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Smartphone a scuola, il ministro Valditara pronto a proporre il divieto fino a 14 anni in tutta Europa articolo

Continua la battaglia del Governo italiano contro l'uso dei dispositivi tecnologici personali in ambito scolastico. Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha infatti annunciato l'intenzione di presentare in sede europea una proposta per limitare, se non vietare del tutto, la presenza degli smartphone nelle classi di tutta l'Unione Europea, per tutti gli studenti, almeno fino ai 14 anni.

Sulla scorta di quanto già stabilito per l'Italia.

Indice

  1. La proposta di Valditara in arrivo alla UE
  2. Il divieto potrebbe essere esteso anche alle scuole superiori

La proposta di Valditara in arrivo alla UE

"ll 12 maggio formalizzerò la richiesta di raccomandazione per il divieto di utilizzo del cellulare almeno fino a 14 anni nelle scuole dei Paesi dell'Unione europea. La Commissione deciderà se fare o meno propria la proposta, gli Stati la discuteranno e i ministri dell'Istruzione dei paesi UE eventualmente la approveranno", queste le parole pronunciate dal Ministro, nel corso di un intervento su Rai Radio1.

La proposta, a detta del "numero uno" di Viale Trastevere, ha inoltre già ricevuto il sostegno di alcuni Stati membri: "La Polonia e la Svezia - ha detto Valditara - sono d'accordo con questa linea".

Il divieto potrebbe essere esteso anche alle scuole superiori

Ma questo, nei piani del MIM, vuole essere solo un primo passaggio di un progetto ben più ampio: "Poi si affonterà eventualmente il tema di estendere
anche alle superiori il divieto, è un dibattito aperto", ha aggiunto Valditara nel corso dell'intervista. 

Il motivo di questo "guerra" allo smartphone? “Vogliamo difendere la salute dei ragazzi – ha dichiarato il Ministro – gli studi dimostrano l’impatto fortemente negativo dell’abuso del cellulare sulla capacità di concentrazione, sulla memoria, sulla fantasia, sullo sviluppo cognitivo. Al G7 di Trieste lo scorso anno l’Ocse chiarì che uso del cellulare a scopi didattici incide negativamente persino sulle facoltà di apprendimento delle materie scientifiche”.