
Uno studente tredicenne della Florida avrebbe digitato la frase “Come uccidere il mio amico durante la lezione?” da un dispositivo fornito dalla scuola. E il sistema di monitoraggio basato sull'intelligenza artificiale Gaggle, rilevata la richiesta anomala, ha attivato un protocollo automatico, allertando le autorità locali.
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L'intervento degli agenti di polizia
Gli agenti sono intervenuti direttamente a scuola, dove hanno fermato lo studente per effettuare ulteriori verifiche. Il minore è stato successivamente trasferito in una struttura detentiva della zona, in attesa di ulteriori accertamenti.
L’identità del ragazzo non è stata resa pubblica, nel rispetto delle normative sulla protezione dei minori. L’istituto ha attivato tutte le procedure previste per la gestione delle emergenze, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza di alunni e personale.
“Era solo uno scherzo”: la versione del ragazzo
Durante l’interrogatorio, il tredicenne ha cercato di ridimensionare l’accaduto, affermando di aver fatto quella richiesta per scherzo. Secondo la sua versione, avrebbe voluto semplicemente “trollare” un amico con cui aveva avuto una discussione. Una giustificazione che però non ha convinto le forze dell’ordine.
Gli investigatori hanno sottolineato che, anche di fronte a episodi apparentemente goliardici, è necessario agire con la massima cautela. Le autorità hanno quindi invitato le famiglie a un dialogo costante con i propri figli, per sensibilizzarli sul peso delle proprie azioni, anche quando compiute online. “Nessuna minaccia può essere presa alla leggera”, è stato il messaggio diffuso dagli agenti incaricati delle indagini.
Il nodo tra controllo e privacy
L’episodio riaccende anche una discussione più ampia sull’impiego dei sistemi di sorveglianza digitale nelle scuole. Le tecnologie di monitoraggio, che analizzano in tempo reale contenuti digitati, cronologie e attività online, si sono rivelate strumenti utili nell’individuare comportamenti al limite, ma non sono esenti da critiche.
In molti segnalano il rischio di un clima di controllo eccessivo che potrebbe compromettere la libertà e la privacy degli studenti. Con alcuni osservatori che parlano apertamente di uno “stato di sorveglianza permanente” all’interno delle strutture scolastiche, alimentato da algoritmi che talvolta generano falsi allarmi.