
Università o lavoro? E poi, quale corso di laurea scegliere? Domande come queste richiedono una risposta meditata e ponderata, perché si tratta di una scelta importante per la propria vita.
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Indice
- Lavorare o studiare?
- Alternative all'università
- Cosa studiare all'università?
- Test di orientamento per scegliere l'università
- Università dopo il diploma: pro e contro da considerare
- Quanto costa frequentare l’università in Italia?
- I migliori siti per trovare lavoro dopo il diploma
- Master post-triennale: un investimento da valutare bene
- Studio e lavoro part-time: si può fare, ma serve metodo
Lavorare o studiare?
Buttarsi subito nel mercato del lavoro o continuare il proprio percorso di formazione? Chiaramente questo dipende dalla vostra voglia di studiare: se non avete intenzione di rimanere sui libri almeno per altri tre anni, non è molto consigliabile intraprendere la carriera universitaria. Si corre il rischio di perdere tempo, di abbandonare a metà strada gli studi e ritrovarsi senza quel titolo a cui, più o meno, aspiravate.
Alternative all'università
Per trovare un lavoro e realizzare i propri sogni, bisogna tuttavia possedere delle competenze specifiche: se uscite da un liceo, a meno che di vostro non abbiate maturato qualche particolare abilità, dovrete sicuramente essere pronti a periodi di apprendistato nel mondo del lavoro (con relativo stipendio non troppo esaltante). In questo senso sarebbe opportuno completare il percorso di formazione, ma non necessariamente all'università.
Chi esce invece da un tecnico o un professionale può decidere di smettere di studiare più a cuor leggero, visto che nei cinque anni precedenti gli è stata insegnata una professione o un mestiere e, in teoria, dovrebbe essere già pronto per il mercato del lavoro. Esistono, però, anche per voi, dei corsi di formazione professionale organizzati dalle regioni o da enti privati che potrebbero interessarvi.
Cosa studiare all'università?
Se invece siete disposti ad investire ancora il vostro tempo nello studio, dovete sicuramente considerare due aspetti:
- I vostri interessi e le vostre attitudini
- Le richieste del mercato del lavoro
Vanno valutati entrambi: non basta sapere quali sono le professioni più richieste o più redditizie per fare la scelta giusta, ma è altrettanto importante avere le idee chiare su quale tipo di studio (e di lavoro) è più adatto alle vostre attitudini, predisposizioni, capacità e, soprattutto, ai vostri interessi.
Si tratta di una soluzione di compromesso, tra cuore e ragione. In genere se ci interessa veramente qualcosa, è lì che troviamo le forze per raggiungerlo. Quindi sarebbe opportuno scegliere sempre ciò che piace, anche se poi bisogna scontrarsi con le dure leggi del mercato economico: specializzarsi in un ambito in cui c'è tanta domanda e poca offerta di posti di lavoro, può comportare un serio rischio disoccupazione.
Test di orientamento per scegliere l'università
Ognuno di noi ha delle passioni ed è importante essere consapevoli di ciò che ci piace, perché questo ci permetterà di fare la scelta giusta, senza pentimenti o rimpianti. Ma se comunque ancora non avete le idee chiare su quali siano i vostri veri interessi, sappiate che esistono dei test per scoprire quali sono realmente le materie o il campo di occupazione che realmente vi affascina.
Tenete in considerazione, però, che in genere non basta essere appassionati di una materia per riuscirla a padroneggiare, bisogna infatti fare i conti anche con le proprie attitudini.
Insomma, se in matematica non siete proprio dei geni, sappiate che a ingegneria potreste trovare delle difficoltà. Come pure se il vostro metodo di studio è tanto casuale quanto i numeri della tombola, potreste avere delle difficoltà all'università, dove bisogna organizzarsi da sé.
Quindi valutate bene, con onestà, quelli che sono i vostri punti di forza e di debolezza scolastici, per capire se sarete veramente in grado di affrontare l'università che tanto vi piace.
Università dopo il diploma: pro e contro da considerare
Scegliere di proseguire con gli studi universitari non è una decisione da prendere alla leggera. I vantaggi ci sono, eccome: una laurea può aprire le porte a carriere più specializzate, aumentare le possibilità di guadagno nel lungo periodo e permettere una crescita personale importante. Senza contare che il tempo speso tra i banchi dell’università può essere anche un’occasione per capire meglio sé stessi, maturare e costruirsi una rete di relazioni utili per il futuro.
Ma attenzione anche agli svantaggi: se si sceglie l’università solo per “prendere tempo”, senza una vera motivazione, si rischia di perdersi tra esami e ripensamenti. Inoltre, non tutti i corsi garantiscono reali sbocchi occupazionali, e procrastinare l’ingresso nel mondo del lavoro può avere un impatto concreto sulla propria indipendenza economica.
Quanto costa frequentare l’università in Italia?
L’università pubblica in Italia è tra le più accessibili d’Europa, ma ciò non significa che sia gratuita. Il costo medio annuo può variare, all’incirca, tra i 500 e i 3.000 euro, a seconda del reddito familiare (ISEE) e dell’ateneo scelto. In alcuni casi si potrà anche contare sulla “No tax area”, ovvero l’esenzione totale del costo per chi dispone di un reddito familiare compreso nella fascia più bassa.
Alle spese di iscrizione, però, si sommano le spese per libri, trasporti, affitto – soprattutto se si studia fuori sede – e quelle più quotidiane come il vitto. In media, mantenersi da universitari può costare tra i 6.000 e i 10.000 euro l’anno, a meno che non si riesca a ottenere una borsa di studio o un alloggio convenzionato.
Il consiglio? Valutate bene il bilancio familiare e informatevi per tempo sui bandi regionali e universitari: l’accesso a diritti e agevolazioni spesso fa la differenza.
I migliori siti per trovare lavoro dopo il diploma
Se l’università non fa per voi – o volete mettervi subito alla prova – il web offre molteplici risorse per cercare lavoro dopo il diploma. Tra i più efficaci ci sono Indeed, InfoJobs e Subito Lavoro, che aggregano offerte in tutta Italia, anche per profili senza esperienza. LinkedIn, invece, è utile per costruire una rete professionale e intercettare annunci più qualificati.
Non dimenticate i portali delle agenzie interinali (come Adecco, Randstad, Manpower) e gli sportelli dei centri per l’impiego. Per chi cerca percorsi professionalizzanti retribuiti, attenzione ai bandi regionali per tirocini, apprendistati e corsi con inserimento lavorativo.
Master post-triennale: un investimento da valutare bene
Dopo la laurea triennale, la tentazione di iscriversi subito a un master è forte, soprattutto per chi vuole specializzarsi rapidamente. Ma attenzione: non tutti i master si equivalgono. Quelli universitari (di I livello) possono essere un buon completamento formativo, ma spesso non garantiscono accesso diretto al mondo del lavoro, se non sono fortemente legati ad aziende o settori in espansione.
Inoltre, il costo di un master può arrivare facilmente a diverse migliaia di euro. Valutatelo quindi come un vero e proprio investimento: è utile solo se in linea con i vostri obiettivi professionali e se può offrire un valore aggiunto concreto rispetto a una semplice laurea magistrale.
Studio e lavoro part-time: si può fare, ma serve metodo
Trovare il giusto equilibrio tra studio universitario e lavoro part-time non è impossibile, ma richiede una buona dose di organizzazione e disciplina.
I lavori più compatibili sono quelli con orari flessibili o turni serali – come il cameriere, il commesso, il tutor o l’addetto alle vendite – e possono fornire un’ottima occasione per acquisire soft skill come il problem solving, la gestione del tempo e il lavoro di squadra.
Il rischio, però, è quello di rallentare il percorso di studi, soprattutto se si affrontano facoltà impegnative. L’importante è non perdere di vista le priorità e costruirsi una routine sostenibile: se il lavoro serve a rendervi più indipendenti senza compromettere il vostro rendimento accademico, allora è una scelta che può dare molto.