Concetti Chiave
- Giuseppe Parini, nato nel 1729, si trasferisce a Milano nel 1739 e debutta come poeta nel 1752, influenzato dal petrarchismo e dall'Arcadia.
- Tra il 1752 e il 1754, Parini entra a far parte dell'accademia dei trasformati e lavora come precettore presso famiglie nobiliari, iniziando a scrivere le sue opere più celebri.
- Nel suo poema "Il Giorno", Parini critica i vizi della nobiltà, evidenziando un atteggiamento ambivalente verso la rivoluzione francese, accettando incarichi dai francesi ma temendo gli eccessi rivoluzionari.
- Parini si schiera contro il dogmatismo religioso e il materialismo ateo, promuovendo una nobiltà riformata capace di guidare la società.
- Attraverso opere come "Dialogo sopra la nobiltà", Parini sviluppa una critica costruttiva proponendo una nobiltà che elimini i propri vizi per contribuire al progresso sociale.
Indice
Giuseppe Parini: Vita e Formazione
Giuseppe Parini nasce il 23 maggio 1729 a Bosisio in Brianza, in provincia di Como. Nel 1239 trasferisce a Milano per frequentare la scuola dei Barnabiti fino al 1752. Nello stesso anno esordì come poeta nei modi letterari del petrarchismo e dell'Arcadia.
Carriera e Opere Letterarie
Tra il 1752 e il 1754 Parini fu accolto nell'accademia dei trasformati uno dei più importanti centri culturali di Milano conclusi gli studi prese i voti E venne accolto come precettore presso il duca Serbelloni, otto anni dopo fu licenziato in quanto prese le difese del figlio del musicista che era stato schiaffeggiato
dalla Duchessa Vittoria.
Dal 1763 al 1768 divenne precettore di Carlo Imbonati, figlio del Conte Giuseppe Maria a cui dedica l'ode l'Educazione (1764).
È proprio in questi anni che lui inizia a scrivere le prime due parti del Giorno (la sua opera più famosa); i due poemetti 2: il Mattino ('63) e il Mezzogiorno('65) sono dedicate a ritrarre i vizzi della nobiltà parassita e corrotta.
Rivoluzione Francese e Reazioni
Allo scoppio della rivoluzione in Francia ,Parini reagisce in due modi ambivalenti: da una parte Pensa che la rivoluzione sia una possibilità di mettere in atto in modo più giusto i principi illuministici, dall'altra invece teme per gli eccessi del movimento rivoluzionario; alla fine prende il sopravvento Il secondo aspetto in quanto giunge voce di stragi e repressioni date dalla rivoluzione. Nonostante la sua preoccupazione per il movimento rivoluzionario francese accettò gli incarichi che i francesi vollero affidargli quando nel 1796 occuparono Milano.
Nel 1799 ripresero il potere gli austriaci a Milano e Parini riuscì a non subire le ritorsioni che colpirono tutti coloro che hanno collaborato con i francesi. Parini morì il 15 agosto 1799 a Milano.
Contraddizioni Ideologiche di Parini
Vivendo in un periodo in cui le tendenze e le tradizioni erano diverse e spesso in contraddizione, Parini ha degli ideali contraddittori.Per esempio lui si scaglia contro il dogmatismo religioso ma respinge anche le posizioni a te e materialiste; critica inizi e la inutilità dell'aristocrazia ma ci lavora insieme con convinzione e passione.
Critica alla Nobiltà
Dopo l'esordio poetico, rappresentato da Alcune poesie di Ripano Eupilino (1752), ispirate ai modi letterari del petrarchismo e dell'Arcadia, nel 1757 compone Dialogo sopra la nobiltà, in cui vengono gettate le basi della sua critica anti-nobiliare. La frequentazione degli ambienti aristocratici gli permette appunto di realizzare questa critica anti-nobiliare.
Nella sua critica anti-nobiltà, Parini afferma che la nobiltà non deve essere eliminata ma deve solo eliminare i propri vizi in modo da diventare una classe propositiva è in grado di guidare la società e le necessarie riforme.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto della formazione di Giuseppe Parini?
- Quali furono le reazioni di Parini alla Rivoluzione Francese?
- Come si manifestano le contraddizioni ideologiche di Parini?
- Qual è la critica di Parini alla nobiltà?
Giuseppe Parini nacque a Bosisio in Brianza nel 1729 e si trasferì a Milano nel 1739 per studiare presso la scuola dei Barnabiti, esordendo come poeta nel 1752.
Parini ebbe reazioni ambivalenti alla Rivoluzione Francese, vedendola come un'opportunità per applicare principi illuministici, ma temendo anche gli eccessi del movimento.
Parini visse in un periodo di contraddizioni, criticando il dogmatismo religioso e l'aristocrazia, ma collaborando con quest'ultima e rifiutando posizioni atee e materialiste.
Parini critica la nobiltà per i suoi vizi, sostenendo che non deve essere eliminata ma riformata per guidare la società e le riforme necessarie.