deviante opporsi.
  • Ruolo nella società – sarebbe deviante da parte di un alunno rivolgersi ad un insegnante con un linguaggio volgare e viceversa.
  • Situazione — può essere considerato deviante ridere ad un funerale.
  • Teorie storiche sulla devianza

  • La prima teoria sull’origine della devianza risale alla fine dell’800 ed è la teoria del criminale per nascita formulata dal criminologo Cesare Lombroso secondo il quale alcune persone sono più propense a commettere atti devianti e lo si può capire dalle loro caratteristiche anatomiche: grandi mandibole, naso schiacciato, zigomi sporgenti, canini forti e una forma del cranio particolare. Tra gli anni ‘20 e ‘30 vennero fatte delle ricerche sull’origine della devianza dagli studiosi della Scuola di Chicago. L’indagine si concentrava su ladri, bande criminali, vagabondi ecc. e il risultato fu che questi gruppi criminali vivevano per la maggior parte in zone povere, isolate e disorganizzate dove le leggi non venivano fatte rispettare, inoltre erano tutti accomunati da una particolare subcultura ovvero una serie di idee, valori, linguaggi e modelli di comportamento. Tra il ’49 e il ’68, venne formulata una diversa teoria dal sociologo Charles Merton individuando come origine della devianza il divario tra mezzi e fini proposti dalla società. Secondo questa teoria, ciò che spinge molte persone a commettere atti devianti è il fatto che non avendo i mezzi, cercano di arrivare ai fini attraverso vie devianti. Ma non tutti gli individui ai quali si presenta questo divario commettono dei crimini, esistono altri atteggiamenti come: il conformismo, che prevede l’accettazione sia dei mezzi che delle mete sociali pur sapendo di non poterle conseguire.
  • Ritualismo, atteggiamento di chi non crede nei valori e nelle mete proposte dalla società ma accetta i propri mezzi.
  • Rinuncia (atteggiamento passivo), rifiuto sia dei mezzi che delle mete, ad esempio disadattati o tossicodipendenti.
  • Ribellione (atteggiamento attivo), rifiuto dei mezzi e delle mete riproponendone nuovi.

    Reati dei colletti bianchi

    Tuttavia, a commettere atti devianti non sono solo persone soggette a questo divario tra mete e possibilità effettive e quindi di una classe sociale inferiore, la devianza è una caratteristica che si può presentare in qualsiasi persona a prescindere dalla propria posizione nella scala sociale. Infatti, esistono anche studi sui “reati dei colletti bianchi” — espressione coniata dal sociologo Edwin Sutherland — questo genere di reati (che hanno costi sociali enormi) può essere diviso in varie categorie: reati di corruzione, ad esempio pagare dei pubblici funzionari in cambio di favori; appropriazione di denaro pubblico per scopi personali; reati di evasione e di frode fiscale; truffe (appropriazioni di denaro ottenute con l’inganno); reati propri delle imprese industriali, come la produzione e vendita di prodotti pericolosi per la salute o inquinanti e il mancato rispetto delle norme di sicurezza sul posto di lavoro.

La labelling theory

Una teoria molto interessante sulla devianza è la labelling theory, ovvero “teoria

dell’etichettamento” risalente agli anni ’60. Questa teoria parte dal presupposto che la devianza non è una qualità intrinseca della persona, perché dipende da ciò che in una determinata società è considerato normale, è quindi inutile cercarne le cause, ma bisogna comprendere il processo con il quale la devianza si definisce come “condizione”. Questo processo è composto da due momenti:

    Devianza primaria e secondaria

  • La devianza primaria: situazione in cui l’individuo mette in atto un comportamento deviante (che può anche avvenire casualmente) e viene sanzionato formalmente dalla legge e in maniera informale da parte della società, attraverso l’esclusione.
  • La devianza secondaria, è il momento successivo in cui l’individuo, in seguito all’etichettamento sociale sviluppa abitudini, motivazioni e convinzioni che lo portano a crearsi una “carriera deviante”. In altre parole: l’esclusione e i pregiudizi da parte della società lo portano a frequentare persone devianti e a definirsi tale, commettendo alti crimini. Questa ultima fase è la devianza vera e propria.
  • Pregiudizi e stereotipi sociali

  • Se secondo la labelling theory la devianza viene causata da pregiudizi e stereotipi attribuiti dalla società, allora i ceti bassi sono quelli più svantaggiati, poiché i pregiudizi negativi sono maggiormente rivolti a gente che vive in quartieri poveri e malfamati. Se ad esempio, il crimine è commesso da un ragazzo che appartiene ad una famiglia benestante e ben vista nella comunità, egli non verrà etichettato negativamente ma la sua devianza verrà vista come una “bravata”, mentre un crimine commesso da un ragazzo appartenente ad una classe sociale inferiore verrà visto come il primo passo verso una carriera deviante. In quest’ottica, è più probabile che l’etichettamento da parte della società diventi quella che Merton definisce “profezia che si autoadempie”: chi è giudicato e trattato come deviante si comporterà come tale.

Domande da interrogazione

  1. Che cosa intende Durkheim con la sua definizione di devianza?
  2. Durkheim sostiene che un atto è considerato criminale non perché è intrinsecamente tale, ma perché urta la coscienza comune. La devianza è quindi un prodotto delle norme sociali e non esisterebbe senza di esse.

  3. Quali sono i fattori che influenzano la percezione della devianza?
  4. La devianza è relativa al contesto storico, politico e sociale, al ruolo nella società e alla situazione specifica. Ad esempio, un comportamento può essere considerato deviante in una cultura ma accettabile in un'altra.

  5. Qual è la teoria del criminale per nascita di Cesare Lombroso?
  6. Lombroso teorizzava che alcune persone sono predisposte a comportamenti devianti a causa delle loro caratteristiche anatomiche, come grandi mandibole e zigomi sporgenti.

  7. Come spiega la devianza la labelling theory?
  8. La labelling theory afferma che la devianza non è una qualità intrinseca, ma è definita dai pregiudizi e stereotipi della società. L'etichettamento sociale può portare a una "carriera deviante" attraverso l'esclusione e i pregiudizi.

  9. Qual è il ruolo della classe sociale nella percezione della devianza secondo la labelling theory?
  10. Secondo la labelling theory, i ceti bassi sono più svantaggiati poiché i pregiudizi negativi sono più spesso rivolti a loro. Un crimine commesso da una persona di classe inferiore è più probabile che venga etichettato come deviante rispetto a uno commesso da una persona di classe superiore.

Domande e risposte