Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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 divisa a scuola

Qualche mese fa ci siamo divertiti prendendovi in giro sull’introduzione di grembiuli e divise scolastiche nelle scuole, vi ricordate? Quel giorno finì tutto in una grossa risata, ma ora quello che vi avevamo prospettato nel pesce d’aprile sta diventando realtà. Infatti, in una scuola media di Montignoso, la preside, Tosca Barghini, ha introdotto la divisa nel regolamento scolastico.

TUTTI UGUALI – Niente fiocchi giganti o cravattine e cardigan stile inglese, la divisa avrà uno stile semplice e casual: polo, felpa e pantaloni con il logo della scuola. Tutto offerto da un privato che ha accettato di non esporre il proprio marchio sull’uniforme. E soprattutto, tutto gratis per le famiglie degli studenti. La preside ha motivato questa decisione dicendo che “i ragazzi si discriminano sulla base della griffe sfoggiata. Attraverso percorsi didattici cerchiamo di diffondere un messaggio opposto, quello che il valore della persona non si attribuisce all'aspetto fisico o dagli oggetti che possiede o indossa. Adottare, quindi, un abbigliamento d'istituto è semplicemente dare concretezza a questa dottrina teorica”.

GENITORI VS FIGLI – Ma se la maggior parte dei ragazzi della scuola media in questione ha accettato di buon grado l’introduzione della divisa, più della metà dei genitori non è d’accordo con loro. Ormai, però, la decisione è stata presa, e tutti quelli che non la adotteranno saranno chiamati a colloquio dalla preside stessa che cercherà di capire le motivazioni delle diverse posizioni.

PRO E CONTRO – Effettivamente, anche se la scelta di vestire la divisa sembra avere ottime argomentazioni, dobbiamo ammettere che presenta anche dei lati negativi. Infatti, se da un lato potrebbe diminuire le discriminazioni che spesso sfociano in atti di bullismo, dall’altro potrebbe limitare la creatività e la personalità che il ragazzo esprime nel vestirsi. E cosa dire, in ogni caso, della discriminazione che verrebbe a crearsi tra i ragazzi che accettano di portare la divisa e quelli che invece non lo fanno?

E se accadesse anche nella tua scuola? Vota il sondaggio!

Serena Rosticci

Data pubblicazione 19 Dicembre 2011, Ore 10:39 Data aggiornamento 19 Dicembre 2011, Ore 10:48
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