
Un fatto gravissimo ha scosso la comunità scolastica di un liceo romano. Foto prese dai profili Instagram o scattate durante le gite scolastiche sono state manipolate digitalmente per far apparire nude quattro studentesse, di cui due minorenni all'epoca dei fatti.
Nel mirino anche una docente.Le immagini alterate sono state poi diffuse tra gli studenti, fino a raggiungere le stesse vittime.
L'autore del gesto è un compagno di classe delle ragazze, che ha usato un bot su Telegram per effettuare le modifiche.
Nonostante una sospensione di 15 giorni, le polemiche e le richieste di provvedimenti più severi non si placano.
Indice
Foto manipolate e distribuite: cosa è accaduto
Secondo quanto riportato da ‘RomaToday’, la vicenda ha coinvolto quattro ragazze e una professoressa. Le foto, inizialmente rubate da Instagram o scattate durante gli orari scolastici, sono state alterate grazie a un programma di intelligenza artificiale disponibile su Telegram, capace di creare immagini false in cui le vittime appaiono appunto senza vestiti.
Il responsabile ha poi mostrato le immagini ad altri studenti, fino a che la vicenda non si è diffusa a macchia d’olio arrivando alle dirette interessate. Queste hanno deciso di agire, sporgendo una denuncia formale.
Studente sospeso: le critiche del collettivo
La scuola è stata informata dell'accaduto e ha preso un primo provvedimento, sospendendo il ragazzo per 15 giorni. Tuttavia, per il collettivo studentesco Assange, che ha raccolto la segnalazione, questa misura è stata giudicata del tutto insufficiente: “Non abbastanza per rimediare al danno arrecato”.
Il collettivo ha inoltre accusato la scuola di aver taciuto sull'accaduto, evitando di affrontare apertamente il problema con studenti e genitori. Secondo il gruppo, l’istituto avrebbe preferito seguire una linea di “silenzio e ipocrisia” piuttosto che affrontare un confronto diretto e pubblico sulla questione.
Caso non isolato
Un episodio, questo, che purtroppo non è un caso isolato nel panorama scolastico romano, come ricorda ‘RomaToday’.
Solo pochi mesi fa, in un altro liceo della capitale, era emerso l’ennesimo fatto inquietante: un membro del personale ATA aveva inviato messaggi sessisti e molesti a una studentessa, con frasi volgari e inaccettabili come “Altro che caruccia, le darei du b**e” e “Ma quando me la fai s***e”.
Anche in quell’occasione, era stato il collettivo studentesco della scuola a reagire per primo, organizzando una protesta e richiedendo maggiore attenzione e tutela per le vittime.
Un altro caso ancora più grave risale allo scorso aprile, quando un insegnante di un istituto superiore di Roma Sud è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale, a seguito della denuncia di un genitore.