
Quindi le materie accademiche e puramente nozionistiche saranno sostituite da temi dei quali discutere attivamente, come “memoria democratica”, “ecofemminismo” e intere lezioni dedicate alla “disuguaglianza sociale e la lotta per il potere” o all’ “emarginazione, segregazione, controllo e sottomissione nella storia dell’umanità”. Ma come funzionerà? Scopriamolo.
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In Spagna le materie andranno in pensione: le polemiche sulla scelta del governo
L’intenzione della Spagna è quella di rendere meno passive le lezioni per aiutare gli studenti a non basare lo studio sulla memoria ma sul ragionamento. Ovviamente le polemiche non sono mancate in merito, soprattutto cavalcate dall’opposizione popolare non così favorevole ai temi come i diritti civili, ma anche dagli alleati di governo di Podemos, cioè dall’estrema sinistra, riporta Il Corriere.In realtà la polemica sulla filosofia sembra essere molto più strumentale, e quindi politica, che culturale, dal momento che l’insegnamento della filosofia all’ultimo anno delle scuole medie spagnole, era stata eliminata dai programmi proprio dai popolari. Ma non solo: la riforma, inoltre, ripristina anche l’obbligo dell’insegnamento della filosofia nei due anni di scuola superiore, mentre erano stati proprio i popolari a toglierlo dall’ultimo anno di licei e scuole tecniche e professionali.
Resta il fatto che i docenti di filosofia sono sul piede di guerra perché in questo modo la filosofia non sarà più un insegnamento garantito a tutti gli studenti spagnoli, visto che a 16 anni finisce l’obbligo e si può lasciare la scuola. Al suo posto la riforma è intenzionata a introdurre negli istituti l’insegnamento dell’Educazione ai diritti e all’etica, ma gli insegnanti di filosofia temono che alla fine l’etica si troverà schiacciata su temi di educazione civica più che di filosofia morale come l’eguaglianza e la sostenibilità.
La filosofia non è l’unica materia il cui pensionamento crea polemiche; controversa è anche la questione dell’insegnamento della Storia senza il vincolo cronologico. I padri della riforma sostengono che finora l’insegnamento venisse impartito in modo troppo nozionistico e che l’urgenza di completare il programma costringesse i docenti a una corsa contro il tempo. Mentre d’ora in poi la storia si studierà, o almeno questo sarebbe l’intento, “mettendoci la testa”, ovvero seguendo i nodi concettuali più che l’ordine temporale.
La Spagna introduce l’educazione digitale ed economica dalle medie
La riforma dei programmi di studio interesserà solo - almeno per ora - la scuola secondaria obbligatoria, equivalente alle nostre medie più il biennio delle superiori, appena varata dal governo di centro-sinistra spagnolo presieduto dal socialista Pedro Sánchez .Il tempo risparmiato tagliando su queste ore più teoriche verrà devoluto a due nuovi insegnamenti più pratici: da un lato l’educazione digitale dal primo all’ultimo anno delle medie, dall’altro economia e imprenditorialità, anche se quest’ultima materia sarà facoltativa al quarto anno.
Il tutto sempre con l’intenzione di dotare le scuola dell’obbligo di un curriculum più versatile, meno mnemonico, che quindi possa preparare meglio i ragazzi alle sfide del mondo globalizzato.