
C’è chi alle Olimpiadi sogna l’oro nei 100 metri, e chi invece corre per salvare vite. È il caso dei 120 giovani protagonisti della terza edizione delle Olimpiadi di Primo Soccorso, organizzate della Croce Rossa Italiana, andata in scena quest’anno a Scalea, in Calabria.
A sfidarsi, 20 squadre regionali da tutta Italia, pronte a mettere in campo preparazione, lucidità e spirito di squadra.
Quest'anno sul gradino più alto del podio è salita la squadra della regione Lazio, seguita da Lombardia e Umbria.
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Realismo, adrenalina e pubblico: ecco com’è andata davvero
Niente quiz o gare teoriche: le Olimpiadi CRI sono una vera simulazione di emergenza, con giudici esperti.
Ogni squadra ha, infatti, dovuto affrontare scenari realistici e mettere in pratica le tecniche imparate nei mesi di formazione.Sì, perché i ragazzi coinvolti nella competizione sono arrivati a questo momento con alle spalle lezioni, esercitazioni e addestramenti condotti con volontarie e volontari esperti della CRI.
Più che una gara, una missione condivisa
A raccontare chiaramente l'iniziativa è stata Debora Diodati, Vice Presidente nazionale della CRI, che ha spiegato: “Le Olimpiadi di Primo Soccorso ci hanno trasmesso ancora una volta tantissime emozioni. Dalla preparazione nelle scuole fino ad arrivare ad oggi, a questo momento fatto di passione, inclusione ed entusiasmo. I ragazzi, provenienti da tutta Italia, si sono affrontati in una competizione che ha al centro l’umanità, primo principio della nostra Associazione, che è l’elemento fondante della nostra opera”.
Premi speciali, cuore e passione
Oltre al podio ufficiale, le Olimpiadi hanno visto l’assegnazione di alcuni premi simbolici ma ricchissimi di significato. Il premio BLSD, intitolato ad Antonio Ursino, volontario del Comitato dell’Alto Tirreno Cosentino scomparso recentemente, è andato alla squadra della Puglia. La Sicilia, invece, ha conquistato il premio Fanta Olimpiadi, promosso dai Giovani CRI.
Segnali chiari che questa manifestazione non è solo competizione, ma anche riconoscimento dell’impegno, della memoria e del gioco di squadra.
Dalla scuola al campo gara: migliaia di studenti coinvolti
Dietro l’evento finale, c’è un enorme lavoro preparatorio. Basti pensare che nelle fasi iniziali delle Olimpiadi sono stati coinvolti oltre 4.700 studenti e circa 150 istituti scolastici. Un numero che racconta la portata del progetto educativo della CRI, capace di diffondere la cultura del primo soccorso nelle scuole italiane.
Edoardo Italia, Vice Presidente e Rappresentante dei Giovani CRI, ha detto: “È stato bello osservare tanti giovani e vederli impegnati in una competizione che ha un obiettivo molto importante: renderli consapevoli che chiunque, se ben formato, può salvare vite”.
Prossima tappa: Bolzano
Ma l’entusiasmo di Scalea non si spegne con la fine della gara. È già stata annunciata la prossima edizione delle Olimpiadi di Primo Soccorso, che si terrà a Bolzano.