Margherita.blogger
di Margherita Paolini
Immagine autore
4' di lettura 4' di lettura
occupazione: gli studenti diventano api operaie al Marcantonio di Roma

Le occupazioni sono viste da molti come una scusa messa avanti dagli studenti per perdere tempo e magari, allungare le vacanze di Natale. Lo abbiamo visto qualche giorno fa con la protesta di alcuni genitori che, per sventare l'occupazione della scuola da parte dei loro figli, si sono portati via i banchi.

Ce l'hanno fatto notare i presidi con il loro calcolo che definisce esattamente quanto ci costa una scuola occupata, e ce lo ho ricordato lo stesso ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che ha twittato recentemente riguardo l'inutilità dell'occupazione. Ma non è sempre così. Esistono anche scuole dove gli studenti usano questo momento di protesta per rimboccarsi le maniche e risolvere quei problemi strutturali che la loro scuola, da sola, non riesce a risolvere. Questo è il caso degli studenti dell'Istituto Marcantonio di Roma che hanno scritto a Skuola.net per segnalare la situazione.

UN’OCCUPAZIONE PRO RESTAURO - I ragazzi hanno illustrato in maniera puntuale le ragioni che li hanno indotti ad occupare la propria scuola. La loro più che un’occupazione vera e propria, potrebbe infatti essere definita una operazione di miglioramento dell’edificio scolastico. Al terzo giorno dall’interruzione della regolare attività didattica, i ragazzi infatti hanno raggiunto risultati soddisfacenti, come la riparazione delle serrande e la risistemazione del giardino che hanno liberato dai rami lasciati lì dopo l'ultima potatura avvenuta l'estate scorsa. Nessuna bacchetta magica: gli studenti si sono rimboccati le maniche e, paletta alla mano, hanno vestito i panni di bravi spazzini. E ora sono in procinto di sbloccare anche la situazione riguardante l’uscita d’emergenza, a quanto pare ostacolata dalla presenza di 50 materassi depositati proprio ad ostacolare quel passaggio fondamentale per la sicurezza.

prima e dopo la sistemazione da parte degli studenti

C'È CHI DICE NO - Nonostante il buon esempio degli studenti romani resta ferma l’opposizione dei più grandi. A partire dall’Associazione Nazionale dei Presidi che proprio nei giorni scorsi si è dichiarata preoccupata per i costi e gli sprechi legati all’occupazione delle scuole (circa 1000 euro al giorno per ogni classe, senza contare i danni inferti alle strutture). Ma anche il ministro dell’Istruzione ha espresso chiaramente il proprio dissenso: “le occupazioni fanno male alla scuola” ha dichiarato, spiegando che la sua contrarietà deriva dal fatto che quella che dovrebbe essere un’arma estrema a cui ricorrere fissando degli obiettivi seri, sta diventando un fenomeno normale a cadenza annuale.

L’OCCUPAZIONE CHE ROVINA - Ma perchè si è così contrari all'occupazione? Probabilmente la risposta arriva da sola se pensiamo a tutti quei casi in cui le scuole diventano teatro di atti di vandalismo. Così 40 studenti del Sabin di Bologna, a seguito di danni visibili inferti alla struttura scolastica durante il presidio forzato, sono stati condannati dal preside, Alessandra Francucci, ai lavori socialmente utili. Tutti i ragazzi sono stati incaricati di riverniciare le pareti delle aule imbrattate barbaramente dai ragazzi occupanti. E’andata un po’ meglio ai quattro rappresentanti del Rosa Luxemburg, che hanno ricevuto come sanzione disciplinare l’obbligo di trascorrere un pomeriggio in presidenza a rinfrescare la mente scrivendo documenti sul rispetto delle regole a cui avrebbero dovuto attenersi in virtù del loro incarico di rappresentanza.

Avete mai pensato di rimboccarvi le maniche per sistemare voi stessi la vostra scuola?

Margherita Paolini