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san pietro, vaticano

Sabato 26 aprile, in concomitanza con i funerali solenni, tutta l'Italia si è fermata per un minuto di silenzio in memoria di Papa Francesco. La disposizione è arrivata direttamente dal Consiglio dei Ministri: bandiere a mezz'asta, eventi pubblici rinviati, manifestazioni sobrie e, appunto, un momento di raccoglimento alle ore 10.

Tuttavia, visto il ponte del 25 aprile, molte scuole quel giorno erano chiuse.

Il MIM, infatti, con una nota della presidenza del consiglio dei ministri prot. 7229, aveva previsto un minuto di silenzio: "Un minuto di raccoglimento alle ore 10.00 nel giorno della cerimonia esequiale in tutti gli uffici pubblici e nelle scuole di ogni ordine e grado, ove aperte, ovvero nel primo giorno di apertura dopo le esequie. Si invita, pertanto, l’intera comunità scolastica all’attenta e rispettosa osservanza di tutte le richiamate disposizioni e, in particolare, a osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento alle ore 10.00 del 26 p.v., giorno delle esequie, o nel primo giorno di riapertura della scuola dopo il funerale." 

Così, il minuto di silenzio è stato posticipato a lunedì 28 aprile. Una scelta che ha fatto discutere, soprattutto genitori, insegnanti e studenti che vedono nella scuola un'istituzione che dovrebbe essere laica e aperta a tutti.

Indice

  1. La protesta: la laicità della scuola sotto i riflettori
  2. Libertà di scelta: un diritto da difendere?
  3. Non solo preghiera: il valore della riflessione

La protesta: la laicità della scuola sotto i riflettori

In Piemonte, ad esempio, dove circa il 40% degli studenti rifiuta l'ora di religione, il minuto di silenzio ha sollevato forti malumori. "Non c’è stato alcun minuto di silenzio per la morte di altri capi di Stato esteri, questo dimostra che la laicità nella scuola è ancora molto lontana", queste le parole di Lorenzo Vacca, vicepreside dell'istituto comprensivo di Leinì in provincia di Torino, rilasciate a 'La Repubblica'.

Una critica condivisa anche dall'Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR): "Non credo che il silenzio sia opportuno in una scuola laica", ha detto Giuseppe Narciso, coordinatore torinese dell'UAAR a 'Il Corriere di Bologna'. L'associazione denuncia inoltre come "i bambini di altre religioni o di famiglie laiche sono trattati come studenti di serie B".

Libertà di scelta: un diritto da difendere?

Alcuni sindacati, come la CUB, hanno sostenuto la libertà individuale di partecipare o meno al momento di raccoglimento. "Essendo la scuola un’istituzione laica, non può essere assolutamente imposto, dice Giulia Bertelli, ogni docente si comporterà in coerenza con la propria sensibilità e coscienza".

Nel frattempo, l'UAAR dell'Emilia-Romagna ha inviato una lettera formale all'Ufficio scolastico regionale e alla Prefettura sostenendo che tale imposizione si sia posta in palese contrasto con i principali fondamentali dell'ordinamento costituzionale italiano.

Non solo preghiera: il valore della riflessione

Non tutti, però, hanno visto il gesto come una violazione della laicità. Paola De Faveri, dirigente del liceo Alfieri di Torino, ha spiegato: "Non può essere un momento di divisione perché non si tratta di un momento di preghiera ma è di riflessione e, nella scuola che deve essere luogo del confronto, anche di pensiero critico".

De Faveri riconosce che cinque giorni di lutto nazionale possono sembrare eccessivi, ma difende il minuto di silenzio come un momento di rispetto per una figura storica e una personalità di indiscussa levatura morale. 

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