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formule scritte nelle mani concorso docenti
Fonte foto: Il Corriere della sera
Con l'allentamento delle misure restrittive

si sta tornando pian piano alla normalità. Ripartono infatti tutti gli eventi che negli ultimi due anni erano stati rimandati causa Covid. E vale anche per i concorsi scolastici, finalmente al via dopo due anni di incertezze e confusione. Tuttavia, ci si aspettava tutt'altra situazione. C'è non poca amarezza infatti tra i prof di matematica che hanno recentemente sostenuto il concorso ordinario per la scuola. Infatti lo scorso novembre, il Ministero ha cambiato modalità e struttura del concorso, contribuendo a peggiorare, se possibile, la situazione.

Concorso ordinario matematica: mani usate come fogli di brutta

Lo spiegano bene tre prof

in un lungo sfogo riportato dal Corriere della Sera. I tre docenti rivelano come il cambio di rotta deciso dal Ministero, ha di fatto affossato il concorso: ”Un concorso che avrebbe dovuto essere strutturato con 6 domande a risposta aperta, al fine di valutare la preparazione dell’insegnante negli ambiti didattici, pedagogici, normativi e anche la conoscenza della lingua inglese”. E invece, a novembre dello scorso anno, il Ministero riformula la struttura del concorso rendendola simile a quello per le materie STEM, che aveva già visto una notevole percentuale di bocciati: il 95%.

50 domande a crocette da cui rispondere in 100 minuti, usando il mouse del computer e soprattutto “senza la possibilità di avere un foglio di carta e una penna” rivelano i tre insegnanti. E mentre qualcuno ha ben pensato di usare la propria mano come foglio di brutta, qualcun altro si è dovuto arrendere alla situazione. Senza poter fare i calcoli, domande di questo tipo rendono il concorso insuperabile: ”Per coloro che hanno studiato la materia, ci sono stati chiesti calcoli di derivate prime seconde e terze, calcoli di interessi, montanti e cedole da svolgere a mente, algebra booleana, e calcoli su figure geometriche di cui non avevamo neanche un’immagine a schermo su cui lavorare”.

Lo sfogo dei prof: “Sopportiamo tutto ma chi ci guida non ha cura di noi”

“Perché chi ci guida non usa con noi la stessa attenzione che noi riserviamo ai nostri alunni?”

,si chiedono i tre che intendono porre l'attenzione sulla figura dei docenti, spesso accantonati in un angolo e nelle condizioni più disparate: ”Noi professori siamo abituati a sviluppare una certa resilienza alle situazioni che si propongono a scuola: alunni in crisi, genitori che si rivolgono a noi con toni non del tutto educati, strutture scolastiche che spesso sono fatiscenti e scarse risorse tecnologiche da usare a fronte di uno stipendio che risulta essere tra i più sottopagati d’Europa”.

Da qui poi un'ultima scoccata al Ministero di Viale Trastevere: ”Nei vari corsi di aggiornamento che abbiamo fatti fin qui ci è stato sempre detto che quando la classe ad una verifica risulta per oltre il 50% insufficiente, il problema non è da ricondurre totalmente al gruppo studenti ma anche al docente, al suo modo di insegnare e per questo è chiamato a mettersi in discussione. Ecco: se alla prova di ieri siamo stati quasi tutti bocciati, siamo sicuri che sia perché siamo stati negligenti?”

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