
“Serve un piano Marshall per ripartire dai laboratori”: questo l’obiettivo lanciato ieri dal sottosegretario di Stato Gabriele Toccafondi, che punta tutto sulle aule attrezzate per introdurre i ragazzi nel mondo del alvoro. Tecnologia e formazione per portare la scuola a contatto con le imprese. Un progetto ambizioso, riportato anche nel report La Buona scuola in cui si specifica che il laboratorio rappresenta “un luogo dove formazione e progettualità si incontrano in maniera naturale, dove la lotta alla dispersione scolastica è più efficace, dove si costruisce il futuro lavorativo dei nostri ragazzi e quello produttivo della nostra economia. Sono i laboratori che caratterizzano in particolare (ma non solo) i nostri Istituti Tecnici e Professionali”.
BUONE CHANCE – Se ben organizzati, gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano “ uno spezzone dell'istruzione che - ha sottolineato Toccafondi - funziona, tanto che il 65% dei diplomati trova lavoro. Se non prepariamo i ragazzi che debbono accedere al mondo del lavoro, non possiamo più lamentarci del 43% di disoccupazione giovanile e ogni riforma della scuola ci troverà impreparati. Se non li alleniamo, quei ragazzi entreranno a far parte della schiera dei Neet o del 17% dei ragazzi che abbandona la scuola”
UNA PALESTRA PER ALLENARSI AL LAVORO – Il vero collegamento tra scuola e lavoro, quindi, è nel laboratorio. Ma Toccafondi li definisce “da museo” riferendosi a quelle aule attrezzate che, in teoria, dovrebbero traghettare gli studenti nel mondo del lavoro: “Come si può puntare sul rapporto con il mondo del lavoro – spiega il sottosegretario all’istruzione - se nelle scuole la palestra del lavoro spesso è chiusa perché troppo vecchia?”. Il concetto di palestra per il mondo del lavoro è presente anche nel piano scuola che da “un’interpretazione dei laboratori come palestre di innovazione, legata allo stimolo delle capacità creative e di “problem solving” degli studenti”.
AL VIA RESTYLING DAL 2015 – Secondo la Buona scuola, la riqualificazione dei laboratori avrà i suoi effetti già dal prossimo anno: “È necessario quindi mettere in campo una grande azione di riqualificazione. Con un obiettivo concreto: potenziare e trasformare, già a partire dal prossimo anno scolastico, i laboratori di tutte le scuole secondarie superiori anche attraverso l’acquisto di nuovi macchinari (stampanti 3D, frese laser, componenti robotici, ecc.)”
CACCIA AI FONDI – Per realizzare il restyling a partire dal 2015, però, servono 300 milioni di euro. Sono disponibili? Non ancora: “Le risorse proverranno per almeno un terzo da fondi ordinari MIUR, e saranno combinati a risorse del PON-FESR e a contributi di imprese e delle principali fondazioni private del Paese attraverso schemi di co-finanziamento, in particolare per i laboratori più specializzati.
E I DOCENTI? IN PALESTRA ANCHE LORO – La struttura non basta, servono infatti anche docenti formati ad hoc per utilizzare i laboratori: “I fondi europei PON – spiega il piano scuola - potranno essere utilizzati per finanziare la formazione degli insegnanti alle nuove tecnologie laboratoriali, affiancandoli ad artigiani digitali e alle avanguardie innovative. Ricostruire i laboratori non è sufficiente, se non vi sono docenti in grado di accompagnare le attività degli studenti e di far crescere tutta la scuola di appartenenza, e la comunità a cui appartiene attorno a questa nuova idea di formazione, di sviluppo, di lavoro, di Italia”.
RIVOLUZIONE TRA I BANCHI – Non è tutto, l’alternanza scuola-lavoro presente solo negli istituti tecnici al quarto anno dovrà diventare un appuntamento fisso. “Dobbiamo estenderla – spiega Toccafondi – dalle 90 ore del quarto anno a ben 200 ore nel terzo, quarto e quinto anno”. Una bella impresa.