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bullismo social studenti

Una storia di bullismo arriva da Trento, con protagonisti sei studenti sedicenni e un loro compagno offeso in una chat sui social. La vittima, preso di mira dal gruppo di ragazzi, non è rimasto in silenzio davanti a questi continui insulti decidendo così di denunciare.

E proprio nel corso del processo, da parte dei sedicenni è arrivato il gesto inaspettato: davanti al tribunale dei minori di Trento un abbraccio collettivo e le scuse nei confronti del compagno, che di conseguenza ha deciso di ritirare la denuncia.

Il procedimento penale quindi si è concluso nel migliore dei modi, con un chiarimento tra i giovani studenti, evitando la procedibilità penale. Insomma, un vero e proprio lieto fine.

Indice

  1. Dalla chat al tribunale: come si è arrivati fin qui
  2. Un’assemblea per ricominciare: un messaggio per la scuola

Dalla chat al tribunale: come si è arrivati fin qui

Tutto è iniziato in modo purtroppo comune: una chat di classe usata per offendere e deridere un compagno. Il ragazzo questa volta ha denunciato i fatti portando davanti al giudice i sei compagni di scuola, accusati di diffamazione a mezzo social.

L’approccio scelto è stato quello della giustizia riparativa, dove chi ha sbagliato è messo di fronte alle conseguenze, ma anche alla possibilità di rimediare. Ed è successo proprio questo. Come riporta 'ANSA', il presidente del Tribunale dei minori di Trento spiega: "Vedere quel ragazzo accolto da quelli che per tanto tempo lo hanno massacrato a scuola è stato il momento più alto della mia carriera".

Un’assemblea per ricominciare: un messaggio per la scuola

I ragazzi, dopo quell’abbraccio in tribunale, non si sono fermati lì. Hanno deciso di organizzare un’assemblea scolastica: un momento pubblico, aperto a tutti i compagni, per portare un messaggio di cambiamento.

L’invito è stato rivolto anche al presidente del tribunale, che ha seguito il caso con attenzione e umanità puntando tutto sulla soluzione riparativa del caso.

Un gesto dunque non scontato, pensato per dimostrare che qualcosa è davvero cambiato, e che il rispetto si può imparare anche dopo aver sbagliato.

 

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