
Sono dieci, lunghissimi, giorni di stop dalle lezioni quelli che attendono gli studenti delle scuole della Campania. Ma lo stesso discorso può essere fatto per molte altre aree d'Italia. Si tratta degli alunni di quegli istituti che hanno iniziato in anticipo l’anno scolastico e che, ora, ne stanno approfittando per allungare le vacanze di Pasqua agganciandoci il ponte del 25 aprile. E per i più fortunati il ritorno in classe sarà solo tra due settimane abbondanti, sfruttando appieno anche il ponte del 1° maggio
Ma, sebbene tutto ciò sia probabilmente stato messo nero su bianco dall'inizio del'anno scolastico, questa decisione sta scatenando un’ondata di malcontento tra i genitori lavoratori. Che in Campania si è trasformata in una vera e propria protesta.
Tra organizzazione complicata e costi imprevisti per la gestione dei figli a casa, la situazione sta facendo discutere animatamente nelle chat e sui social, Ma, a quanto pare, nulla cambierà.
Indice
Maxi-ponte di primavera: scuole chiuse fino al 27 aprile
Il motivo è dovuto alla Pasqua a ridosso della Festa della Liberazione. Molti consigli d’istituto infatti, soprattutto nei licei, ma anche in alcune scuole elementari e medie, hanno deciso di unire le festività pasquali (dal 17 al 22 aprile) al ponte del 25 aprile aggiungendo un altro giorno di festa, ovvero il 26 aprile, creando una lunga interruzione fino al 27 rientrando così in classe il 28 aprile.
Ma non finisce qui, perchè le aule si svuoteranno di nuovo dall’1 al 4 maggio per un altro ponte, quello della Festa del Lavoro.
Genitori in affanno: tra costi e organizzazione familiare
La prospettiva di così tanti giorni senza scuola ha messo in seria difficoltà le famiglie, soprattutto quelle con bambini più piccoli.
Come riporta ‘La Repubblica’, una madre farmacista con figli alle elementari e alle medie spiega: “Il disagio è insostenibile - ho due bambini alle scuole elementari e uno alle medie. Il più grandicello posso immaginare di lasciarlo a casa, ma per i piccoli devo necessariamente rivolgermi a una struttura che momentaneamente li accolga. Una ludoteca che li tenga fino alle 16. Il costo? Per sette giorni, tra una giornata festiva e l’altra, mi hanno chiesto 300 euro a bambino”.
La chiusura delle scuole, infatti, sta facendo registrare il boom di iscrizioni a ludoteche e centri ricreativi nei quartieri residenziali, a riprova della difficoltà di molti genitori nel conciliare lavoro e gestione dei figli durante queste lunghe pause.
Niente da fare per le famiglie
Le polemiche di molte famiglie però avranno vita breve e dovranno rassegnarsi a una decisione presa da tempo. Infatti il calendario scolastico è stato ormai definito e approvato e, ironia della sorte, spesso anche con il voto dei rappresentanti degli stessi genitori nei consigli d'istituto.