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testata bulla mamma 16enne perseguitataContinua a far discutere l'episodio andato in scena in un istituto superiore di Bari, dove la mamma di una studentessa aveva sferrato una testata sul naso della bulla che avrebbe perseguitato la figlia. Setto nasale rotto e prognosi di 30 giorni per la ragazza che vessava quotidianamente la compagna di scuola.

Una vicenda i cui sviluppi si sono ramificati in più direzioni e dando origine a tre procedimenti disciplinari: uno della famiglia della ragazza aggredita, uno contro gli atti di bullismo di quest'ultima e l'ultimo per stalking nei confronti dell'ex patrigno della bulla, che aveva minacciato di morte la mamma della vittima di bullismo.

Dall'amicizia al bullismo: intervista alla donna che ha aggredito la bulla

”L’aveva convinta a tagliarsi le vene davanti a lei. E quando ha visto che i graffi erano superficiali, la incitava ad andare più in profondità. Per fortuna mia figlia è andata via ed è tornata a casa. Ma i problemi erano cominciati prima: le due ragazze erano amiche, erano state compagne di classe alle medie e avevano deciso di iscriversi insieme anche alle superiori, al Majorana. Poi è cambiato tutto”, raggiunta da 'Il Corriere della Sera', la donna spiega la sua versione dell'accaduto. In origine, le due ragazze erano addirittura amiche, ma ben presto quel rapporto si sarebbe trasformato in un rapporto tra bulla e vittima, con conseguenze serissime sulla salute mentale della seconda.

D'improvviso poi tutto degenera: ”La ragazza ha convinto le altre amiche a prendere di mira mia figlia. La inserivano nei gruppi su WhatsApp e la riempivano di insulti, minacce, la offendevano in ogni modo. Mia figlia è una ragazza fragile, ne ha sofferto tantissimo”. Nonostante si sia rivolta alla madre della ragazza, la donna spiega come ciò sia stato vano. In seguito, la vittima – costretta a casa per una frattura alle costole – avrebbe ricevuto messaggi intimidatori e vessazioni ogni giorno. Il giorno prima del suo rientro a scuola, la madre e la sorella più grande si sono recate a scuola per chiedere alla bulla di smetterla: ”La ragazza iniziò a prendermi in giro, dopo un battibecco me ne andai. Ci rincontrammo giù, gli insulti continuarono e iniziò una colluttazione in cui rimase coinvolta anche mia figlia. Non c’è stata nessuna testata, la ragazza perdeva qualche goccia di sangue, forse si era graffiata a causa del piercing che portava. Di sicuro non aveva il naso fratturato” spiega la donna.

E' lì però che iniziano i guai anche con l'ex patrigno della bulla, che avrebbe cominciato a minacciarla, ad appostarsi sotto casa e a frequentare i luoghi da voi visitati abitualmente: ”Sì, ma su questo si è già espresso il Tribunale. La situazione ha gettato mia figlia nel terrore più profondo, era talmente spaventata che ha saltato la scuola per mesi”. La stessa scuola che negli ultimi tempi non avrebbe mosso un dito per aiutare la studentessa e porre fine al suo calvario: ”Ho segnalato tre episodi (un tentativo di aggressione con un mattarello, una sigaretta lanciata addosso, un’aggressione verbale della scorsa settimana) ma sostengono di non avere riscontri. Però hanno deciso di spostare mia figlia in un’altra classe” conclude con sarcasmo la donna.

Data pubblicazione 21 Febbraio 2023, Ore 9:55 Data aggiornamento 21 Febbraio 2023, Ore 9:58
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