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decreto assunzioni docenti

Per il prossimo anno scolastico 2025/2026, il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dato il via libera al decreto per l'assunzione di oltre 54mila docenti delle scuole statali di ogni ordine e grado. 

Nello specifico, il decreto prevede l’immissione in ruolo di 48.504 insegnanti per le scuole statali, ai quali si aggiungeranno altri 6.022 docenti di religione in seguito al concorso bandito del 2024. Specialmente per questi ultimi, è un passo importante, dato che la procedura più recente per questa categoria risale addirittura al 2004.

Ma non è solo una questione di quantità: c’è anche più attenzione per una figura cruciale, quella del docente di sostegno, con ben 13.860 posti dedicati, in modo tale da garantire una maggiore stabilità e continuità didattica per gli alunni più bisognosi. 

Indice

  1. Come si procederà per le assunzioni
  2. Le parole di Valditara: continuità e stabilità
  3. I sindacati: il precariato resta un problema

Come si procederà per le assunzioni

Ma come verranno scelti tutti questi nuovi insegnanti? Per quanto riguarda i posti comuni e di sostegno, saranno gli Uffici Scolastici Regionali (USR) a stabilire l'assegnazione dei contingenti alle singole classi di concorso. Basandosi sui posti vacanti e sul numero di aspiranti presenti a livello territoriale.

Una volta che gli USR avranno determinato la distribuzione, potranno essere assunti gli aspiranti prof inseriti a livello provinciale nelle graduatorie ad esaurimento e i vincitori ancora presenti nelle graduatorie regionali dei concorsi del 2016, 2018 e 2020.

Le assunzioni maggiori, però, spettano ai vincitori dei concorsi banditi nel 2023 e nel 2024, i cosiddetti "Pnrr1" e "Pnrr2". Questo per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei.

Per i posti di sostegno, se dovessero rimanere delle cattedre non assegnate, verranno coinvolti i docenti specializzati inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze.

In più, una novità importante: se un aspirante insegnante dovesse vedere esauriti i posti nella sua provincia, potrà concorrere per quelli residui anche in altre province della stessa regione o di una regione diversa, scegliendo quella che preferisce.

Gli Uffici Scolastici Regionali, nei prossimi mesi, pubblicheranno le assegnazioni finali. Il personale selezionato sarà tenuto a completare le procedure per l'assunzione in servizio entro la conclusione della stagione estiva, assicurando così un avvio puntuale del prossimo anno scolastico.

Le parole di Valditara: continuità e stabilità

Il ministro Valditara ha espresso chiaramente le finalità di questo piano. Ha ribadito che si tratta di "un numero record" di assunzioni, e che con queste "Contiamo così di dare maggiori garanzie di continuità didattica agli studenti e di stabilità agli insegnanti".

Un punto sul quale il Ministro ha particolarmente insistito è proprio la continuità didattica per il sostegno, "consapevoli dell’importanza che essa riveste per i ragazzi più fragili".

Riguardo all'insegnamento della religione cattolica, Valditara ha poi sottolineato come si vada verso la realizzazione della "più importante immissione in ruolo degli ultimi venti anni".

I sindacati: il precariato resta un problema

Nonostante l'annuncio di un numero così elevato di assunzioni, i sindacati - come riporta ‘QuiFinanza’ - hanno però accolto il piano con una certa perplessità.

La principale critica sollevata è che molti dei futuri docenti assunti lavorano già da anni nelle scuole come supplenti. Questo significa che, in parte, si tratta di una stabilizzazione di personale già presente, piuttosto che di nuove immissioni in senso assoluto.

La Cgil ha evidenziato una discordanza di dati sul numero dei precari: per il Ministero sarebbero oltre 150 mila, mentre per il sindacato si avvicinerebbero ai 200 mila.

Anche la Uil Scuola ha espresso i suoi dubbi, con il segretario che ha dichiarato: "Le immissioni in ruolo sono positive, ma non risolvono il problema del precariato. Che è più che raddoppiato dal 2015 a oggi, passando da 126.679 a quasi 286.000 contratti a termine".

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