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Polizia a sorpresa a scuola

La proposta di una preside per impedire l'introduzione di armi a scuola è diventata realtà. Nella mattinata di ieri, 22 gennaio, all’ingresso di un istituto di Napoli è stato allestito un metal detector e i poliziotti con i cani antidroga si sono presentati a sorpresa nell’istituto.

Indice

  1. I controlli fuori dalla scuola
  2. Le reazioni degli studenti e delle famiglie
  3. L’aggressione che aveva allarmato la scuola

I controlli fuori dalla scuola

Verso le otto di mattina, poco prima dell’inizio delle lezioni, gli studenti che sono entrati a scuola sono stati accolti dagli agenti della polizia locale accompagnati dai cani antidroga.

Prima ancora di mettere piede nell’edificio i ragazzi hanno dovuto superare il controllo del metal detector, posto all’ingresso della scuola per impedire agli studenti di introdurre coltelli e altre armi da taglio. 

Le reazioni degli studenti e delle famiglie

Gli studenti, così come le loro famiglie e il corpo docente, hanno reagito positivamente ai controlli richiesti dalla dirigente scolastica.
Quest’ultima, come riporta ‘Tecnica della scuola’, ha annunciato con soddisfazione che l’intervento delle forze dell’ordine non rimarrà un episodio isolato: “Ho chiesto loro di tornare a sorpresa durante le attività didattiche, per effettuare controlli anche nei bagni a metà giornata”.

L’aggressione che aveva allarmato la scuola

Lo scorso settembre nella stessa scuola si era verificato un episodio di violenza che aveva messo in allarme la preside: un ragazzo aveva accoltellato un compagno di classe. In quell’occasione, il consiglio di classe aveva punito l’aggressore con l’espulsione dalla scuola, ma a quel punto nelle aule si era già instaurato un clima complicato che aveva portato al verificarsi di casi analoghi: “L’uso delle armi tra i ragazzi è diffuso a tutti i livelli, anche in famiglie per così dire ‘insospettabili’. Quello che emerge è che questi minorenni si sono uniformati a una tendenza e se si chiede loro perché utilizzino le armi, la loro risposta è una: ‘per difendermi”, ha raccontato la dirigente scolastica.