
Dopo tre anni dalla riforma che ha sostituito il sistema dei voti numerici con quello dei cosiddetti livelli di apprendimento, il MIM ha deciso di invertire la rotta e tornare ai giudizi sintetici, comparsi sulle pagelle già dalla fine degli anni Settanta.
Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il ritorno a questo metro di valutazione classico è causato dalla necessità di semplificare l’iter scolastico degli alunni. A differenza dei giudizi introdotti a seguito dell’ultima riforma, infatti, quelli sintetici hanno la capacità di essere più facilmente compresi, tanto dagli studenti quanto dai genitori.
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L’ultima riforma del Ministero
I giudizi sintetici - “ottimo”, “buono”, “sufficiente” e “insufficiente” - sono stati introdotti a scuola alla fine degli anni Settanta e sono rimasti per anni il metro di valutazione per eccellenza nelle scuole italiane, finchè non sono stati sostituiti dai voti numerici e per un brevissimo periodo anche dalle lettere. Nel 2021 il Ministero ha adottato una forma inedita di valutazione, introducendo i giudizi descrittivi accompagnati dal livello di apprendimento raggiunto: “in via di prima acquisizione”, “base”, “intermedio”, “avanzato”. I lunghi e articolati giudizi descrittivi, caratterizzati da un linguaggio burocratico e complesso, sono stati oggetto di critiche sin da subito, per questo il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha optato per un ritorno al passato.
Giudizi sintetici per migliorare la trasparenza
Oggi a distanza di tre anni dall’ultima riforma, Giuseppe Valditara è deciso a riportare nelle pagelle i giudizi sintetici da “ottimo” a “insufficiente”: “Abbiamo deciso di tornare, dal prossimo anno scolastico, a formule comprensibili al posto di quelle astruse introdotte di recente - afferma il Ministro, secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera’ - Come fa un genitore o un bambino a capire che “in via di prima acquisizione” vuol dire insufficiente? È una questione di chiarezza”. Attualmente il disegno di legge presentato dal governo, è in discussione al Senato e nei prossimi giorni dovrebbe ottenere il via libera per raggiungere la Camera dei Deputati.
L’opinione dei pedagogisti
Se per il Ministero i giudizi sintetici aiuteranno gli alunni a comprendere il metodo attraverso cui vengono valutati, tra pedagogisti ed esperti c’è chi teme che questi possano contribuire allo sviluppo di ansia e stress nei più piccoli. Giudizi come “gravemente insufficiente”, che il Ministero sta valutando se introdurre o meno nel nuovo sistema di valutazione, rischiano di alimentare il panico da prestazione negli studenti più giovani, anticipando lo stato di agitazione che purtroppo accompagna i liceali. Maestri e pedagogisti hanno lanciato petizioni per far desistere il governo dall’introduzione dei giudizi sintetici nelle pagelle dei bambini.
Chiara Galgano