Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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whatsapp vietato ai minori di 16 anni

Vietato whatsappare se hai meno di 16 anni. Lo riporta il Corriere.it e, soprattutto, le condizioni di utilizzo di WhatsApp. Sì, quelle che dovremmo aver letto e accettato tutti al momento in cui ci siamo scaricati l'app sui nostri smartphone. "Dovremmo" perchè questa condizione o è ignorata o comunque violata dalla maggioranza dei minorenni. Infatti, secondo un'indagine di MEC in collaborazione con Skuola.net condotta a marzo sull'utilizzo dei social da parte dei giovani, circa il 70% di chi ha fino a 17 anni utilizza prevalentemente WhatsApp per comunicare con il mondo che lo circonda. E le regole sembrano essere nuovamente aggirate se parliamo di diffusione dei contenuti: se le condizioni cercano di fare in modo che immagini o post che violino la privacy o che comunque servano per veicolare razzismo, violenza e simili siano bloccati, l'attualità mostra come questo in realtà non avvenga. Infatti, sono tanti i casi in cui WhatsApp è scelto come mezzo preferito dai cyberbulli.

WHATSAPP VIETATO AI MINORI DI 16 ANNI, MA LO USO LO STESSO! - Hanno dagli 11 ai 17 anni, ma anche meno. Sono i ragazzi che, in una ricerca di Skuola.net su un campione di circa 1000 studenti, hanno raccontato di come WhatsApp sia il social più utilizzato nel corso della giornata per il 70% dei casi, ma non solo. Se viene chiesto loro di quale social non possono proprio fare a meno, ancora una volta oltre 7 su 10 rispondono quello della cornetta sullo sfondo verde. Eppure i termini di utilizzo dell'app parlano chiaro: "... you affirm that you are at least 16 years old as the WhatsApp Service is not intended for children under 16. If you are under 16 years of age, you are not permitted to use the WhatsApp Service", che tradotto significa "affermi di avere almeno 16 anni, i servizi di WhatsApp non sono per i bambini al di sotto dei 16 anni. Se hai meno di 16 anni, non ti è permesso di utilizzare i servizi di WhatsApp".

WHATSAPP I LOVE YOU - Perchè i minorenni preferiscono WhatsApp? La maggior parte di loro per la possibilità di chattare con i singoli contatti, ma anche con i diversi gruppi. Gruppi di cui il 96% dei minorenni fa parte. Addirittura, il 12% ne ha più di 10 sul suo smartphone, il 15% da 6 a 10, il 32% da 4 a 6 e il 37% da 1 a 3.

WHATSAPP: QUALE TUTELA DELLA PRIVACY? - Tra gli under 17 tutti pazzi per WhatsApp, quindi, e uno dei motivi di tale preferenza è la tutela della privacy. Infatti, 3 su 5 raccontano a Skuola.net di essere assolutamente convinti che l'app garantisca meglio la loro privacy rispetto agli altri social. Di questi, 1 su 2 apprezza in particolar modo la possibilità di togliere la visibilità e bloccare i suoi contatti, 1 su 3 che le informazioni del suo profilo sono ridotte al minimo e per il 15% il fatto che i gruppi non sono visibili agli esterni.

Guarda il video e sorridi con i luoghi comuni di WhatsApp

WHATSAPP: PROTEGGE DAVVERO? - E in effetti WhatsApp la privacy la protegge, o meglio ci prova. Andando a dare ancora una volta uno sguardo ai termini di utilizzo, leggiamo che in teoria non sarebbe possibile per gli utenti condividere materiale illegale, dannoso, diffamatorio o razzista, né tantomeno pornografico. Eppure WhatsApp sembra essere il social preferito dai cyberbulli per postare foto e video delle loro vittime condividendole con tutti i loro contatti.

BULLISMO SU WHATSAPP, ALMENO 7 CASI NELL'ULTIMO ANNO - Basta andare su Google per averne conferma. Se digitiamo sul motore di ricerca la parola "WhatsApp" associata a "bullismo", escono almeno 7 risultati di notizie che raccontano di cyberviolenze subite da ragazzi nell'ultimo anno. Un esempio è la storia datata novembre 2014 di ben 18 ragazzi tra i 15 e i 20 che si organizzavano su WhatsApp per bullizzare i loro coetanei, vittime di raid, furti e violenze. Un altro esempio è la storia di una studentessa di Pavia, costretta a cambiare scuola dopo essere stata continuamente oggetto di prese in giro su messaggi vocali e su filmini postati nel gruppo della classe che la ritraevano mentre era intenta ad ascoltare la lezione del prof. E poi c'è ancora la storia di un 12enne di Padova, continuamente oggetto di messaggi su WhatsApp che recitavano frasi come "Non sei umano", "Vengo e ti do fuoco a casa" e "Chi vuole aderire alla sua impiccagione?". E ancora, ad aprile è emerso un video pubblicato su WhatsApp di un 12enne picchiato e denudato dai suoi compagni fuori la scuola. È di febbraio invece la notizia che ha visto protagonista un'altra 12enne, picchiata da una ragazzina più grande mentre veniva filmata. Anche il suo video è stato postato su WhatsApp in una cornice di bullismo tutta al femminile. Di nuovo lo scorso aprile invece, una 13enne ha inviato le sue foto osè al compagno di scuola che lui, prontamente, ha postato su WhatsApp. In ultimo, è di pochi giorni fa la notizia della sospensione di una prof di Vercelli che è rimasta a guardare mentre i suoi studenti picchiavano la compagna disabile filmando il tutto per poi postarlo su Facebook e WhatsApp.

Serena Rosticci

Data pubblicazione 10 Giugno 2015, Ore 13:16
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